Search
Friday 19 April 2024
  • :
  • :

Il signore degli orfani di Adam Johnson : Fuori le Mura


Il signore degli orfani di Adam Johnson





13 maggio 2013 |



By




More


Share

Il signore degli orfani_JohnsonUn regime totalitario di cui l’opinione pubblica è ben a conoscenza, ma di cui si possono solo immaginare i dettagli più scabrosi. Anche se facilmente intuibili. La Corea del Nord è uno dei Paesi dove la democrazia non regna certo sovrana ed è nota per i suoi campi di prigionia, i suoi esperimenti su persone, i suoi stupri, le sue violenze quotidiane su un popolo che è di fatto privo di diritti civili. Senza contare i rapimenti degli stranieri, il controllo dell’informazione. Ultra-nazionalismo di un popolo lacerato dal suo governo, uno dei più impopolari agli occhi del mondo, e che è giustamente oggetto di continui attacchi dai mezzi di comunicazione, dalle organizzazioni umanitarie, dagli altri stati. Adam Johnson, americano del Sud Dakota, uno dei pochi che è riuscito ad entrare, visitare, studiare quel Paese, costruisce con Il signore degli orfani un romanzo formidabile che è stato insignito a ragione del Premio Pulitzer per la narrativa proprio quest’anno, complice l’attualità dell’argomento e il tono originale della storia.

Pak Jun Do è infatti una delle vittime del regime di Pyongyang – quando era ancora governato da Kim Jong-il, che è poi morto nel dicembre 2011 – e anche uno dei suoi carnefici. Figlio di una donna rapita per dilettare alcuni membri dello Stato, e nonostante questo, il ragazzo fin da subito si rivela un fedele suddito tanto da diventare un rapitore professionista ferreo alle regole che gli vengono imposte dai suoi capi. Fino a quando non si innamora della più brava attrice del Paese Sun Moon, ardentemente desiderata niente meno che dal capo in persona del regime, proprio Kim Jong-il. Per ottenere quell’amore incondizionato e per provare finalmente quel sentimento, che fino ad allora gli era stato precluso, non solo perché non si era mai innamorato, ma perché l’amore non gli era mai stato insegnato, il nostro protagonista compirà atti impensabili fino alla fine di questo straordinario racconto di quasi 560 pagine che tengono sempre ben desta l’attenzione del lettore per intensità e colpi di scena.

Tragico e grottesco, Il signore degli orfani è l’erede a tutti gli effetti di quel capolavoro assoluto che è 1984 di George Orwell con la differenza che quella storia immaginava un futuro totalitario e disgraziato, mentre Adam Johnson racconta la triste Storia contemporanea e quotidiana della Corea del Nord. Altoparlanti che fanno bieca propaganda al regime e persone che non possono esprimere un’opinione ricorda in dettaglio l’antesignano appena citato, solo che questa non è fantascienza è la realtà di un estremismo totalitario che non lascia scampo e che non consente alcuna via di fuga, né per le persone né per le notizie, nonostante l’interesse costante delle organizzazioni umanitarie. Un romanzo importante che, nell’ordine della letteratura americana con l’assegnazione del Pulitzer, segna un passo importante per un popolo come quello americano che stranamente guarda ad altri mondi e ad altre situazioni politiche.

Il signore degli orfani è infatti un grande romanzo americano che non parla dell’America, anche se ormai attualissimo nell’ottica socio-politica degli ultimi fatti di cronaca intercorsi fra i due Paesi, ma lo è nella forma del grande respiro dei temi e della struttura narrativa, ariosa, epica; nelle citazioni palesi alla sua cultura, in particolare cinematografica, dal taglio alla Casablanca, il film americano per eccellenza sulla seconda guerra mondiale, alle disavventure rocambolesche del protagonista, che richiamano il cinema muto, dove la figura sopra le righe, fra il grottesco e l’amaro, fedele servitore del regime che ne resta vittima è la quintessenza dello Charlot di Tempi moderni. Lui vittima della catena di montaggio, dell’obbedienza meccanica al regime fordista. Della figura immortale di Charlie Chaplin, il nostro Jun Do possiede la stessa innocenza, le stesse peculiarità, che si mescolano inoltre con l’arroganza del gran duca Sergius Alexander alla fine del regime zarista in quel capolavoro di visualità pittorica che è Crepuscolo di gloria diretto da Josef von Sternberg, scritto da Lajos Biró , abituale collaboratore di Ernst Lubitsch che guarda caso anche in questo romanzo è presente con l’ironia elegante di Vogliamo vivere!, dove un gruppo di attori di una compagnia teatrale di Varsavia recita il ruolo più importante della propria vita nel combattere i nazisti invasori con il sarcasmo dello schema del travestimento. Possiede tante peculiarità Il signore degli orfani, cavalca molti e disparati generi letterari e non, attraverso una scrittura fatta di forza e determinazione. E se si considera che il Pulitzer è storicamente orientato ad assegnare un premio per la narrativa che abbia per temi storie di ambientazione americana, la vittoria di Johnson ha un che di leggendario e di altrettanto epico nell’ordine naturale delle cose. Ma in fondo possiamo dire a tutti gli effetti che il suo è un romanzo americano perché ne possiede il carattere.

Guarda il booktrailer del libro

Il signore degli orfani
The Orphan Master’s Son
Autore: Adam Johnson
Traduzione: Fabio Zucchella
Collana: Romanzi e racconti
Casa editrice: Marsilio, 2013
Pagine: 558
Prezzo: 21,00 €



Tags: , , , , , , , , ,

Category: Libri