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La nave dolce di Daniele Vicari : Fuori le Mura


La nave dolce di Daniele Vicari





5 novembre 2012 |



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La nave dolce narra un episodio della storia recente italiana ed europea. Nell’estate di 21 anni fa, nel 1991, si verifica nel porto di Bari il più grande sbarco di emigranti provenienti dall’Albania: più di 20.000 persone ammassate su di un vecchio peschereccio attraversano i pochi chilometri che separano l’appena de-socialistizzata Albania dalla nostra terra, che agli occhi di chi arriva sembra poter offrire infinite opportunità.  Ricordare eventi storici è uno dei compiti del cinema documentario. L’Istituto Luce fu il primo creatore di documentari sulla storia e l’attualità d’Italia dai tempi del fascismo attraverso i suoi cinegiornali. Poi successivamente, l’interesse del racconto storico si è concentrato maggiormente attraverso il mezzo televisivo, con la realizzazione di programmi estremamente interessanti che ripercorrono attraverso le immagini di diversi archivi audiovisivi la storia del nostro Paese. Solitamente immagini in bianco e nero, nelle quali quasi non riconosciamo i protagonisti come nostri antenati per i vestiti, le usanze, le facce.

Vicari compie un’operazione molto importante. Riporta alla memoria, in un periodo in cui flussi migratori sono ormai una costante come purtroppo è una costante il bollettino delle morti di chi perisce nella fuga, un periodo vicino della nostra storia, che però sembra appartenere ad un’altra epoca storica, un altro Paese. Prima di qualsiasi decreto legge o dell’esistenza del permesso di soggiorno. Prima che i confini diventassero una linea da difendere da chissà quali pericoli, in completa contraddizione con la creazione degli stati uniti d’Europa, in cui i confini invece vengono cancellati.

Attraverso le testimonianze di alcuni personaggi che erano presenti su quella nave, alcuni anche volti famosi o con un lavoro consolidato in Italia, fra tutti Kledi,  famoso con Maria De Filippi e che con i suoi amici si fece quella traversata nella speranza di trovare un’opportunità in più  a quel tempo in Italia, speranza che si andò a infrangere contro le difficoltà oggettive di gestire e organizzare un flusso così imponente di migranti. Più che la difficoltà del viaggio o delle angherie subite, è un vero racconto di speranza, in cui i testimoni raccontano da cosa fuggivano e cosa speravano di trovare, e come in alcuni casi questo fosse molto diverso da ciò che venne realmente trovato.

Con l’aiuto di un incredibile materiale di repertorio che già da sé costituisce la spina dorsale visiva del documentario, Vicari aggiunge le testimonianze che mettono di fronte le due facce dalle conseguenze di un evento storico come fu la caduta del Muro di Berlino e la progressiva “occidentalizzazione” dei paesi ex-sovietici: da un lato ci sono gli ufficiali italiani, ancora innocenti rispetto al fenomeno migratorio, ancora completamente impreparati e forse ancora umani rispetto all’arrivo di queste persone, e dall’altro le speranze, le prospettive di un popolo a cui era stato detto che tutto stava per cambiare senza che capisse cosa esattamente stesse cambiando.

Visto con il senno del poi, a questa distanza di tempo e con gli eventi e leggi successive che vennero, La nave dolce ha una portata intensa e drammatica, che determina lo spartiacque definitivo dall’epoca delle illusioni, politiche o consumistiche che fossero, a seconda del punto da cui si osserva il futuro, il cambiamento. Fa pensare a cosa sia cambiato in questi venti anni, e come mai in alcuni casi si sia persa la sensibiltà per questi eventi che invece traspare dalle immagini di quegli anni.

Trailer

La nave dolce
Regia: Daniele Vicari
Anno di produzione: 2012
Paese di produzione: Italia
Durata: 90’
Distribuzione: Rai Trade



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Category: Cinema