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N-W di Zadie Smith : Fuori le Mura


N-W di Zadie Smith





22 luglio 2013 |



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n-w-smithN-W sta per Nord Ovest. Il Nord Ovest di Londra dove c’è Willesden, il quartiere di periferia dove è cresciuta Zadie Smith e dove, dopo il successo internazionale che l’ha imposta a 25 anni con Denti bianchi, è ambientato anche questo suo quarto romanzo. Le due protagoniste sono la faccia della stessa medaglia, entrambe si sono affrancate dalla vita di periferia e di desolazione, dal degrado, hanno studiato, sono andate all’università, ma hanno due modi molto diversi di fare i conti con il passato: Leah, di madre giamaicana e padre inglese come l’autrice, sembra bianca, soffre per questa sua doppia identità e si sente in colpa per “sembrare qualcosa che non è”, si è laureata, ma ha continuato a vivere nel quartiere, fa un lavoro dai guadagni modesti nel mondo del volontariato, ora è sposata con Michel, un giovane e bellissimo uomo francese dalla pelle scura che fa il parrucchiere, stanno provando ad avere un figlio, ma in realtà lei non vuole, ancora così desiderosa di vivere una giovinezza prolungata; Keisha, la migliore amica di Leah, al contrario invece è una donna dalla pelle scura che vive le sue origini e il suo status sociale con imbarazzo, per questo è diventata un avvocato di successo, ha vinto borse di studio, ha cercato in tutti i modi di ostentare la sua nuova condizione borghese, è andata via dal quartiere, ha cercato invano di lasciarsi la sua proletaria famiglia alle spalle, ha sposato un ricco uomo mulatto di origini italiane e ha fatto due figli per poi affidarli alla baby sitter, ha comprato una casa troppo grande e troppo bella, ha persino cambiato nome facendosi chiamare Natalie, un nome certo più “bianco” di Keisha. Entrambe si sentono confuse, entrambe sono sole.

Zadie Smith con questo quarto romanzo ripropone il tema a lei caro dell’identità e del cambiamento sociale e culturale, il passaggio generazionale di oggi dalla classe popolare alla classe borghese dei discendenti degli immigrati giamaicani. Ne racconta le frustrazioni, il desiderio di emancipazione e la conseguente consapevolezza che allontanarsi dalle cose, dai luoghi e dalle persone della propria infanzia per entrare in un mondo completamente diverso non è così facile come può apparire perché subentrano i sensi di colpa, lo straniamento, tanti fattori nuovi e inaspettati. Lo sfondo è un mondo che non è più quello degli anni della propria nascita. Londra stessa ha cambiato forme ed identità e l’autrice ne fa un ritratto che è privo di entrambi gli elementi; una città confusa, caotica, che è soprattutto fatta di quartieri molto diversi fra loro. Sono quelli invece ad avercela l’identità.Zadie Smith

In realtà, N-W è un romanzo molto più forte e dalle stratificazioni molto più complesse perché attraverso queste due donne e una galleria di altri personaggi, che invece non ce l’hanno fatta, non mira – perlomeno non solo – a lasciare un messaggio ad una specifica classe di genere (femminile) ed origini (giamaicane), ma vuole parlare ad un’intera generazione che più di altre ha molti meno elementi in comune con le precedenti. Una generazione che è così presa da un mondo che cambia troppo in fretta da non avere il tempo fisiologico all’adattamento della sua nuova condizione (positiva o negativa che sia). Il fenomeno di una classe sociale in continua evoluzione, i risvolti interiori di una nuova borghesia (quella della terza, quarta generazione di immigrati), che trova la ricchezza, il successo, l’affrancamento scolastico (essenziale) ma forse non la felicità, chiusa, sola, ordinata, ma distante dal mondo povero e caotico, più semplice e più gioioso (un elemento quest’ultimo molto più espresso in Denti bianchi). Non a caso, proprio come l’evoluzione dei suoi personaggi, anche Zadie Smith è diventata man mano che ha acquisito affermazioni in campo professionale più cupa, meno ironica, ma anche più consapevole di se stessa e di quello che rappresenta, non solo la sua scrittura, ma attraverso di essa (e non solo) l’iconografia cult della sua figura. Zadie Smith non dice cosa è meglio e cosa è peggio, fotografa semplicemente una realtà che conosce molto bene.

Se Leah e Natalie, alias Keisha, sono la faccia della stessa medaglia e l’autrice si identifica in entrambe (un dettaglio essenziale, e non certo banale, è che anche la Smith ha cambiato il suo nome di battesimo, quello originario era Sadie), la scrittrice londinese stessa lo è di un’altra sua collega britannica di origini giamaicane, la straordinaria Andrea Levy. Entrambe raccontano il fenomeno dell’immigrazione giamaicana in Inghilterra, ma se la prima ne analizza le forme antropologiche contemporanee, la seconda si concentra maggiormente sulla memoria storica, la fine degli anni Quaranta con il suo libro più noto Un’isola di stranieri, un altro delicato e lontano confronto generazionale con Tutte le luci accese e persino la schiavitù ottocentesca in Una lunga canzone. Entrambe con stili e linguaggi differenti narrano un processo importante della Storia inglese, un processo fondamentale nel quale sta entrando anche il nostro Paese e che soprattutto la nostra classe politica dovrebbe comprendere. Zadie Smith concede una lezione sui processi attuali del mondo. Essenziale. Necessaria.

Zadie Smith racconta N-W

N-W
Autrice: Zadie Smith
Traduzione: Silvia Pareschi
Casa editrice: Mondadori, 2013
Collana: Scrittori italiani e stranieri
Pagine: 360
Prezzo: 18,00



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Category: Libri