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Non ci indurre in tentazione : Fuori le Mura


Non ci indurre in tentazione





18 marzo 2013 |



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loc_nonciindurreintentazioneL’ambizione e il coraggio sono il condimento del primo lungometraggio del regista esordiente e pieno di talento, Santi Amantini. Una sola location, un solo attore, e la scelta del tema portante: l’assenza di Dio. Amantini mette in scena un dramma da camera in “quasi” bianco e nero in cui riecheggiano le opere di Bergman.

Una grande casa immersa nella campagna umbra fa da prigione alle incertezze del protagonista, un seminarista in crisi, che si rifugia nella casa materna per quaranta notti cercando delle risposte per la sua anima tormentata dai dubbi. L’assenza di un Dio inutilmente invocato lo porta all’isolamento, alla masturbazione metaforica e letterale, lo porta a mettere in discussione la scelta di entrare a far parte di un ordine religioso fatta più per paura che per convinzione. L’assenza di Dio nella sua vita e nel mondo vista attraverso un videogioco di guerra, la stessa assenza che lo spinge a cercare risposte ne “I fiori del male” di Baudelaire, lo stesso vuoto che rivede nelle anime dei personaggi di Ecce Bombo.

Il film, volutamente essenziale, è costruito su forti contrasti. La fotografia elegante e curata sottolinea luci e ombre come metafore dell’anima scissa del protagonista. Il colore è fortemente desaturato, fino a raggiungere un “quasi” bianco e nero che rende concrete le pulsioni di vita e di morte del protagonista. In perenne equilibrio tra la rabbia e la quiete. Il rapporto con la madre scomparsa, complesso e irrisolto è uno dei nodi della vita del protagonista che lo porta a questo sdoppiamento inquietante tra l’amore viscerale, fonte di ispirazione e conforto e l’amore morboso del suo doppio.

I 77 minuti risultano eccessivi considerando che è sbilanciata la presenza scenica del “doppio cattivo” rispetto a quella del seminarista, decisamente maggiore. Il doppio ruolo crea qualche difficoltà al protagonista che rischia di esagerare nell’interpretazione della Tentazione rendendola una maschera teatrale. Il film regge i lunghi silenzi, l’unica location e il singolo attore. Spicca la loro coraggiosa scelta all’interno del panorama indipendente italiano.

Lorenzo Berti, classe ’87. A dodici anni comincia la sua gavetta teatrale che lo porterà a lavorare con grandi pedagoghi di fama internazionale. Nell’estate del 2007 nasce il sodalizio artistico con Santi Amantini, anche lui viene da una lunga gavetta fatta di cortometraggi, documentari e collaborazioni con altri registi (la direzione della fotografia dell’horror In The Market e come assistente alla regia di Chris Weisz in The Twilight Saga: New Moon). I due girano insieme il corto Wiliam Wilson, liberamente ispirato dall’omonima opera di Edgard Allan Poe. Dalle critiche che ricevono nasce l’idea per questo lungometraggio, con tante idee e un migliaio di euro terminano le riprese a due anni di distanza.

Trailer

Non ci indurre in tentazione
Regia: N. Santi Amantini
Sceneggiatura: Lorenzo Berti
Interpreti: Lorenzo Berti
Durata: 77′
Produzione: Italia, 2012
Distribuzione: Whiterose pictures



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Category: Cinema