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Gli spodestati di Steve Sem–Sandberg : Fuori le Mura


Gli spodestati di Steve Sem–Sandberg





10 settembre 2013 |



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Gli spodestatiCi domandiamo spesso quali siano i confini fra il bene e il male. Che questi siano labili e impervi è facile intuirlo. La Storia di esempi concreti nel tempo ce ne ha forniti molti: agghiaccianti, violenti, impossibili. Mordechai Chaim Rumkowski è stata una di quelle figure che ha lasciato molto riflettere sulla zona grigia dell’essere umano. Nel 1939 fu messo dai tedeschi a capo del secondo ghetto più grande della Polonia: Łódź. Qui l’uomo in tutti gli anni della guerra ha svolto un ruolo di perfetto collaborazionista dove su sua stretta supervisione gli abitanti ebrei del ghetto furono costretti a lavorare come operai con turni massacranti e in condizioni terribili.

Chaim Rumkowski avallò e anzi inasprì il suo ruolo di “re guardiano” del ghetto tanto da essere capace di lasciar sacrificare oltre 15.000 tra bambini e anziani e quindi per lui braccia inutili al lavoro per poter salvare tutti gli altri. Suo è il discorso alla comunità del 1942 noto come “Datemi i vostri figli”. Questo a detta sua, che nel frattempo con i bambini si sollazzava in altri modi terribili. Credeva così di poter salvare la maggior parte degli ebrei dagli aguzzini nazisti? Quella “maggior parte” che nel frattempo moriva comunque in altri modi, di fame, di stenti, di malattie e per il troppo lavoro che Rumkowski da bravo guardiano imponeva loro. O era lui come ebreo il vero aguzzino? Dove finiscono i dettami dei tedeschi e comincia la responsabilità personale? Questa è una domanda che ne Gli spodestati aleggia continuamente nelle sue quasi 700 pagine, una mole non banale che impone interrogativi altrettanto non banali nel complesso libro di Steve Sem-Sandberg, giornalista e scrittore svedese che con questo libro ha esordito nel mondo letterario vincendo numerosi premi e scalando un bel numero di classifiche di bestseller. Perché certo per quanto questo tema – quello del nazismo e degli ebrei durante la seconda guerra mondiale – sia eufemisticamente quanto di più abusato nel mercato delle lettere e dell’arte, l’autore non ci propone una prospettiva banale, ma si focalizza intelligentemente e coraggiosamente su una delle figure più ambigue del periodo.

Gli spodestati è infatti un libro dalla difficile lettura non solo per la sua impegnativa mole, ma soprattutto per i dubbi etici e morali che propone nella sua sottotraccia. Chaim Rumkowski vuole apparire al suo popolo come un salvatore, ma in realtà si rivela un mostro su più fronti, come collaborazionista, stupratore, semplice uomo gretto e meschino. Difficile simpatizzare per lui a queste condizioni anche se sulla carta appare lui stesso come una delle vittime: un ebreo in un ghetto polacco durante la seconda guerra mondiale che morirà con la sua famiglia nel campo di concentramento di Auschwitz quando nel 1944 Łódź verrà dismesso. L’autore di questo libro pertanto in qualche modo costruisce un ritratto quantomeno singolare di un uomo all’interno della comunità ebraica.

Sem-Sandberg non prende posizione lasciando al lettore questo arduo compito, ma è già arduo l’aver messo il dito su una contraddizione storica e morale che è tuttora “intoccabile”: nessuno aveva mai osato parlare, perlomeno non in maniera così esplicita, su una figura ebraica così negativa in quel dato momento. Lo fa con rigore storico, grande competenza nella ricostruzione degli ambienti, dei personaggi, degli eventi accaduti, basandosi su una serie di documenti del ghetto scritti in polacco. Lo stile del libro poi è asciutto e livido, non calca la mano sui pietismi delle vittime, non si lascia andare ai toni del pamphlet sensazionalistico, anche il raffigurazione del protagonista resta all’interno delle linee di un racconto dalla notevole sobrietà stilistica.

Un libro che racconta una pagina nera della Storia di un popolo (quello polacco) che, per dirla volgarmente, è caduto dalla padella nella brace con l’arrivo dei russi. Basta ricordare il tragico massacro di Katyń attribuito inizialmente ai nazisti per poi scoprire essere opera dell’Armata Rossa (ce lo ricorda anche un film del grande regista polacco Andrzej Wajda cndidato agli Oscar come miglior film straniero per l’annata 2008). Fortuna vuole che Steve Sem-Sandberg sa scrivere in punta di penna altrimenti quello che è a conti fatti è un buon libro storico sotto forma di romanzo sarebbe potuto essere un guazzabuglio florido di demagogia e retorica spicciola. Ma lo scrittore svedese fotografa l’animo umano come un radiologo con le ossa: racconta quel che vede e non trae conclusioni. Quello tocca ad altri.

Gli spodestati
De fattiga i Łódź
Autore: Steve Sem-Sandberg
Traduzione: Katia De Marco
Casa editrice: Marsilio, 2013
Collana: Romanzi e racconti
Pagine: 668
Prezzo: 22,00 €



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Category: Libri