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L’intero genoma umano è coperto da brevetto. Di chi sono i nostri geni? : Fuori le Mura


L’intero genoma umano è coperto da brevetto. Di chi sono i nostri geni?





1 aprile 2013 |



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L’impatto della proprietà intellettuale sulla ricerca scientifica
di M. Lupo

money_genesSecondo un recente studio pubblicato su Genome Medicine, l’intera sequenza genetica umana sarebbe ormai coperta da brevetto. La possibilità di studio, di uso, di vendita e di ricombinazione di ogni nostra molecola di DNA sarebbe ormai ad esclusivo appannaggio di poche società di genomica. Queste sono le conclusioni dei ricercatori del Weill Cornell Medical College e dell’Università di Medicina e Odontoiatria del New Jersey (UMDNJ) che hanno analizzato gli oltre 40mila brevetti sul genoma umano.

Dagli esami  dei brevetti sulle sequenze lunghe di materiale genetico, i ricercatori hanno scoperto che il 41% del genoma umano è coperto dalla proprietà intellettuale. Tuttavia se si considerano le concatenazioni brevi di geni poste sotto brevetto, contenute nelle sequenze lunghe, allora si arriverebbe a coprire il 100% del genoma umano. Questa situazione ostacola lo studio della genetica perché non permette una ricerca libera sul patrimonio genetico e quindi una diffusione rapida del sapere e di una sperimentazione avulsa da logiche di profitto. Inoltre questa realtà avrebbe delle ripercussioni gravissime per l’era delle terapie personalizzate, prossima frontiera della medicina.

Se gli esseri viventi in sé non possono essere brevettati, la legge statunitense ha sancito nel 2001 delle linee guida per cui il DNA è idoneo alla brevettazione se “isolato dal suo stato naturale e trattato attraverso dei processi di purificazione che separano il gene da altre molecole che sono associate ad esso allo stato naturale”. Così strutturata questa norma lascia una completa libertà alle società di ricerca e di fatto si volge verso i segreti del nostro corredo genetico solo in vista di un profitto economico e non li considera come un patrimonio comune. Non solo, questa legge guarda alla genetica in modo astratto e permette numerose situazioni paradossali e contraddittorie.

Un caso impressionante salta agli occhi se si considera che gran parte dei nostri geni sono condivisi con altre specie viventi e che quindi spesso di alcune sequenze non è possibile distinguere nettamente a livello genetico dove inizia l’umano e dove finisce l’animale o la pianta. Grazie a questa lacuna, una società di ricerca possiede ora i diritti sull’84% di tutte le sequenze dei geni umani, in virtù di un brevetto su una particolare mucca da allevamento.

Un altro dato rilevato dagli studiosi è che con il sequenziamento di singoli geni o comunque di piccole concatenazioni di geni, spesso non si individua una funzione univoca dell’informazione genetica. Ciò impedisce lo studio di una determinata sequenza breve di geni in un ambito diverso da quello in cui è stata brevettata, a meno che la stessa società che detiene i diritti di ricerca non sia competente anche in quel determinato campo d’applicazione.dna-cage Ma l’evidenza più assurda è che spesso una parte di una sequenza di DNA brevettata coincide con un frammento di un’altra sequenza di geni; quindi è facile che uno stesso frammento di DNA sia brevettato più volte in diverse sequenze. In questa situazione non è raro che più società concorrenti abbiano il diritto di proprietà su uno stesso gene e che un ente debba bloccare le proprie ricerche perché non può approfondire le sue analisi sui singoli geni attigui, o sperimentare altre modalità di studio degli stessi. Non solo, la ricerca si arresta anche in caso di mutamenti epigenetici del materiale genetico brevettato, perché decadono i diritti.

Nella loro discussione i ricercatori si appellano infine al buon senso della Corte Suprema degli Stati Uniti che il 15 aprile si dovrà pronunciare sulla liceità dei brevetti detenuti dalla Myriads Genetics su due lunghe sequenze di geni – BRCA1 e BRCA2 – che favoriscono l’insorgenza del tumore al seno e alle ovaie. La società di genomica rivendica diritti anche sulle strutture più brevi di cui sono composte le sequenze di geni brevettate. È stato calcolato, infatti, che le due sequenze siano costituite da almeno 689 sequenze di altri geni, che non hanno nulla a che vedere con i tumori in questione, ma che non potrebbero essere studiate senza infrangere altri brevetti. Per questo la Myriads vorrebbe che i giudici forniscano una diversa interpretazione sull’applicazione dei brevetti.

In realtà da una controversia di tal sorta potrebbe emergere una nuova opportunità di far ordine nel complesso sistema dei cespugli brevettuali. La Corte Suprema ha ora la possibilità di stabilire un equilibrio tra la libertà di ricerca  e lo sfruttamento dei diritti di proprietà. I ricercatori delle due università americane si augurano che i giudici possano ora limitare la brevettabilità di sequenze geniche in virtù del loro ampio raggio di applicazione per vari ambiti della ricerca, e per la non univoca funzione di determinati frammenti del genoma. Se i brevetti sono pensati per fornire l’esclusività su una conoscenza ed arginare la concorrenza in una società dei consumi, è arrivato il momento di rendersi conto che la concorrenza, la segretezza e la commerciabilità non possono essere dei criteri validi per poter conseguire nuovi risultati nello studio dell’uomo e del suo patrimonio biologico.



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Category: Scienze + Tecno