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L’inverno di Nina Di Majo : Fuori le Mura


L’inverno di Nina Di Majo





26 novembre 2012 |



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Due coppie borghesi a confronto che si muovono nel pantano della solitudine delle loro esistenze consumate tra enormi gallerie e loft oscuri: Leo e Marta sono rispettivamente uno scrittore in crisi creativa, che sfoga le proprie frustrazioni artistiche sulla sua compagna, e una gallerista figlia di papà, che cerca di affermare se stessa con un lavoro di cui non crede di essere all’altezza; Gustavo e Anna invece sono una coppia sposata con molti anni d’età a separarli e del tutto indifferenti l’uno all’altra, lui è un industriale mentre lei una traduttrice insicura di sé e nevrotica, che soffoca di attenzioni il suo cane per sopperire all’impossibilità, per colpa di lui, di avere dei figli. Dagli incontri fugaci di un’amicizia fatta di convenevoli, i sentimenti delle due coppie si intrecceranno sempre di più, in particolare quelli provati da Anna per Leo. Da questo gioco psicologico è la coppia all’apparenza più solida, Marta e Leo, a dover fare i conti con i cocci delle proprie esistenze.

Ne L’inverno (recentemente editato in dvd per Cecchi Gori con un’intervista alla regista), dopo l’esordio alla regia con il malinconico Autunno (anche questo appena uscito in dvd),  Nina Di Majo racconta un nuovo aspetto della borghesia spostando lo sfondo da una Napoli anonima e silente ad una Roma straniante, fatta di non luoghi freddi e cupi, che uccidono i sentimenti della vita riflettendosi sui quattro protagonisti. La regista comprime le idiosincrasie dei personaggi attraverso lunghe carrellate orizzontali e semicircolari, ralenti, campi lunghi, una fotografia livida, cristallizzata in luci al neon su sfondi metallici o nella cupezza del buio notturno fatto di posti ampi e desertici, un montaggio a scatti, una musica psichedelica. Un’opera del 2002 che ha un retrogusto consapevole del cinema indipendente americano dell’inizio del decennio precedente.

Nina Di Majo, infatti, si rivela una filmaker di ricerca che però si aggrappa alla consistenza e agli sperimentalismi dell’Abel Ferrara di The Addiction e agli schemi sociologici degli sfondi newyorkesi del Whit Stillman di Metropolitan non disdegnando qualche riferimento agli schemi estetici del noir tedesco degli anni Trenta con tanto di stralci psicanalitici e ricostruzioni oniriche, che vengono espresse nella ricostruzione soffocante dei rapporti e nella cupezza dei suoi interni. L’autrice dimostra così una maggiore competenza nell’uso della macchina da presa (nonché di essersi vista molti film!), nella ricerca di uno stile che traccia gli affetti nella forma e nella costruzione dell’immagine piuttosto che nella sceneggiatura, che a conti fatti si rivela mera funzione a servizio della regia.

Presentato nella sezione Panorama al Festival di Berlino del 2002, L’inverno dilata i canoni del cinema della e per la classe borghese mettendo in luce due storie che sembrano andare su binari paralleli per poi scoprire che procedono in opposte direzioni portando in questo modo gli squarci delle solitudini dei personaggi in un vortice di ossessioni compulsive, che vengono esaltate e poi schiacciate fino a definire l’inconsistenza del loro valore e forse espresse solo attraverso le parole. Perché tutta quella sofferenza provata diventa veicolo per dimostrare l’intima consapevolezza che quei sentimenti così a lungo ostentati sono solo rabbia verso se stessi per la mancanza totale di essi verso gli altri. Nel marasma di un cinema italiano sempre uguale a se stesso, Nina Di Majo osa e sperimenta realizzando un’estetica e una poetica personale. Sua. Solo sua. Che si evince non solo con opere di nicchia come Autunno e L’inverno, ma anche con produzioni commerciali come il recente Matrimoni e altri disastri. E questa, è già una grande virtù.

L’inverno
Regia: Nina Di Majo
Interpreti: Valeria Bruni Tedeschi, Valerio Golino, Fabrizio Gifuni, Yorgo Voyagis, Paolo Paolini
Produzione: Italia, 2002
Durata: 97’
Distribuzione home video: Cecchi Gori Home Video, 2012
Caratteristiche dvd: lingua italiana (Dolby Digital 2.0) e sottotitoli in italiano per i non udenti, formato 16:9/1.85:1, intervista a Nina Di Majo



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Category: Cinema