Search
Tuesday 23 April 2024
  • :
  • :

Passi di Jerzy Kosinski : Fuori le Mura


Passi di Jerzy Kosinski





28 ottobre 2013 |



By




More


Share

Passi_KosinskiNon è certo la trama quello che può colpire nel capolavoro di Jerzy Kosinski, Passi, che lo ha portato a vincere il National Book Award nel 1969. Perché di fatto in questa lunga serie di tableaux vivant essa non esiste, non c’è. I protagonisti che raccontano sempre in prima persona raccontano episodi di violenza, solitudine, di fobie, di controspionaggio, di malavita, di sesso, e tanto altro ancora senza che nulla si dipani secondo un processo preciso. Almeno in apparenza. Non molto sembra accadere o forse tutto, il tutto dell’esistenza che si consuma in un solo attimo, in una sola scena, in dato momento. Eppure i protagonisti sembrano esserne uno solo, continuamente legato da un’unica storia, pochi personaggi, ma non è dato conoscere i loro nomi, i loro contesti, tanti dettagli di loro che nel flusso di una narrazione convenzionale sono ricchi di dettagli. Astrattismo psicologico, morale, analisi di un’America in preda alla paranoia dove al tempo i sentimenti e le emozioni venivano messi al bando per una violenza psichica dove la morte sembra l’unica soluzione.

In questo però l’opera, pubblicata nel 1968, è molto figlia del tempo. Sembra di essere dentro una sfera fanta-emotiva di un tempo storico non meglio identificato dove lo stile sembra rispecchiare una paranoia di orwelliana memoria o il soffocante ritratto di uno sfondo di Bradbury. Ma a differenza dei suoi esimi colleghi, Kosinski non punta sulla politica ma tutto sulla sfera personale e interiore dei suoi protagonisti che vivono in una sorta di limbo affettivo che sembra contornare i decenni successivi al secondo conflitto mondiale. E in qualche modo la sfera tematica del libro diventa doppiamente politica perché sottolinea che certi comportamenti sono dettati da una violenza inscindibile dell’essere umano, una violenza non data dal suo contesto. L’essere umano, detta banalmente, per quanto ci provi non può essere buono, è semplicemente un afflato di brutalità ed egoismi. Così, in questo modo, Passi diventa opera modernissima.

Un tema che ritorna anche nel suo romanzo più famoso, Being There, oggetto del bellissimo film Oltre il giardino di Hal Ashby con Peter Sellers e Shirley MacLaine, che sembra in realtà sostenere tutto il contrario. Ma come sempre con Kosinski nulla è mai scontato. D’altro canto se la sua scrittura non è convenzionale non lo è stata nemmeno la sua stessa vita, poliedrica, strettamente legata alle arti, ma non necessariamente solo alla scrittura, ma anche alla fotografia e un po’ anche alla recitazione (compare tra l’altro nell’epico film di Warren Beatty sul giornalista americano John Reed, Reds). Nato e cresciuto in Polonia negli anni Trenta, si trasferì negli Stati Uniti solo alla fine degli anni Cinquanta dopo aver completato a Łódź, sua città natale, i suoi studi in Scienze politiche. In pratica, l’inglese non era la sua lingua madre e sorprende leggere con che stile incredibilmente affascinante ha fatto sua quella lingua. Quell’uomo che sarebbe morto suicida neanche sessantenne, ha in qualche modo ricalcato il genio di Joseph Conrad attraverso una vita diversamente avventurosa e la capacità di rendere poetica una lingua non sua. Per questo e per molte altre ragioni, leggere Passi è un po’ come affrontare un’avventura inimmaginabile e incredibile che trascende il senso convenzionale di una lettura qualsiasi e cade all’interno di una visione esperienziale della vita.

Passi
Steps
Autore: Jerzy Kosinski
Traduzione: Vincenzo Mantovani
Casa editrice: Elliot, 2013
Collana: Raggi
Pagine: 160
Prezzo: 16,00 €



Tags: , , , , , , ,

Category: Libri