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Un castello in Italia di Valeria Bruni Tedeschi : Fuori le Mura


Un castello in Italia di Valeria Bruni Tedeschi





28 ottobre 2013 |



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Un castello in ItaliaValeria Bruni Tedeschi, ops!… Louise Rossi Levi, ecco … sì … Louise Rossi Levi è una quarantenne in crisi con se stessa. Per un breve periodo ha avuto successo come attrice, ma ora la vita non sembra procedere nella giusta direzione. Alla morte del padre, la sua ricca famiglia piemontese, che vive fra Italia e Francia, snob e immersa in quadri antichi, magioni da favola, servitù con grembiulino ha avuto un tracollo finanziario e l’antico e nobile château sembra ora un peso economico troppo esoso da mantenere. La madre, una pianista un tempo bella e affascinante domina ancora la sua vita e la scena, vuole vendere la proprietà o adibirla a museo per un pubblico pagante. La cosa non sta bene al fratello di Valeria/Louise, Virginio (chiedo scusa, ho poca memoria e mi confondo con i nomi dei personaggi), Ludovic, uno dall’animo artistico, sensibile e cinico, malato e prossimo alla morte, ossessionato da una canzone di Rita Pavone, che vorrebbe che tutto restasse così com’è. Valeria è nevrotica … scusate!… Louise … volevo dire che Louise è nevrotica, non sa quel che vuole … ma un bel giorno incontra il giovanissimo attore Louis Garrel … no!!!… si chiama Nathan … che poi è interpretato da Louis Garrel … il cui personaggio è un attore che giovanissimo ha abbandonato la scuola per fare un film molto noto ed è figlio di un vecchio regista … Valeria e Louis … no!!! Louise e Nathan cominciano a frequentarsi, lei all’inizio non vuole, si sente troppo vecchia, ma lui insiste, poi le viene in mente che vuole un figlio, poi sia lei che la madre hanno una fase mistica … poi … E Carla? No, no … Carla non c’è, non si tratta mica di un film autobiografico!!! E poi Valeria … Louise!!!… miseriaccia … sarebbe caduta in secondo piano ancora una volta poverina.

Ora, scherzi a parte … Valeria Bruni Tedeschi, la regista e attrice che ha firmato Un castello in Italia (in concorso all’ultimo Festival di Cannes), dovrebbe smettere di fare film sulla sua famiglia. Per il suo bene. Non perché l’autobiografismo non vada bene, ma perché diventa sterile se affrontato con un tono masturbatorio e classista. Sì, anche classista, se la servitù viene ironizzata e messa alla berlina quando parla dei vizi dei padroni. Stavolta quantomeno ci ha risparmiato la prospettiva della sorella o forse sarebbe stato troppo per la fragile protagonista del film scontrarsi con un personaggio altrettanto ingombrante. Seriamente, l’opera terza di Valeria Bruni Tedeschi affonda ancora una volta, come con i precedenti Attrici e l’opera prima È più facile per un cammello…, la sua famiglia, la sua vita, le sue turbe interiori. Come nei precedenti, il taglio fra commedia, pochade e dramma si mescola, a volte con trovate carine e intelligenti, a volte esagera fino all’inverosimile con situazioni che non funzionano proprio e che generano non ironia, ma involontario imbarazzo narrativo, in particolare nelle fasi mistiche e religiose del film o nell’affrontare la morte; non è quella ironia o leggerezza come vuole sostenere la regista, ma semplicemente ridicolaggine all’interno di un paio di scene che non funzionano proprio né sotto l’aspetto comico tantomeno drammatico. Ed è un po’ così tutto il film, non è né carne né pesce, e spiace dirlo non viene aiutato nemmeno da una buona recitazione, in particolare della protagonista, che invece in passato aveva dimostrato anche delle buone qualità comiche e drammatiche. Nemmeno Filippo Timi aiuta perché carica eccessivamente un personaggio che sarebbe dovuto essere più sottotono all’economia dell’opera, che viene ridotto e/o riduce egli stesso la sua interpretazione a semplice macchietta del moribondo cinico.Garrel_Bruni Tedeschi

Paradossalmente, è la madre nella vita e nello schermo di Valeria Bruni Tedeschi, la pianista Marisa Borini, a concedere la parte migliore della pellicola, pur non avendo alle spalle una vera e propria carriera d’attrice, se si esclude una manciata di film e gli altri due diretti dalla figlia in cui ovviamente possiamo immaginare il suo ruolo. Ecco sì, il suo personaggio ha una sua dignità, una sua caratterizzazione e riesce anche a toccare il tasto delle emozioni in una particolare occasione, dove in silenzio e con circospezione suona il piano. Forse l’unico momento veramente riuscito di un film, che con più astuzia avrebbe potuto essere qualcosa di più, indipendentemente dalle ossessioni autobiografiche, che poi contraddistinguono sempre gli autori. Ma dipende sempre da come queste vengono rese. A meno che Valeria Bruni Tedeschi, che per molte scelte e altre cose ci piace molto, non abbia deliberatamente voluto mettere in ridicolo se stessa e la sua famiglia. In tal caso va tutta la nostra ammirazione perché ci è riuscita piuttosto bene. Il film è dedicato al defunto fratello della regista, Virginio.

Guarda il trailer del film

Un castello in Italia
Un Château en Italie
Regia: Valeria Bruni Tedeschi
Interpreti: Valeria Bruni Tedeschi, Louis Garrel, Filippo Timi, Marisa Borini, Pippo Delbono, Silvio Orlando
Produzione: Francia, 2013
Durata: 104’
Distribuzione: Teodora Film, 31 ottobre 2013



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Category: Cinema