Search
Friday 19 April 2024
  • :
  • :

Fuori le Mura incontra Andrea De Magistris : Fuori le Mura


Fuori le Mura incontra Andrea De Magistris





13 maggio 2013 |



By




More


Share

Dynamis light black

In occasione del debutto, e uniche date, di Light Black al Teatro Vascello il 17, 18, 19 maggio, Fuori le Mura ha incontrato Andrea De Magistris, direttore artistico di Dynamis Teatro Indipendente. La compagnia di Roma ha un metodo, o meglio un non-metodo come ci dice Andrea, che li proietta verso una dimensione teatrale più ampia ed Europea, rispetto al teatro tipico italiano.

 

Cosa è Dynamis Teatro Indipendente e quali sono i suoi presupposti?

Nasce come volontà di rottura. Etimologicamente riguarda un principio di forza, qualcosa legato alla rottura di una linearità attraverso quello che dovrebbe appartenere al teatro, che non è solo movimento fisico ma anche e soprattutto di pensieri, di idee, di intenzioni, di stimoli. Questo movimento produce le trasformazioni, ogni prodotto finito acquisisce e conquista una nuova forma. La matrice comune è l’azione, un’azione polifonica. Il metodo, che noi utilizziamo, diciamo che non è fisso. Tutto nasce da un incontro di atmosfere, in francese si dice di ambience. Nel caso di questo ultimo lavoro siamo influenzati dalla città.

 

Dunque, osservazione e studio sono fondamentali.

Si parte dallo studio, che è continuo. Siamo a pochi giorni dal debutto e le mie letture le mie passeggiate sono influenzate dal tema, tutto ciò che vedo, sento e percepisco intorno a me è influenzato da quello su cui stiamo lavorando. Questo porta me e le persone che lavorano con me ad una crescita sui contenuti. Quando si fa teatro bisogna porsi delle domande e trovare delle risposte, altrimenti è meglio non farlo. Light Black nasce da una fonte letteraria, dagli studi del sociologo Zygmut Baumann.

 

Nelle tappe precedenti di Light Black, è assente il tradizionale spazio scenico teatrale. Così come in altri lavori di Dynamis Teatro. Semplice scelta registica o indotta da altro?

È imposta dallo studio in qualche modo. Avvicinandoci sempre di più alla realtà sociale che ci circonda che vogliamo raccontare, ci sentiamo in obbligo, come dei termometri, di sondare l’anima della suggestione che abbiamo. Fonti letterarie, musicali, fantastiche e di vita quotidiana sono rubate dall’esterno.
Il teatro prende dalla vita.
Alla separazione tra esterno ed interno, noi abbiamo provato a portare all’interno l’esterno, lavorando con l’immersione nella città. Questo avviene attraverso un gioco. Se ci pensi nelle altre lingue recitare e giocare spesso sono intesi con lo stesso termine. Una matrice comune, un tipo di agire legato ad un gioco di avvenimenti. Il gioco manca sempre più nel teatro.

 

Come nasce Light Black?

L’esigenza nasce da raccontare. È un ossimoro che nasce da una poesia di Samuel Beckett. Mi aveva affascinato l’idea di nero chiaro, che non esiste. Nero chiaro ci faceva capire una società molto condizionata dal sistema, dal potere dei flussi che la governano, il condizionamento. Anche nella nostra intimità, a casa, siamo condizionati. I condizionamenti sono flussi, anche fisici. Tubature del gas, internet, elettricità. Se si rompe un meccanismo di questi andiamo in crisi. Così come la città è piena di flussi. Spesso condizionanti per il soggetto. Noi siamo condizionati anche nelle scelte dei luoghi: il pub in cui ci hanno portato, un supermarket piuttosto che un altro. Il marketing, i simboli e i segnali ci veicolano.
L’obiettivo è avere un messaggio diverso. Stesso meccanismo, sono segnali.
Anche l’urbanistica e l’organizzazione di una città rientra in questo. Dalla periferia al centro, io ci metto un’ora e mezza. Quel tempo libero che io passo nel traffico non l’ho scelto.

 

Il lavoro dei performer sarà quello di registrare l’esterno?

Si, i perfomer sono dei termometri della città. Attraverso le indicazioni che io darò, loro avranno una mappa, dovranno cercare il luogo della noia.

 

Quindi la tua regia sarà attiva durante l’intero spettacolo.

Rispetto alle tappe precedenti in cui io volevo il gioco ed interagivo con i performer, la regia rimane un luogo manifesto, nel senso che è sul palco, ma è sempre più presente il performer in maniera autoriale. La mia funzione è quella di stabilire le regole e questo regolamento è scandito dalle indicazioni che do.

 

I performer sono limitatamente liberi, allora.

Si. Io do l’indicazione e sta all’attore attraverso la sua soggettività trovare ciò che ho chiesto.

 

Light Black è la fase ultima di un percorso.

La nostra sperimentazione è divenuta una sorta di maratona spiegata in due tappe, Across Light Black. Questo di oggi è l’approdo a quel lavoro che vedrà otto attori, dei quali quattro prenderanno la deriva e comunicheranno tra di loro attraverso una chat.
Invieranno audio, video, foto, report test. Sondando in maniera tridimensionale quello che si ha attorno.

 

Cosa si intende per deriva?

La deriva può farla chiunque. Andare senza una rotta ben stabilità, perdersi. Questo perdersi è quello che faranno gli attori. Loro si perderanno. Se do un indicazione, loro per cercare devono rompere il flusso ordinario.

 

Ogni serata sarà diversa dall’altra. Chi vuole può assistere alle tre date.

Non ci saranno neanche repliche per di più. Avremo collegamenti con città diverse per ogni sera, la prima New York, la seconda Pechino o magari Amsterdam. Ovviamente il tipo di gioco è lo stesso, ma cambia il quotidiano.

 

La locandina incuriosisce (l’autore è Donato Loforese). Una cartina, dove i nomi delle vie sono sostituiti da stati d’animo, umori e la sagoma di un gigantesco maratoneta che unisce ipotetici punti di interesse.

Sono frasi realmente raccolte. Legati a desideri e paure. L’uso del maratoneta ci siamo rifatti all’idea di Filippide, che corse da Maratona ad Atene per annunciare la vittoria sui Persiani. E le sue ultime parole furono “Abbiamo vinto”, completamente consumato dalla sua impresa.

 

Se credete che proiettori, smartphone e whatsapp siano poco appropriati all’ars scenica, allora non avete visto Light Black.

Info sulla compagnia, le produzioni e i corsi www.dynamisteatro.it



Tags: , , ,

Category: Teatro