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Fukushame, Il Giappone perduto : Fuori le Mura


Fukushame, Il Giappone perduto





21 gennaio 2013 |



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Fukushame. Il Giappone perduto è un documentario di Alessandro Tesei che tratta del disastro ambientale e umanitario causato dal danneggiamento della centrale di Fukuschima, in Giappone, a seguito del terremoto e maremoto del Tohoku, l’11 marzo 2011. A seguito del maremoto, infatti, si è verificata la fusione dei noccioli dei reattori 1, 2 e 3 con conseguente rischio che la massa di carburante esposto potesse raggiungere la criticità, rilasciando così materiali radioattivi.

Il giovane regista ci immerge nella realtà quotidiana successiva all’incidente, da un lato mostrandoci i luoghi deserti e abbandonati della cosiddetta zona rossa, nella quale è riuscito a penetrare grazie all’aiuto di alcuni volontari di una associazione animalista locale; dall’altro riportando, attraverso una serie di interviste, la vita delle persone costrette ad evacuare la zona intorno alla centrale, la loro apprensione per la salute propria e dei figli piccoli, esposti più di altri alle conseguenze delle radiazioni.

Dalle immagini si avverte la gravità del rischio corso e la densità del pericolo ancora esistente, dovuto, tra le altre cose, all’impossibilità di conoscere con certezza le conseguenze future dell’incidente, i livelli di radioattività che saranno raggiunti e le conseguenze sulla salute degli abitanti del Giappone. In simile incertezza, peraltro, si continuano ad acquistare prodotti locali per evitare che i mercati subiscano conseguenze eccessivamente dure che li porterebbero al collasso.

Secondo il giornalista Sky Pio D’Emilia , “Il documentario è importante non solo perché conferma che ci sono italiani arrogantemente coraggiosi in un momento in cui il coraggio manca in tutti i settori, ma anche perché svolge un ruolo essenziale nel cercare di spiegare non solo quello che è successo”, ma anche nel dare una lettura estremizzata degli avvenimenti che, accostando Fukushima a Cernobil, ricorda che l’emergenza non è ancora conclusa. Il giornalista precisa che “non bisogna cadere nell’errore di pensare che a Fukushima ci sono stati centinaia di migliaia di morti. Non ci sono stati centinaia di morti, nemmeno decine, nemmeno uno legato direttamente alle radiazioni nucleari. Ci sono stati però molti infarti […], molti ricoveri, molte denunce per l’aumento del cancro e chi ne sa più di me, soprattutto gli studiosi di Chernobil sanno che gli effetti reali dell’esplosione nucleare li sapremo tra 30 anni con l’aumento del cancro alla tiroide.

Insomma, secondo Pio D’Emilia, “ciò che hanno fatto di buono questi ragazzi è di aver sottolineato il costo sociale del nucleare”. Una catastrofe naturale può accadere ovunque in ogni momento ed è quindi necessario segnalare il rischio enorme che un popolo può correre.

Effetti del nucleare nelle persone, nei loro rapporti con il governo, nella mancanza di fiducia. Il lato umano della catastrofe sembra essere proprio il punto forte del documentario. Riuscire a comprendere quali siano i rischi, i costi nascosti del nucleare e non soltanto quelli economici e industriali.

La produzione del documentario è costata 80 mila euro, che per un documentario indipendente è una somma sostanziosa. La produttrice Christine Reinhold ha affermato che la possibilità di disporre di tale somma è stata offerta loro dalla Borrow and partners che ha li supportati in questo progetto prima ancora che si conoscessero le possibilità di uscire nei cinema o negli home video.

Come ha notato il co-autore Matteo Gagliardi, tra le note di regia senz’altro da menzionare, lodevole risulta l’uso dell’ottica grandangolare da parte del regista, nelle poche volte che gli è stato permesso di entrare nella zona proibita. L’audio spesso disturbato da rumori esterni ha reso necessario il doppiaggio, laddove forse sarebbe stato meglio conservare le interviste originali sottotitolate. Certo, questo può dispiacere anche perché toglie realismo al lavoro, ma è giusto dire che il doppiaggio ha una buona qualità e non stona eccessivamente con il contesto generale.

Non sappiamo in quante sale romane uscirà il documentario. Probabilmente in poche e proprio per questo vale la pena suggerirne la visione.

Guarda il trailer

Fukushame: Il Giappone perduto
Regia: Alessandro Tesei
Produzione: Teatro Primo Studio – Film Beyond
Durata: 65′
Distribuzione: Distribuzione Indipendente
Data di uscita: 23 Gennaio 2013 (cinema)
Sito ufficiale



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Category: Cinema