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Miele : Fuori le Mura


Miele





17 maggio 2013 |



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miele_posterIrene ha trent’anni  e una valigia in mano. Una valigia vuota, compagna di viaggi proibiti, celati, vitali per chi una vita non ce l’ha più. Mollata la facoltà di medicina per ragioni non del tutto precisate, che possono essere il dolore per la perdita della madre dopo una lunga malattia o la consapevolezza di aver sbagliato strada, anche nella vita privata preferisce rimanere nell’indefinitezza,  instaurando relazioni aperte, dalle quali restare distaccata. “Distaccato” è un aggettivo che è entrato a far parte da un po’ di tempo nella sua attività. Attività che la porta a prendere quella valigia e scappare un paio di volte al mese in Messico. Irene  – con i suoi viaggi oscuri, silenziosi – aiuta chi vuole ritrovare la dignità di una non vita. Suicidi assistiti: è questo il suo compito. Il suo mestiere. La sua missione. Dare la dolce morte a persone affette da malattie che non lasciano alcuna via di scampo, se non quella di accorciarne il dolore e l’agonia.  In Messico, Irene va a procurarsi il Lamputal, un farmaco di uso veterinario letale anche sull’uomo se assunto in grandi quantità e che non lascia tracce, per poi dirigersi direttamente a casa di chi ha “commissionato” la propria morte.  Appena varcata la porta, Irene diventa Miele, l’angelo che conduce verso la fine di tutto, o forse solo all’inizio di una vita migliore. Silenziosa come un’ombra, la donna assiste queste persone fino al loro ultimo respiro, preparando quasi come un rituale la loro morte. Li aiuta nella scelta della musica, ascolta i loro ultimi desideri, ripetendo sempre la solita frase: “sei ancora in tempo”.  Un mestiere che ha tempistiche ben precise e regole ferree, dove non c’è spazio per nessun coinvolgimento emotivo. E Irene lo sa benissimo. I suoi occhi distaccati, e la sua vita frenetica parlano chiaro. Sa essere in grado di passare da un malato terminale a una notte di sesso a lunghe nuotate senza mai porsi alcuna domanda. Quasi come se Irene e Miele fossero due persone diverse e che non si sono mai incontrate.

Ma a un certo punto arriva un qualcosa – o meglio  un qualcuno – che interrompe questa doppia convivenza di anime. Contattata da un facoltoso ingegnere sulla settantina è pronta a procedere come ha sempre fatto, fino a quando un giorno scoprirà che in realtà l’uomo gode di ottima salute.  Un incidente che risveglierà Irene dal suo  torpore e la porterà a mettersi in discussione. Nel tentativo di riappropriarsi del farmaco consegnato all’uomo, la donna si scontrerà con un uomo solitario, colto, refrattario a ogni genere di contatto umano. Un incontro che si rivelerà decisivo per le loro vite. Irene troverà nell’ingegner Grimaldi un confidente, quasi un confessore, a cui sottoporre le questioni insolute di quello che fino a ora era solo un “mestiere” come un altro. Una lunga e profonda riflessione ora si insinua nella psiche di Miele: sollievo e liberazione di anime in pena  o sicario su commissione? La coscienza etica è pronta a metterla spalle al muro, ma le risposte alla sua domanda rimarranno sospese. Forse semplicemente perché risposte non ce ne sono. Il confine fra una vita non più vita e la morte è molto labile. D’altro canto vivere contando le ore che ti separano dalla fine, non è già un essere morti?

Pronto al gran debutto sulla Croisette, dove il film verrà presentato nella sezione Un Certain Regard, Miele è l’esordio, anche inaspettato, nonché sorprendente, alla regia di Valeria Golino, la talentuosa attrice napoletana famosa anche negli States che ha deciso di andare controcorrente, superando le aspettative di quanti l’attendevano al varco, pronti a storcere il naso. Mesi dopo La bella addormentata di Marco Bellocchio,  un’altra pellicola italiana affronta un tema discusso e complesso come quello dell’eutanasia. Senza mai prendere posizione o entrare nei soliti cliché ed evitando di condurre lo spettatore verso il pietismo e la compassione, la Golino vuole raccontare in modo coraggioso e onesto, ma anche sobrio e lucido, la vita di chi dà la dolce morte. L’eutanasia vista dalla parte di chi la  pratica e non da chi la riceve è un argomento che raramente è stato approfondito, sia nel cinema che nella vita quotidiana, quasi dimenticandoci che oltre al malato vi è un’altra persona bisognosa di essere capita e ascoltata. Noi sappiamo poco o niente delle persone  che contattano Miele. Sono anziani, donne, giovani, tutte accomunate da un unico desiderio: ripristinare quella dignità che la malattia ha loro negato. Le loro vite passano sotto agli occhi della protagonista, le vediamo attraverso i suoi sguardi, i suoi gesti. Irene è un angelo che vaga da un’anima all’altra, consapevole della sua missione e del suo ruolo che vive in maniera logica, quasi meccanica. Non vi è spazio, né tempo per porsi delle domande. E Irene non affronta mai Miele. La porta di casa del malato diventa lo sdoppiamento della sua personalità. Irene diventa Miele che torna di nuovo Irene, senza mai scontrarsi. Le due anime sono indifferenti, convivono in una convivenza pacifica, fino al giorno in cui incontra chi è stanco di vivere. Da sano. Ora le due personalità iniziano a intrecciarsi, chi è Miele e chi è Irene? Cosa fa Miele? Irene è Miele? 

Quello della morte assistita è un tema scomodo, controverso e anche piuttosto turbolento. E la Golino è brava ad affrontarlo in modo neutrale, e il finale aperto ci appare il più giusto. Non vi sono risposte alla profonda indagine psicologica che Irene fa di se stessa e del suo ruolo. O meglio, non sono definitive. Il modo in cui la morte viene raccontata – dignitoso e delicato –  senza mostrarla  in modo drammatico  e stereotipato è un ulteriore plauso alla regista. La Golino vuole evitare anche il dibattito sociale e religioso, facendo in modo che esista solo nell’animo della protagonista e facendolo filtrare attraverso i suoi occhi e le sue percezioni. Jasmine Trinca  confeziona un’interpretazione pacata e onesta alla storia. Il suo è stato anche un lungo lavoro corporeo, il cambio look e il forte dimagrimento sono funzionali a quanto viene portato sulla scena.

vedi trailer

Miele
Regia: Valeria Golino
Cast: Jasmine Trinca, Carlo Cecchi, Libero De Rienzo, Vinicio Marchioni, Iaia Forte, Roberto De Francesco
Produzione: Buena Onda, Les Films des Tournelles; in collaborazione con Rai Cinema
Distribuzione: Bim Distribuzione
Data di uscita: 01 maggio 2013

 

 



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Category: Cinema