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La sesta stagione di Carlo Pedini : Fuori le Mura


La sesta stagione di Carlo Pedini





6 maggio 2013 |



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sesta stagione_carlo pediniCarlo Pedini lo scorso anno ha fatto parlare di sé con la pubblicazione del suo primo romanzo, La sesta stagione. Non solo perché è un’opera straordinaria per classe, struttura, storia e perché è raro vedere, particolarmente in Italia, un esordio di una mole di oltre 700 pagine, ma soprattutto perché omaggio di un must della letteratura tedesca quale è I Buddenbook di Thomas Mann. Infatti, Pedini sceglie di ricalcare con rigore stilistico gli schemi narrativi e l’evoluzione delle vicende della famiglia tedesca del titolo, le cui tragedie vengono costruite con rigore perfetto da Mann per narrare la decadenza della borghesia della Germania del XIX secolo. Carlo Pedini invece sposta l’azione nell’Italia del Novecento, fra il 1934 e il 1985, e racconta un altro tipo di decadenza, quella della Chiesa Cattolica. Un romanzo epico, sontuoso che cavalca un pezzo fondamentale della storia italiana, che va da quella fascista, passando per gli anni della Ricostruzione, la lotta fra il Partito Comunista e la Democrazia Cristiana. Parole che alla sua lettura diventano immagini di potente lirismo e musica dalle fini armonie per mettere in scena il ritratto di un paese che diventa specchio poetico dell’eterna lotta fra il bene e il male rappresentata da una stabilità politica che è sempre venuta a mancare. E la Chiesa cattolica, da perfetto Iago, ha sempre tramato affinché ciò avvenisse.

La sesta stagione arriva fino agli anni di piombo e agli ultimi della Prima Repubblica lasciando così il lettore italiano, alla fine, con una consapevolezza dolorosa della realtà che circonda la sua Storia e in particolare del secolo appena trascorso. L’autore costruisce un affresco maestoso e imponente del nostro Paese, ma sceglie volutamente come sfondo un luogo fittizio, Civita Turrita, una piccola comunità sita sugli Appennini. Pedini usa la religione come fulcro del ritratto di un Paese che ne è stato vittima, e sceglie una comunità di paese proprio per amplificare il potere che essa ha avuto sulla quotidianità dei suoi cittadini. Il lettore che ha amato il libro di Mann e lo conosce bene si ritrova in un percorso famigliare, ma allo stesso tempo completamente diverso. Le storie di una classe clericale abbarbicata sulle proprie dogmatiche consapevolezze, che non riesce a mantenere salda nemmeno la fede dei propri rappresentanti, dimostra la fallacità di un sistema destinato a perire perché malato nel suo intimo, costruito su false verità e appurate menzogne. Come può un sistema basato su rituali vecchi di migliaia di anni, sulla ripetitività sterile di formule liturgiche continuare a vivere in eterno?

La Chiesa sarebbe già morta, seppellita definitivamente, se non fosse per le fragilissime impalcature di facciata che si è costruita intorno. Mura di protezione fatte di carta velina che rispecchiano sempre di più i percorsi negativi dell’opinione pubblica nei suoi confronti, sempre più attuali considerati gli ultimi fatti di cronaca, le eterne polemiche che vi ruotano intorno, gli scandali, i ricatti, la delinquenza che serpeggia nell’istituzione ecclesiastica. Pedini, che è musicista di lungo corso, docente al Conservatorio “F. Morlacchi” di Perugia, compositore, direttore d’orchestra, utilizza una struttura codificata, come nella musica, per orchestrare la mole di quest’opera narrativa. Come fosse una sinfonia, il modello di riferimento dei Buddenbook è solo lo scheletro utile per costruire un’opera che è indipendente nel suo contenuto, nella forza con la quale esprime il suo dissenso nei confronti dell’ordine precostituito delle ossessioni religiose, del potere, dell’essenza di un ricettacolo di corruzione, avidità e morte che sono l’anima di un paese – Civita Turrita metafora dell’Italia – che ha distrutto tutto quello che aveva di buono. I personaggi ricalcano fedelmente quelli dell’antesignana opera di Thomas Mann, i loro alter ego sbagliano dove loro hanno sbagliato, prendono decisioni laddove i precedenti le avevano prese. Il soggetto sembra essere il mutamento di un mondo che non è più quello di un tempo e il rifiuto di una religione onnisciente diventa affrancamento, salvezza, ma purtroppo come insegna la religione stessa il Paradiso non è per tutti. Checché vada blaterando il contrario attraverso le sue operazioni di marketing. E ci si domanda perché lo scorso anno fra i 12 concorrenti al Premio Strega non sia rientrato nella cinquina finale nonostante fosse superiore certo ad almeno due o tre di quelli che ci sono rientrati. Ma questa è un’altra metafora della storia italiana.

La sesta stagione
Autore: Carlo Pedini
Casa editrice: Cavallo di Ferro, 2012
Pagine: 704
Prezzo: 19,90 €



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Category: Libri