Il palazzo degli incontri di John Boyne
Dall’acclamato autore de Il bambino con il pigiama a righe, arriva un nuovo romanzo storico di John Boyne ambientato nella Russia al suo tramonto zarista. Boyne è bestsellerista di fama mondiale, tra l’altro molto prolifico. Trasversale con il suo pubblico, adulti e ragazzi, il giovane autore è riuscito in brevissimo tempo a raccontare moltissime storie ambientandole in diversi luoghi del mondo e in diversi momenti storici, generalmente tutti molto caldi politicamente. Lo scrittore irlandese infatti non esita nemmeno stavolta con Il palazzo degli incontri a ricostruire una storia che mescola personaggi fittizi a personaggi reali (sta diventando un’abitudine piuttosto comune fra gli autori di ultima generazione). Georgij, un sedicenne figlio di un contadino salva da un attentato un membro della famiglia reale. Come segno di ringraziamento viene preso a lavorare come guardia del corpo dell’erede al trono Aleksej, l’unico figlio maschio dello zar Nicola II. Qui il giovane vede consumarsi la Storia all’alba della Rivoluzione d’Ottobre e si innamora di Anastasia, una delle figlie dello zar, quella che la Storia ricorda maggiormente. Più di sessant’anni dopo la moglie dell’uomo, Zoja, sta morendo in un ospedale londinese. Raccontato attraverso la voce giovane e anziana del suo protagonista, Il palazzo degli incontri sfrutta al massimo tutte le leggende agiografiche della famiglia Romanov e in particolare del loro tragico destino, dell’improbabile salvataggio della principessa Anastasia, di tutto quel periodo riguardante i loro ultimi anni. Una mitologia, quella dei Romanov, dietro la quale si sono consumate numerosissime trame che hanno il sapore del romance, ricostruzioni storiche, documentari, un film che ha fatto guadagnare a Ingrid Bergman il secondo dei suoi tre Oscar, una miniserie televisiva del 1986, Anastasia: The Mistery of Anna, con Amy Irving e Olivia de Havilland. È appurato che Anastasia non può essersi salvata dalla terribile notte del 17 luglio 1918 quando tutta la famiglia reale russa fu sterminata, recentemente lo hanno testimoniato i ritrovamenti dei resti del suo corpo e la conseguente analisi praticata su di esso.
Boyne sfrutta tutti i cliché del romanzo storico, come ne Il ragazzo de Bounty aveva fatto con il romanzo d’avventura alla Stevenson, per costruire una vicenda riccamente infarcita di elementi più o meno realistici di quel periodo attraverso un buon mix di passione e sentimenti, emozioni e sensazioni. Ritrae i personaggi storici, da Rasputin allo zar Nicola II alla zarina Alessandra e ai loro figli secondo i canoni biografici che tutti ben conosciamo, ma è soprattutto la struttura del romanzo d’appendice, l’epica del romance a venire alla luce per poter farsi carico di tutta la sua espressione melodrammatica. John Boyne possiede, lo abbiamo notato spesso in questi ultimi anni, il talento del narratore, è quel che in gergo viene chiamato uno storyteller, semplice, pulito, diretto, racconta storie attraverso una forma divulgativa, intrattiene con gusto, affascina con i toni della favola, ma soprattutto riesce a sviluppare le sue trame di natura popolare, che possono avere come sfondo l’Olocausto, la Grande Guerra o la caduta dello zarismo, attraverso punti vista nuovi, magari attraverso la furbata del colpo di scena finale; comunque riesce a tenere desta l’attenzione del lettore ribaltando storie, visioni, percorsi. Costruisce ritratti umani di grande forza e coraggio – soprattutto attraverso i temi e i toni dell’infanzia e dell’adolescenza; i suoi protagonisti provano emozioni in luoghi e momenti dove la distruzione e la morte dovrebbe annichilire tutto e tutti. Certo a volte come in questo caso forza un po’ troppo la mano, ma risulta sempre efficace attraverso la sua capacità di saper raccontare.
Il palazzo degli incontri
The House of Special Purpose
Autore: John Boyne
Traduzione: Roberta Zuppet
Casa editrice: Rizzoli, 2013
Collana: Rizzoli Max
Pagine: 414
Prezzo: 14,90
Category: Libri