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Les Halles: dove si incontrano passato e futuro : Fuori le Mura


Les Halles: dove si incontrano passato e futuro





12 novembre 2012 |



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Parigi, Les Halles

Nonostante sia stato uno dei luoghi più importanti dal punto di vista storico, poiché da sempre zona di traffici e commerci, il quartiere di Les Halles, con un utenza di ben 41 milioni di persone all’anno e di 800.000 pendolari al giorno, è una delle aree più problematiche della metropoli francese a causa del forte degrado sociale e ambientale. Non una zona  periferica, ma il cuore della capitale, quello che lo scrittore Èmile Zola definì il “ventre di Parigi” nella descrizione dei padiglioni in acciaio, ferro e ghisa degli splendidi mercati generali fin de siècle progettati da Victor Baltard nel 1848 e demoliti negli anni Settanta.

Una lacerazione traumatica del proprio tessuto urbano, vissuta dai parigini come una privazione di significato e memoria, fino all’inaugurazione nel 1979, del Forum des Halles, ai piedi della gotica St. Eustache: un centro commerciale sotterraneo multilivello a cielo aperto su progetto di Claude Vasconi e Jean Willerval. Oltre 40.000 metri quadri di vetro e alluminio, un giardino di 4 ettari ricco di sculture, fontane e mosaici, spazi per esposizioni ed eventi culturali ma soprattutto, al di sotto del complesso, la stazione ferroviaria (RER) Châtelet – Les Halles, uno degli snodi principali della rete metropolitana di Parigi nonché la più grande al mondo.

Una soluzione architettonica che non ha convinto in pieno l’opinione pubblica, ed il dibattito sul ruolo strategico di Les Halles e su un eventuale progetto di riqualificazione dell’intera zona, torna ad avvampare Parigi. A seguito di un concorso internazionale, indetto nel 2003 dal sindaco Bertrand Delanöe e posto a giudizio dei cittadini stessi, il rilancio complessivo dell’area viene affidato all’architetto francese David Mangin (studio Seura), proponendo una visione architettonica attenta all’equilibrio dei vari settori urbani di Parigi.
Il progetto si configura nelle forme di “un tetto sopra un giardino”, una copertura trasparente posta a 9 metri dal suolo che lascia filtrare la luce naturale verso il Forum, a ricordo di un tipo di passaggio coperto piuttosto diffuso nella Parigi di metà Ottocento. Dal punto di vista urbanistico, un ampio viale collegherà la Borsa Commerciale fino al Forum, ridisegnato come punto di incontro multifunzionale degli ex-mercati parigini e sotto il quale nasceranno nuovi spazi commerciali e servizi per il pubblico, mentre gallerie e scale mobili si inabisseranno a 20 metri di profondità per raggiungere la metropolitana.

La soluzione progettuale di Mangin prospetta la creazione di uno spazio pubblico importante, un luogo dove la gente desidera andare, quanto il multimediale Beaubourg di Renzo Piano e Richard Rogers o l’affollatissimo spazio sottostante la Piramide di  Ieoh Ming Pei, ingresso principale del Museo del Louvre al centro della Cour Napoléon. Lavori oggetto di roventi controversie durante la fase di realizzazione ma capaci di accumularsi nella memoria collettiva come ideale continuazione architettonica di quel dialogo fra vecchio e nuovo, fra passato e futuro che caratterizza la lunga tradizione delle opere-simbolo di Parigi.



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Category: Arte