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Pomodori e fragole in Groenlandia : Fuori le Mura


Pomodori e fragole in Groenlandia





1 aprile 2013 |



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Pomodoro

Pomodoro

Secondo gli ultimi studi, il territorio della Groenlandia avrebbe perso il 20% della sua superficie; non sono ormai solo gli strati più sottili a sciogliersi ma anche i grandi ghiacciai. Gli scienziati riescono oggi ad essere sempre più precisi sulla situazione grazie ad un vero e proprio “inventario” dei ghiacci completato con l’ausilio delle immagini satellitari della NASA con le quali si sono potuti osservare i cambiamenti nell’estensione e nello spessore del ghiaccio al Polo Nord. Dal 2003 al 2008 la Gronelandia  si è sciolta ogni anno nella misura di 50 gigatoni d’acqua. Quello che colpisce è che la zona a sud della Groenlandia – quella che dovrebbe essere più nevosa rispetto al nord – è invece quella che si sta sciogliendo più velocemente.

Il cambiamento climatico modifica così gli stili di vita degli eschimesi e dei tutti coloro che abitano queste latitudini. Le estati infatti sono sempre più lunghe e calde e questo ha portato molti a tentare di coltivare prodotti che, fino a quel momento, non erano mai stati neanche assaggiati da questi popoli. Kim Ernst, un ristoratore (sì, esistono ristoranti anche in Groenlandia) afferma di coltivare ogni estate prodotti che sarebbero decisamente adatti a temperature più miti: “quando sono arrivato qui nel 1999 nessuno si sarebbe mai immaginato di poter produrre le fragole ma adesso i giorni estivi sono sempre più caldi e ci permettono di sperimentare”.

Enst non è l’unico. Poco più a sud alcuni contadini producono oggi il fieno mentre nei supermercati di Nuuk vengono vendute, nei mesi più caldi, le verdure coltivate dalla popolazione locale. Si tratta di una vera e propria (allarmante) rivoluzione agroalimentare che ha portato gli amministratori locali a studiare come poter sfruttare i cambiamenti di temperatura a vantaggio degli abitanti di questo – fino a qualche decennio fa – inospitale luogo. Naturalmente tutto questo significa ridurre l’importazione di prodotti europei molto costosi per le comunità della Goranlandia. Nella testa degli amministratori e della popolazione questo evento potrebbe significare anche la possibilità di chiedere e ottenere l’indipendenza dalla Danimarca.

Il cambiamento è già iniziato: gli agricoltori del sud della Groenlandia riescono già da qualche tempo a coltivare patate e la produzione è raddoppiata rispetto al 2001. La coltivazione inizia oggi a Maggio, due settimane prima del solito, e finisce a Ottobre, in ritardo di tre settimane. Sul fiordo di Nuuk, ci sono oggi molte fattorie nelle quali vengono coltivati ben 23 tipi di verdure diverse, tra cui anche i fagioli e le fragole. Secondo molti, la Groenlandia in breve tempo potrebbe competere con la Danimarca nell’esportazione di alcuni prodotti. Il cambiamento climatico però non è solo portatore di elementi positivi: paradossalmente, al migliorare delle temperature, in Groenlandia stanno diminuendo le settimane di pioggia e i fattori meteorologici diventano sempre più devastanti. Un estate molto secca, rispetto alla media, diventa un problema anche qui perché significa che nei mesi più piovosi si può andare incontro a giorni di forte pioggia che non agevolano i raccolti. Insomma, per molti l’innalzamento delle temperature significa riuscire a produrre e a guadagnare di più. Bisognerà col tempo vedere se gli eventi riusciranno ad essere modellati a favore di questa popolazione.

 



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Category: Scienze + Tecno