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Re della terra selvaggia : Fuori le Mura


Re della terra selvaggia





28 gennaio 2013 |



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Re della terra selvaggia (Beasts of the southern wild) è ritenuto da molti critici uno dei casi cinematografici dell’anno: film d’esordio del giovane regista Benh Zeitlin, risulta vincitore del maggior numero di premi nel 2012 e ha ricevuto ben quattro candidature agli Oscar, come Miglior film, Miglior regista, Miglior attrice protagonista e Miglior sceneggiatura non originale. Davvero sorprendente! Eppure, una volta visto il film, di sorprendente non resta che questo: il fatto che abbia riscosso davvero un successo così grande.

La storia narrata è quella di Hushpuppy, una bambina che vive con il padre severo nella comunità della Grande Vasca, una zona paludosa posta presso il delta di un fiume non meglio localizzato nel sud degli Stati Uniti. Il padre della piccola protagonista è gravemente malato e prova ad educare rozzamente la figlia ad affrontare con durezza le difficoltà che una vita da orfano le presenterà davanti. L’intero villaggio è in attesa di un uragano dalle proporzioni epocali. Alcuni abitanti fuggono oltre la diga costruita per riparare la città dall’alluvione prevista. Altri, tra cui Hushpuppy e suo padre, decidono di rimanere nelle loro baracche e affrontare l’uragano senza figgire.

Viene da pensare che Re della terra selvaggia sia un perfetto esempio di film mal riuscito. Uno di quei film nati intorno a un nucleo pericoloso di buone intenzioni e le buone intenzioni, si sa, se mal utilizzate, generano più danni della cattiveria. Nel caso di Benh Zeitlin le buone intenzioni si accompagnano ad un sincero spirito pedagogico, anch’esso male utilizzato. Intorno a questi due elementi, le buone intenzioni e lo spirito pedagogico, si assembla tutto ciò che di potenzialmente buono poteva essere del film e tutto ciò che di realmente mediocre ne è venuto fuori.

Le tematiche dell’ecologia, della sobrietà degli stili di vita, della schiettezza nei rapporti umani, dell’affetto tra padre e figlio sono affrontate in modo così verbale, così sfacciato da imporsi allo spettatore come un atto di esibizionismo del regista, che sembra ammiccare dicendo: “vedete, ho riflettuto su questi temi e mi ci sono affezionato tanto da farne un film”. Lo spirito del pedagogo, poi, appesantisce la narrazione in modo insopportabile riducendola a uno sventolio di predicozzi e di banalità disarmanti sulla vita, issati come vessilli di verità assolute. Riflessioni terribilmente banali sull’esistenza vengono rattoppate insieme e messe in bocca a una bambina di sette anni. Povera piccola, costretta a fare pensieri che nessun bambino ha in mente. Pensieri troppo contorti per essere elaborati da un bambino di cinque anni, ma troppo banali per un adulto che nei suoi studi di filosofia abbia superato la lettura de Il mondo di Sofia (senza nulla togliere allo stimatissimo Jostein Gaarder).

Insomma, utilizzando un eufemismo si può dire che Re della terra selvaggia è un film sopravvalutato, incastrato fra i due mondi: quello della realtà narrata e quello della favola. Tra questi due mondi il fiore nasce, sfiorisce e muore, come un piccolo fiore schiacciato tra due rocce. Molti errori sono dovuti senz’altro all’inesperienza e saranno superati nei prossimi film. Ciò che manca non è la convinzione che Benh Zeitlin possa fare ottimi film in futuro, ma la convinzione che il suo film di esordio sia tanto riuscito da meritare i riconoscimenti ricevuti.

Concludo con una confessione: a volte mi capita di parlare con persone che sostengono con convinzione una tesi o che espongono gli insegnamenti tratti da una lettura o che semplicemente raccontano le emozioni provate durante un’ esperienza vissuta. Mentre lo fanno si insinua in me la fastidiosa convinzione che il mio interlocutore è persuaso ma non è convinto, che ha masticato ciò di cui parla, ma non lo ha digerito, che, insomma, ciò che dice di avere in sé gli è solo passato davanti agli occhi. Ecco, questa stessa sensazione l’ho provata guardando il film di questo giovane regista. Ciò può non voler dire nulla, ma può voler dire molto.

Guarda trailer

Re della terra selvaggia
Beasts of Southern Wild
Regia: Benh Zeitlin
Sceneggiatura: Lucy Alibar, Benh Zeitlin
Cast: Quvenzhané Wallis, Dwight Henry
Produzione: USA, 2012
Durata: 92′
Distribuzione: Satine Film e Bolero Film, 7 febbraio 2013
Sito Ufficiale



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Category: Cinema