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Gravity di Alfonso Cuarón : Fuori le Mura


Gravity di Alfonso Cuarón





2 ottobre 2013 |



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downloadÈ inutile girarci intorno, Gravity di Alfonso Cuarón è un’opera destinata a diventare un nuovo classico di fantascienza. Le ragioni sono due: la prima riguarda le tecniche innovative di effetti speciali ed effetti sonori che lasciano senza fiato, la seconda riguarda il fatto che la tecnologia ha privato il cinema del suo scopo primario, ovvero quello di raccontare i sentimenti. Cuarón pertanto ha mescolato volutamente entrambi questi elementi fino al parossismo. La trama è molto esile, anzi quasi pretestuosa: un uomo e una donna sono gli unici sopravvissuti all’esplosione di uno shattle. Devono cercare di sopravvivere a qualsiasi costo. Ai tecnicismi meravigliosi che mescolano le onde sonore propagate nello spazio dove non essendoci aria non ci sono nemmeno suoni, il regista ha “inscenato” soltanto le percezioni uditive dei due protagonisti. Un’idea geniale, che rimbomba come l’essenza stessa delle sue immagini tridimensionali, che mai come in questo caso hanno una perfetta ragion d’essere. Ma in realtà la cosa più interessante di un’operazione che brilla per tutto nel suo apparato tecnico è il tentativo – riuscito – del regista di andare contro i blockbuster senza sentimenti e tutti effetti speciali degli ultimi anni, una rilettura dell’essere umano singolo contro la forza degli elementi proprio come il cinema classico del tempo che fu.

Certo il film non è perfetto nella sua scrittura perché calca troppo la mano sugli elementi patetici, sulla tragedia che ha colpito la sua protagonista (ha perso una figlia di quattro anni in un banale incidente a scuola). Ma forse la scelta dell’autore è proprio voluta per creare questo corto circuito: emozionare, trasmettere nello spettatore quell’elemento di empatia necessario – come uno Spielberg in erba, quello di E.T. e Incontri ravvicinati del terzo tipo – ad un vero coinvolgimento emotivo. Il tutto attraverso una trama fredda e impersonale come potrebbe essere quella fantascientifica. Che poi di fantascienza tout-court non si tratta considerato che un caso analogo è accaduto nel 2003. Così il film diventa a sua volta un’operazione meta cinematografica perché Cuarón ci presenta un cinema di genere che vuole trasmettere ancora il sentimento semplice e sincero che prova un essere umano fatto di carne e sangue. Il regista così si ribella all’industria del mezzo che è al suo massimo storico alla ricerca della perfezione dell’artificio tecnico, lasciando però indietro quelle che sono le emozioni delle persone.

Per questo con Gravity punta al massimo della qualità tecnica e al massimo del patetismo: per dimostrare che possono convivere in maniera esemplare (un esempio concreto è la sovrapposizione della ricchissima colonna sonora di Steven Price agli effetti sonori o la poesia visiva dei colori di Emmanuel Lubezki agli effetti visivi) . Tanto più utilizzando molto bene un’attrice così incapace di trasmettere empatia come Sandra Bullock, il cui personaggio si alza fiero ed altero sfidando le insidie della vita e della tecnica, (quasi) con la stessa grazia di Sigourney Weaver o Jodie Foster. A proposito di ruoli di donne toste e di fantascienza che trasmette emozioni di cinema vero.

Guarda il trailer del film

Gravity
Regia: Alfonso Cuarón
Interpreti: Sandra Bullock, George Clooney
Produzione: USA, 2013
Durata: 90’
Distribuzione: Warner Bros., 3 ottobre 2013



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Category: Cinema