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Acqua pubblica, mobilitazione in tutta Europa : Fuori le Mura


Acqua pubblica, mobilitazione in tutta Europa





25 marzo 2013 |



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Water_ITSono passati quasi due anni dallo storico referendum del 12 e 13 giugno 2011, quando oltre 25 milioni di italiani votarono per far sì che la gestione del servizio idrico non diventasse materia di profitto. Quel giorno si votò anche per dire sì o no al ritorno del nucleare e per l’abrogazione della legge sul legittimo impedimento. Erano passati pochi mesi dal disastro nucleare di Fukushima, e 26 milioni di italiani espressero la loro contrarietà all’uso dell’energia nucleare confermando quanto già avevano espresso in un referendum nel lontano 1987.

Fu un evento storico. Il referendum relativo alla difesa dell’acqua come bene comune era nato interamente dal basso, grazie all’azione politica del Forum italiano dei movimenti per l’Acqua nato nel 2006. Grazie a un impegno capillare sul territorio da parte di migliaia di attivisti, il Forum riuscì in un primo momento a raccogliere oltre 1 milione di firme necessarie alla convocazione del referendum, un traguardo mai raggiunto nella storia repubblicana, e successivamente a raggiungere e superare l’obiettivo del quorum del 50%.

A due anni da quello storico risultato, il movimento per l’acqua bene comune si è espanso a livello europeo e sta cercando di portare in seno alla Commissione Europea (l’organismo esecutivo dell’Unione) una proposta di legge comunitaria.

L’obiettivo, condiviso da molti movimenti e sindacati europei, è di raccogliere più di 1 milione di firme in almeno 7 paesi dell’Unione, e di avvalersi così dell’ICE (Iniziativa dei cittadini europei). Si tratta di uno strumento introdotto dal Trattato di Lisbona ed entrato in vigore nel 2012, che consente ai cittadini europei di proporre una iniziativa legislativa alla Commissione. Alcune limitazioni di questo strumento sono la non obbligatorietà da parte della Comissione di raccogliere la proposta cittadina, tuttavia i movimenti hanno voluto provarci lo stesso. Se l’iniziativa fosse accolta, si tratterebbe di un evento storico.

immagine logo acqua pubblicaL’obiettivo dell’iniziativa è rendere l’acqua un diritto pubblico riconosciuto in tutti e 27 i paesi dell’Unione Europea. I punti principali della petizione prevedono che le istituzioni europee garantiscano l’accesso all’acqua potabile ed ai servizi igienico-sanitari per tutti i cittadini, e che l’approvvigionamento di acqua potabile avvenga al di fuori delle logiche di mercato, e che quindi i servizi idrici vengano esclusi da qualsiasi forma di liberalizzazione. “L’acqua e i servizi igienico-sanitari sono beni comuni” – afferma il comunicato diffuso in inglese dalla piattaforma – “la privatizzazione dei servizi idrici è vista da molti come una minaccia ai diritti umani”.

Affinchè questa petizione diventi valida è necessario che in almeno 7 paesi membri venga superato un quorum calcolato sul numero degli abitanti (per l’Italia è di 130 mila firme) e che in totale le firme siano almeno un milione. Un obiettivo già raggiunto a febbraio e ampiamente superato nel mese di marzo. In occasione della giornata mondiale per l’acqua, il 21 marzo, il movimento europeo ha fatto sapere che è stata raggiunta la cifra di 1 milione e 300 mila firme. In Italia però non è stato ancora raggiunto il quorum, ed è richiesto quindi un ulteriore sforzo. Per farlo, è possibile firmare anche on-line, compilando un modulo sul sito dell’iniziativa.

Questa iniziativa di mobilitazione a livello europeo ha avuto il merito di unificare le numerosissime lotte di comitati locali che rifiutano la privatizzazione dei servizi idrici e che si battono perché l’acqua sia a tutti gli effetti un bene comune accessibile a tutti. In una Europa attraversata da tensioni crescenti alimentate da politiche economiche sbagliate, l’unione di queste lotte è un buon segnale.



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Category: Attualità