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I lampi di Nikola Tesla e i segnali avventurosi di Serge Carrefax : Fuori le Mura


I lampi di Nikola Tesla e i segnali avventurosi di Serge Carrefax





13 maggio 2013 |



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C_Tom McCarthyLo sfondo a cavallo fra Ottocento e Novecento domina la scena di due romanzi esemplari che sfruttano la materia della scrittura per diventare esempi di post-modernismo. Stiamo parlando di Lampi di Jean Echenoz e C di Tom McCarthy, che affrontano anche un tema simile come quello degli esperimenti scientifici di quegli anni, rispettivamente l’elettricità e la telegrafia. Se il primo vuole essere una biografia ante-litteram dello scienziato serbo Nikola Tesla, scopritore della corrente alternata che si scontrava con quella continua di Thomas Edison, il secondo vorrebbe essere un romanzo di fiction su una figura grottesca e avventurosa – totalmente inventata – come Serge Carrefax. Lampi è il terzo capitolo di una trilogia. Dopo Ravel, racconto straordinario e capillare sull’omonimo musicista francese, e Correre, sul corridore ceco Emil Zátopek, Echenoz si dedica ad un personaggio della scienza come Nikola Tesla, figura straordinaria che poco si incasella con gli ideali del paese dal quale fu adottato, gli Stati Uniti d’America. Tesla era una figura solitaria, anomala, che nasce secondo Echenoz in una notte di lampi e fulmini del 1856. L’autore costruisce una biografia fittizia a cui sostituisce al nome di Tesla, Nikola, quello di Gregor pur procedendo con grande attenzione ai dettagli anagrafici e storici del personaggio di riferimento.

Le ricerche di Tesla sulla corrente alternata, la distribuzione elettrica polifase contribuirono fortemente alla nascita della seconda rivoluzione industriale. Una figura pertanto che stravolse il mondo così come era conosciuto fino a quel momento. Ma Tesla non è mai stato uomo da titoloni e nonostante la sua corrente elettrica fu poi quella definitiva rispetto al sistema continuo di Edison è quest’ultimo che viene maggiormente ricordato nei libri di storie e in quelli scientifici. Nonostante la sua straordinaria scoperta, l’uomo non si arricchì e a causa delle battaglie di natura economica fra la società di Edison, dietro la quale c’era il magnate J.P. Morgan e quella di George Westinghouse, il finanziatore di Tesla, questi per risolvere qualsiasi problema gli cedette i diritti. Westinghouse così ebbe il monopolio della produzione elettrica e Tesla continuò per la sua strada sempre verso nuove invenzioni che avrebbero cambiato il mondo, intuizioni sulla radio, il telecomando, i raggi X, tante ricerche che poi sarebbero state attribuite ad altri (Marconi è notoriamente l’inventore della radio, Röntgen dei raggi X). La bobina di Tesla avrebbe dato lo spunto per l’invenzione della televisione. È per questo e tante altre ragioni che Nikola Tesla è una figura leggendaria, ma di cui si conosce molto poco nella sua veste privata e personale, che arrancò psicologicamente fra alti e bassi, fra genialità e follia. Viene omaggiato brillantemente dalle arti, perché con una vita così non possono che nascere lavori straordinari di scrittura e cinema in particolare.Lampi_Echenoz

Samantha Hunt (che tra l’altro ha recensito sul Washington Post proprio il libro di McCarthy con toni entusiastici) qualche anno fa ha realizzato il premiatissimo romanzo L’inventore della luce (edito da Alet nel 2010) sugli ultimi giorni della vita dell’uomo, e poi ci sono decine e decine di documentari su di lui, Paul Auster dà un nome al personaggio di un suo volume, Jim Jarmusch lo cita in Coffee & Cigarettes, è attualmente in pre-produzione un progetto biografico su di lui, History Channel lo inserisce fra le figure storiche americane della serie di docu-fiction Men Who Built America (trasmesso negli scorsi mesi anche in Italia), il premio cinematografico e televisivo Satellite Award intitola a lui un premio alla carriera e ancora tante altre citazioni e omaggi per una figura alla quale ancora tutti noi che viviamo nell’era tecnologica dobbiamo ringraziare.

E dire grazie lo deve fare anche Tom McCarthy perché nel suo romanzo C costruisce la vita di Carrefax ispirandosi chiaramente a Nikola Tesla. La vita avventurosa di questo protagonista fittizio sembra scevra da qualsiasi citazione, ma non è così. Serge è all’apparenza un automa senza sentimenti per come la sua figura vibra e si muove con naturalezza nell’Europa della prima guerra mondiale; viene reclutato dal comitato della telegrafia, vive le sue avventure, imbastisce relazioni amorose, compie missioni pericolosissime e crea crea crea. McCarthy costruisce la sua storia come fosse un romanzo d’avventura dal sapore antico, di quel tempo riprende gli schemi narrativi della scrittura, resta volutamente su una dimensione bidimensionale dei personaggi per ricalcare appieno le funzioni fumettistiche dei buoni e dei cattivi. Il nostro Serge è un amatore, un avventuriero e uno scienziato, sembra Indiana Jones con la brillanta mente di Nikola Tesla, del cui periodo storico l’autore ne ricalca le forme, i movimenti, ne ricostruisce gli assiomi per sviluppare una forma linguistica ricca e originale che vuole essere un omaggio non solo a quel periodo di grande progresso scientifico, ma soprattutto allo sdoganamento della letteratura di genere dovuta essenzialmente al miglioramento economico e sociale di una società che finalmente cominciava a vivere in case dotate di comfort, come la luce elettrica (sic!).

C ha ricevuto critiche entusiastiche in patria, l’Inghilterra, e anche in tutti gli altri Paesi nel quale è uscito, è stato finalista al prestigioso Man Booker Prize; arriva finalmente in Italia a distanza di tre anni ed è godibilissimo nella buona traduzione di Anna Mioni, che gli concede tutte le caratteristiche e il taglio della lingua originale. Un lavoro non da poco perché la scrittura di Tom McCarthy sembra prendere piede anche dalla tecnologia, dalla struttura tecnica del cinema e del teatro, sembra una funzione archetipica che fluisce in una forma tutta personale, ma anche tutta omaggiante un mondo scomparso dove l’iperbole di cui sembra farsi carico ne concede paradossalmente un tono minimale. Perché solo così l’autore avrebbe potuto raccontare la storia di un uomo che è un genio e un avventuriero, che vive di giorno in giorno situazioni grottesche, rapporti anomali, ha una famiglia di squilibrati, in particolare la sorella Sophie alla quale è molto legato. Probabilmente Lampi e C sono due libri (meglio non spingersi nella definizione specifica di biografia e romanzo perché le linee non sono nette e volutamente non vogliono esserlo) che vanno letti di pari passo e che sono uno la complementarietà dell’altro. Il primo prova a postulare la vita di un uomo straordinario quale Nikola Tesla e lo fa con arguzia e ironia, il secondo si inventa una vita che è quella di un uomo della stessa caratura di Nikola Tesla, che va al di là del semplice genio ed è un esperimento della parola tutto da scoprire.

C
Autore: Tom McCarthy
Traduzione: Anna Mioni
Casa editrice: Bompiani, 2013
Collana: Narratori Stranieri
Pagine: 440
Prezzo: 19,50 €

Lampi
Des éclairs
Autore: Jean Echenoz
Traduzione: Giorgio Pinotti
Casa editrice: Adelphi, 2012
Collana: Fabula
Pagine: 184
Prezzo: 17,00 €



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Category: Libri