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Tre anni luce di Andrea Canobbio : Fuori le Mura


Tre anni luce di Andrea Canobbio





5 giugno 2013 |



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Tre-anni-luce-CanobbioTre anni luce: un amore raccontato da quel figlio che sarebbe nato qualche anno dopo l’inizio di questa storia. È questa l’originale prospettiva del nuovo romanzo di Andrea Canobbio, che si insinua nelle maglie del tempo e della solitudine per realizzare un insolito ritratto di un’Italia borghese la cui vita sembra più quella di personaggi del Nord Europa. Ma Canobbio preferisce raccontare i sentimenti, lo sfondo non è preciso, volutamente, per definire la vicenda dentro la cornice di un senso di perdita indefinito. Claudio e Cecilia sono medici nello stesso ospedale, non si conoscono bene fino a quando la donna chiede aiuto all’uomo perché suo figlio di otto anni Mattia non vuole più mangiare. È il cibo il filo conduttore di tutta la vicenda: Cecilia e Claudio cominciano a frequentarsi vedendosi nel bar dell’ospedale, mangiando poco, mangiando male, ed è in uno di questi incontri con Cecilia che incontra Silvia, la di lei sorella, una persona molto più solare di quelle due tristi e grigie figure. Nasce così un rapporto a tre molto complesso, che esula e ingloba al tempo stesso dal sesso, dall’amore, da qualsiasi schema per raccontare poi qualcosa di profondamente diverso, qualcosa che riguarderà quel bambino che non è ancora nato e che molti anni dopo sarà il portavoce delle loro vicende.

Il tempo diventa rarefatto in Tre anni luce, si contorna di lentezza, di una dimensione che non fa parte del mondo reale. Tradisce in qualche modo quindi il titolo dell’opera, assolutamente affascinante nel raccontare attraverso l’unica prospettiva di un personaggio ancora assente dal plot. Una persona che quindi non assiste davvero ai fatti che si consumano in quel tempo e in quello spazio. Il bambino è in fondo un narratore onnisciente, che brilla per la sua assenza. L’assenza è in fondo un altro tema principale di Tre anni luce, l’assenza dell’ex marito di Cecilia, dell’ex moglie di Claudio, che si sono allontanati dalle loro vite come un conoscente casuale; anche i padri di entrambi non ci sono più, è stato il cancro a portarseli via, la cosiddetta malattia del secolo. Quest’altra assenza ha lasciato un vuoto intorno. E poi c’è un’assenza ancora diversa, quella di Marta, la madre di Cecilia e Silvia che ha perso la memoria a breve termine, vittima di un’altra malattia del nostro tempo di cui tutti conosciamo le tragiche conseguenze.

È quindi questo Tre anni luce, pur narrazione decontestualizzata dal tempo cronologico, dal tempo anagrafico, ovvero un romanzo assolutamente contemporaneo e quindi fatto di un tempo che è pregnante, concreto, ricco di sfumature storiche e ideologiche, morali e psicologiche. Scandisce nella sua funzione gli stessi personaggi, la loro essenza, le loro evoluzioni, le loro ricerche, le loro comprensioni. Anonime sembrano queste vite, potrebbero non avere nomi, sono l’uomo solo, la donna divorziata con un figlio a carico, la donna sola e simpatica ma sotto sotto infelice. Sono ritratti del nostro mondo, della nostra Italia anche se, come dicevamo, troppo asfittici, troppo decontestualizzati nella loro realtà italiana. Ma questa è anche la loro forza perché Tre anni luce è un’opera di grande intensità, di ritmo narrativo, di stile, di attenta psicologia. Nulla è dettato dal caso, ma tutto è dettato dalla sensibilità di una voce che trova il senso magico della scrittura, delle parole, dei sentimenti. Lui sì che è nato e si chiama Andrea Canobbio.

Tre anni luce
Autore: Andrea Canobbio
Casa editrice: Feltrinelli, 2013
Collana: I Narratori
Pagine: 352
Prezzo: 18,00 €



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Category: Libri