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Django Unchained – Lo spaghetti che ti aspetti : Fuori le Mura


Django Unchained – Lo spaghetti che ti aspetti





14 gennaio 2013 |



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Alla conferenza stampa d’apertura dell’ultimo Festival del film di Roma Marco Müller aveva annunciato la sorpresa Tarantino, una sorpresa che si è fatta attendere e desiderare concretizzandosi poi in un evento collaterale alla kermesse. Piazza Cavour e il cinema Adriano, con le due troneggianti gigantografie di Jamie Foxx e Cristoph Waltz, sono state lo scorso 4 gennaio teatro dell’evento che ha visto Ennio Morricone consegnare il premio alla carriera a uno dei registi cult del cinema contemporaneo. Fresco di nomination agli Oscar (5) è stato lanciato così in Italia Django Unchained, il secondo capitolo dopo Bastardi senza gloria di quella che si prevede essere una trilogia con una conclusione ancora indefinita. Dopo anni e anni Tarantino realizza finalmente il suo sogno non limitandosi più al solo citazionismo ma ricalcando più che un film un genere a piè pari. Nonostante infatti la pellicola sia dichiaratamente ispirata al Django di Sergio Corbucci non ne è affatto un remake quanto piuttosto un omaggio a ciò di cui Corbucci e Django sono stati simboli: lo spaghetti western.

Il cinema americano per eccellenza, un cinema tramontato e riportato in voga nell’ultimo decennio attraverso il filone del western moderno: I segreti di Brokeback Mountain di Ang Lee, Le tre sepolture di Tommy Lee Jones, Non è un paese per vecchi e soprattutto Il Grinta di Ethan e Joel Coen, Appaloosa di Ed Harris. Ma Django Unchained è diverso, non solo riproduce quello che fu un sottogenere fortemente italiano ma lo fa con fini apparentemente ludici, simili a quelli di un ragazzo troppo cresciuto che dopo anni ritorna a giocare con il suo gioco preferito adesso per tutto il tempo che vuole. Per 2 ore e 45 minuti Quentin Tarantino mette in scena le sue passioni, fa della citazione l’opera servendosi come sempre di un cast eccellente e di una scrittura che non perde mai fascino rimanendo sempre al di sopra di un certo livello.

Tutto è perfetto: impeccabile la regia, la sceneggiatura e i tempi narrativi, la sottile o esibita ironia spinta al massimo nelle sequenze più splatter, il pulp sovrabbondante (anche se c’è stato di meglio), apprezzabile inoltre lo spaccato sulla questione razziale. In tutto l’arco temporale che porta lo schiavo di colore Django a divenire cacciatore di taglie l’attenzione non viene mai meno nonostante l’azione sia relegata quasi totalmente negli ultimi 45 minuti in un classico crescendo graduale che esplode nello spettacolo finale, come tanto piace al regista. Insolitamente poco spazio ai personaggi femminili, la Broomhilda di Kerry Washington non è Mia Wallace, Beatrix Kiddo o Shosanna Dreyfus, trattasi più che altro di personaggio con poco spessore meramente funzionale alla storia, una scelta probabilmente nel pieno rispetto dell’epoca e del genere della donna oggetto. Nulla da dire, Django Unchained detiene in sé tutta quella serie di elementi che ne fanno un lavoro ineccepibile ma…c’è un ma, ed è che nonostante tutto si ha la sensazione che manchi qualcosa. È quel guizzo, quello stupore, quell’originalità visiva, quello sperimentalismo che hanno reso Tarantino cult, stavolta troppo dentro le regole troppo, ed è strano scriverlo, nelle vesti di un serioso saggista.

Guarda il trailer

Django Unchained
Id.
Regia e sceneggiatura: Quentin Tarantino
Cast: Jamie Foxx, Leonardo Di Caprio, Christoph Waltz, Samuel L. Jackson, Kurt Russell, Jonah Hill, Kerry Washington, Tom Savini, Gerald McRaney, Tom Wopat, James Russo, James Remar, Todd Allen, Don Johnson
Paese: USA 2012
Durata: 165ʹ
Produzione: A Band Apart, Sony Pictures, The Weinstein Company
Distribuzione: Warner Bros. Italia
Data di uscita: 17 gennaio 2013
Sito italiano



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Category: Cinema