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Il valzer dimenticato di Anne Enright : Fuori le Mura


Il valzer dimenticato di Anne Enright





12 novembre 2012 |



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Sono le storie più semplici che raccontano le verità più inaspettate. Dopo l’osannato e crudo ritratto di una famiglia disfunzionale ne La veglia, vincitore del Man Booker Prize 2007, Anne Enright, autrice irlandese dalla penna fina e dalla sguardo silenzioso, ne Il valzer dimenticato (finalista all’ultima edizione dell’Orange Prize e appena uscito tradotto in italiano da Andrea Silvestri per Bompiani) costruisce la storia di un tradimento. Raccontato dal punto di vista dell’altra donna, già questo un aspetto piuttosto originale nella letteratura, che in genere preferisce le vittime, le mogli tradite, non quelle che tradiscono o che portano al fallimento i matrimoni. Ma a conti fatti scopriamo invece che è proprio la nostra protagonista, Gina, la vittima; quindi possiamo affermare che anche la Enright non si distacca molto da questa massima della narrativa, ma riserva invece molte sorprese nell’angolazione, nella sfera emotiva, nei sentimenti messi a nudo attraverso un’opera che getta un occhio acuto sull’evoluzione e i sentimenti umani della nostra contemporaneità.

Gina è una donna irlandese trentenne che incarna lo specchio della società del suo paese profondamente cambiato dopo il boom economico di qualche anno prima (poco prima della disgraziata recessione, che tra gli stati europei ha visto proprio l’isola verde fra le più provate). Una donna tranquilla, emotivamente stabile, con un buon lavoro – si occupa di realizzare siti in lingua inglese per le aziende straniere -, un matrimonio privo di scosse con un pacato mago del computer suo coetaneo. Ma un giorno, ad una festa organizzata da sua sorella Fiona, incontra Séan, un uomo di quasi cinquant’anni sposato e con una figlia con un misterioso problema di salute di cui tutti tacciono. La scintilla fra i due scatta subito, ma è destinata a diventare fiamma solo dopo un po’ di tempo. La donna crede quella con Séan sia solo una relazione di natura sessuale destinata a rimanere tale, ma ben presto quei sentimenti che credeva di poter controllare sfuggono al suo controllo. E di quelli dell’uomo ce n’è uno solo con il quale Gina proprio non può competere. Non è certo quello per la moglie di lui Aileen, ma quello per la figlia Evie. Una cosa con la quale dovrà fare i conti.

La nostra protagonista scrive in prima persona e si rivolge direttamente al lettore attraverso una narrazione complessa sviluppata su vari piani temporali, che ad un certo punto si intrecciano per svelare il mistero degli affetti e dei comportamenti umani che scaturiscono da essi. Gina racconta di sé, dei suoi difetti, delle sue insicurezze, dei suoi rapporti con i suoi cari, dal marito Conor alla sorella Fiona, ai genitori Miles e Joan e soprattutto di Séan e di Evie. Se ne La veglia la perdita fisica di una persona cara, il fratello psicologicamente fragile della protagonista Veronica, monopolizza l’intera costruzione del romanzo, in questo caso è una perdita emotiva a reggere l’asse narrativo del romanzo. Eppure nemmeno stavolta la Enright dimentica di prendere in esame il concetto della morte, in questo caso dei genitori della protagonista. Due perdite che avvengono in due fasi molto diverse della vita della donna, nel corso dell’adolescenza la prima e dell’età adulta la seconda, ma che diventano in entrambi i casi la causa che la spinge verso una nuova sfera emotiva e la porta a comprendere e analizzare diversamente, la seconda volta, i suoi sentimenti verso Séan. Quel Séan la cui figura sembra quasi pretestuosa, un uomo come tanti, dai sentimenti ambigui, che sembra amare per noia Gina e per senso del dovere la figlia. Quella figlia la cui presenza, pur nell’assenza, è talmente manipolatrice da turbare il loro rapporto. Sin da quel primo innocente bacio della coppia davanti alla bambina, testimone involontaria di una passione casuale.

Il valzer dimenticato si rivela un romanzo di chiara matrice borghese, ne sfrutta gli schemi, la psicologia dei personaggi (che tra l’altro vengono caratterizzati con pennellate rapide eppure efficacissime), le inquietudini. Ma a differenza della letteratura e del cinema nostrano, fossilizzato su retaggi ideologici e sociali che non rispettano più la società che vuole descrivere, Anne Enright, da emancipata donna europea, dimostra di sapere rimodellare il tutto rispetto ai nuovi codici di più frastagliati strati borghesi e di un femminismo intelligente.

Il valzer dimenticato
The Forgotten Waltz
Autrice: Anne Enright
Traduttore: Andrea Silvestri
Casa editrice: Bompiani, 2012
Collana: Narratori stranieri
Pagine: 280
Prezzo: 18,00 €



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Category: Libri