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L’emozione delle cose di Ángeles Mastretta : Fuori le Mura


L’emozione delle cose di Ángeles Mastretta





16 settembre 2013 |



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L'emozione delle coseDopo aver plasmato e raccontato tante storie femminili in punta di penna, con eleganza e raffinatezza, con dolcezza e grande armonia di sentimenti e parole, Ángeles Mastretta arriva finalmente a raccontare di sé e della sua infanzia, della sua vita, della sua figura di figlia e soprattutto dei suoi amati genitori, due persone profondamente diverse che negli anni hanno mantenuto stabili i loro sentimenti pur nel tempo avendo avuto notevoli problemi, dovuti soprattutto alle depressioni paterne a seguito del secondo conflitto mondiale da lui trascorso prevalentemente in Italia. L’emozione delle cose racconta anni bui e silenziosi, ricordi da non trasmettere a nessuno perché troppo dolorosi. I ricordi e gli anni bui sono quelli di suo padre, gli stessi anni che la Mastretta invece ricorda con malinconia e affetto perché appartenenti alla sua giovinezza, alla sua infanzia. Eppure proprio per quel clima famigliare insofferente sempre venati di tristezza all’interno del suo racconto.

L’autrice messicana ricalca infatti soprattutto il vuoto e il dolore paterno causato dalla violenza di cose inaudite e pertanto inenarrabili e taciute. Forse un affronto questo per quella figlia che della narrazione e dell’informazione ha fatto la sua vita, così è lei stessa che decide anni dopo di partire per il luogo delle torture di quel padre così lontano dall’essere stato felice anche un solo istante nei suoi ricordi. Nonostante ai suoi occhi di bambina sembrava che fosse tutto a posto perché sua madre faceva in modo che tutto sembrasse così. L’autrice messicana entra nell’intimo della sua famiglia per raccontare se stessa e il tema della memoria che diventa, in questo libro sensibilissimo, il cardine e il motore di tutta la narrazione. La cosa interessante de L’emozione delle cose è il suo focalizzarsi sui pezzi mancanti delle consapevolezze dell’autrice stessa, sui pensieri che mai nessuno ha rivelato, i segreti inconfessabili di vite silenziose e caparbie, come la figura materna che è proprio il motore dell’intera famiglia, anche se pure lei nonostante la caparbietà che insegna alle sue figlie riesce a penetrare nell’intimo di quel marito taciturno. Ma a conti fatti, L’emozione delle cose è un memoriale che affronta anche i cambiamenti della società, incastrata fra la lentezza di un tempo lontano e allo stesso tempo velocissimo che hanno contraddistinto il periodo della giovinezza della protagonista (nata nel 1949), la frattura che si stava costruendo fra le generazioni, che fino a quel momento mai erano state capaci di rimbeccare o rinnegare il pensiero di un genitore, come ad esempio quello del nonno che era favorevole ai conflitti e che nemmeno quel suo figliolo “che di ragioni ne avrebbe avute mille, perché aveva vissuto la guerra” aveva osato mai contraddire.

In fondo, questo libro, scritto con grande spirito letterario e anche grande semplicità, ricalca le ossessioni novecentesche e le paure interiori, l’incapacità di saper esprimere i sentimenti, ma anche un modo per ricordare il grande fermento della scena culturale latino americana, un modo per scoprire quelle che sono state le vite di tutti a seguito di quel conflitto mondiale, che ha segnato anche coloro che ancora non erano nati quando si era concluso. Un tema che per certi versi simile a quello dei discendenti delle vittime dell’Olocausto, sopravvissuti e non. Come vivere e come affrontare la vita dopo tutto quello che hanno passato i nostri genitori? Come possono i nostri problemi quotidiani, che sono “nuovi”, che sono diversi anche solo essere messi a confronto con tragedie umane inimmaginabili. È in fondo uno scontro generazionale perso in partenza, un totale senso di inadeguatezza che si spalma nel tempo, nello spazio e negli individui. È forse questo che ha causato poi l’arresto economico e il progredire delle generazioni ancora successive? Forse il libro della Mastretta va al di là del semplice memoriale famigliare perché scava nella vita per porsi interrogativi universali che trascendono il tempo dei ricordi della generazione alla quale appartiene la scrittrice messicana, gli anni Cinquanta, Sessanta e Settanta, che comunque hanno raccontato meglio e più di tutti gli scontri e incontri generazionali con i quali è difficile ancora oggi fare un punto. Dopotutto quella generazione ha fatto il Sessantotto e quella prima la guerra, a tutte le altre cosa resta? Solo cenere e decadenza? Specie considerando che il Sessantotto ideologico a occhio critico e a posteriori, nonostante tutti i progressi e la forza storica di cui è stato protagonista, ha comunque fallito sotto molti aspetti. La malinconia sembra invadere l’intera narrazione della Mastretta, che tratta la sua figura con lo stesso rigore e la stessa durezza con la quale tratta le protagoniste dei suoi romanzi. Pertanto in qualche modo L’emozione delle cose rappresenta la summa di tutta la sua poetica e il suo stile infallibile di narratrice.

L’emozione delle cose
La emoción de las cosas
Autrice: Ángeles Mastretta
Casa editrice: Giunti, 2013
Collana: A
Pagine: 272
Prezzo: 14,00 € (cartaceo), 8,99 € (e-book)



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Category: Libri