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Le Beatrici di Stefano Benni: dalla donna angelicata alla donna licantropo : Fuori le Mura


Le Beatrici di Stefano Benni: dalla donna angelicata alla donna licantropo





22 ottobre 2012 |



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Le cinque Beatrici di Stefano Benni

La complessità della figura femminile è in scena al  Teatro Sala Umberto. Stefano Benni sbarca (e sbanca) a Roma con Le Beatrici. La forma del monologo è la più adatta alla resa teatrale dei testi perché permette l’introspezione necessaria a scavare nell’anima delle cinque donne presenti sul palco: la Beatrice dantesca stanca di aspettare, la ragazzina qualunque, la manager-politica mangia operai in pieno stile Confindustria, la donna che attende e la suora assatanata. Benni porta in scena degli stereotipi femminili per mostrare il loro sgretolamento.

La decostruzione del luogo comune iniziale è fonte inesauribile di risate sguaiate: dalla Beatrice che non vuole più aspettare il Sommo Poeta e sogna l’adone del quartiere che gioca al calcio fiorentino, fino ad arrivare alla suora assatanata che desidera il suo satanasso, che avrà fatto saltare un paio di coronarie alle cariatidi benpensanti del mondo dello spettacolo presenti nelle prime file.Eppure lo spettacolo sarebbe stato ben poca cosa se si fosse limitato a esporre dei cliché e a decostruirli sì, ma sgravando lo spettatore dal peso della riflessione con la risata. Il silenzio invade la sala quando entra sul palco la donna che attende, Valentina Chico, ed è difficile riportare il pubblico alla ragione dopo il ciclone scatenato dalla Suora indemoniata, Valentina Virando. Però ci riesce – è vero c’è ancora qualcuno che ride in sala, n.d.r. – ma una risata solitaria in un teatro viene abbandonata alla vergogna, è mostra della propria stupidità. Poi cominciano i soliti colpi di tosse finti di chi si perde nella voce delle attrici e non riesce a seguire il ritmo del monologo. La donna che attende cala come un macigno sulla testa dello spettatore, lo fa quasi sentire in colpa per tutto il tempo passato a ridere fino a poco prima. Perché lei è lì, sul palco, e attende il suo lui, e vive il tempo dilatato che hanno vissuto migliaia di donne nella storia. Quel tempo che cronologicamente potrebbe anche essere misurato in due minuti, ma internamente è tutta una vita. Poi l’attimo della pienezza, della felicità, che però resta un attimo, un kairos e infine ricomincia quel tempo dilatato e quasi insormontabile.

C’è però un altro personaggio, non menzionato in precedenza. È la donna-licantropo, il gran finale dello spettacolo che inizia a una voce e prosegue nel coro di tutte le beatrici, l’esatta antitesi della donna angelicata della poesia di Dante e Petrarca, la figura che decostruisce quell’essere quasi inanimato, gli restituisce carne e sangue. La donna-angelo non può che vivere nell’attesa d’essere evocata, in quei fugaci incontri con il suo poeta, mentre la donna-licantropo – il mostro reso ancor più mostruoso dalla sua natura femminile – vive, ama, mangia, uccide (ma solo “manager sui quarant’anni filogovernativi”). Poi, quando placa i propri appetiti, tutto quel che resta è la luna piena e una vaga malinconia…

 

Le Beatrici
Di: Stefano Benni
Regia di: Stefano Benni e Colletivo le Beatrici
Con:Valentina Chico, Elisa Marinoni, Alice Redini, Gisella Szaniszlò, Valentina Virando
Dal 16 al 21 ottobre
Teatro Sala Umberto, Via della Mercede, 50 – Roma
Orari spettacoli: martedì, mercoledì, giovedì, venerdì ore 21, il 2° mercoledì ore 17, sabato ore 17 e 21, domenica ore 17:30.
Prezzi biglietto: €32 platea, €23 balconata



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Category: Roma, Roma-Teatro