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Compagni di viaggio – Mr Klein : Fuori le Mura


Compagni di viaggio – Mr Klein





6 maggio 2013 |



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Monsieur Robert Klein (Alain Delon) è un alsaziano collezionista di opere d’arte. Vive nel lusso e ha una giovane amante (Jeanne Moreau). Nella Parigi del 1942 sconvolta dalla guerra e occupata dai tedeschi, trascorre le sue giornate nell’indifferenza totale e nell’autocontemplazione raffinata della propria ricchezza. Insolente e strozzino all’occasione, si assicura a metà prezzo antichi oggetti di valore dai quali gli ebrei sono costretti a disfarsi.Un ardire destinato a ridimensionarsi quando scopre l’esistenza di un altro Robert Klein, con tutta probabilità ebreo, che si sta servendo del suo nome per mascherare l’attività di resistente e fuggire alle persecuzioni razziali. Klein si rivolge alla polizia e si ritrova ben presto coinvolto in una fitta trama di sospetti e misteri. L’uomo decide di mettersi alla ricerca dell’omonimo e si ritrova nella sua casa vuota mentre le pressione della polizia aumenta. Forse si tratta di una trappola. Robert è di razza ariana, ha i certificati da presentare alle autorità e spera di guadagnarsi un buon esito. Un avvocato gli ha offerto la possibilità di lasciare la Francia con un passaporto falso, ma Klein ha sentito la voce del suo doppio sconosciuto al telefono e adesso è più che mai intestardito nel volerlo smascherare. Finirà per mischiarsi agli ebrei ammassati nel Velodrome d’hiver nei giorni tristi e memorabili della Grande Rafle del 16 e 17 luglio e per condividere, quasi pazzo, il loro stesso destino.

Scritto da Franco Solinas, presentato in concorso al 29º Festival di Cannes e vincitore di 3 Premi César nel 1977 (miglior film, miglior regista e miglior scenografia), Mr Klein come nel più classico dei topoi Hollywoodiani è un film costruito su una grande assenza.

In coppia con l’inossidabile e compianto Solinas alla sceneggiatura, Losey costruisce un’opera che appare immediatamente attraversata da una forte consapevolezza dialettica e strutturalista, e da un’interessante esigenza di collocazione del contenuto, sempre così ben diluito nello spazio e soprattutto sempre così ben convertito in azione. Un capolavoro nutrito dal dubbio, dalla paura, dalle atrocità, che nel terrore reale della Francia degli anni ‘40, diventano orrore puro, tragedia collettiva e individuale. Sorretto da un serio percorso di ricostruzione documentaria, elimina ogni residuo di faziosità e fa respirare a pieni polmoni tutti i personaggi, anche i così frequenti antieroi.

La psicologia, il cambiamento e la crisi di un uomo (inizialmente convinto di poter attraversare l’orrore ma
inesorabilmente travolto da una sorte capricciosa), diventano elementi fondamentali per la comprensione di un contesto non solo sociale ma storico politico. Robert (uno straordinario e irriducibile Alain Delon) resta intrappolato dentro se stesso, nella sua identità travisata, trasformandosi nella pedina impazzita di uno straordinario movimento di ripercorso innescato dal demone del dubbio e integrato magistralmente da uno script che lavora in continuazione al disvelamento del film.

Losey tende puntualmente a sfrangiare, asciugando la sceneggiatura e favorendo inquadrature più ampie e distese ma anche movimenti di macchina che sanno all’occorrenza scandagliare volti, espressioni, movenze individuali e atteggiamenti collettivi (l’episodio al restaurant “La Coupole” e l’indimenticabile chiusura sulla deportazione). Al centro un uomo di grande potere personale e di forte mobilità nei confronti della vita, del civettuolo universo femminile e del freddo mestiere di antiquario. Corroso nell’identità e privato della libera esistenza.

Ma chi è poi quest’altro? L’altro Klein, quello ebreo, è solo un impermeabile bianco, un’immagine senza voce (in esterno notte nella villa di Florence con l’immancabile sidecar e alla stazione di spalle salutando Nathalie) o una voce senza immagine al telefono, a sancire l’impossibilità di una riconciliazione. Un doppio che tende a suddividersi ulteriormente, a diventare sempre più etereo e sfuggente, mentre il protagonista procede attraverso un mosaico surreale di simboli e di fattori che gli scherzano contro. Una frustrante tragedia dell’assurdo e della sospensione giocata sulla struttura ciclica e sullo sdoppiamento. Klein diventa mercanzia. Individuo per il quale cercare può significare solo perdersi (o forse riscoprirsi) per sempre.

Mr. Klein
Monsieur Klein
Regia: Joseph Losey
Sceneggiatura: Franco Solinas, Fernando Morandi
Cast: Alain Delon, Jeanne Moreau, Francine Bergé, Juliet Berto, Suzanne Flon, Massimo Girotti, Michael Lonsdale, Magali Clement, Etienne Chicot, Roland Bertin, Jean Champion, Raymond Danon, Michel Aumont, Hermine Karagheuz, Gérard Jugnot, Elisabeth Kaza, Lucienne Le Marchand, Louis Seigner, Pierre Varnier, Jacques Maury
Produzione: Alain Delon Per Adel Productions, Lira Films, Mondial Television Film, Nova Films
Distribuzione: Titanus
Paese: Francia, Italia 1976
Durata: 125 Min



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Category: Cinema