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La nota di colore di Come non detto : Fuori le Mura


La nota di colore di Come non detto





8 ottobre 2012 |



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Come non detto, il film di Ivan Silvestrini, sembra cascare a pennello nelle vicende politiche italiane degli ultimi mesi.

Nichi Vendola, come tutti sappiamo, ha acceso un focoso dibattito con la proposta non solo di matrimonio per le coppie gay, ma anche della possibilità di adottare bambini. Il che ha creato non pochi disagi al Pd: la Bindi e Fioroni non ne hanno voluto sentire parlare; Bersani stesso non è sembrato voler andare molto più in là del mero riconoscimento giuridico delle coppie omosessuali. L’Udc si è chiaramente chiamata fuori gioco: Casini si è pronunciato contrario all’unione gay, scatenando le polemiche di Vladimir Luxuria. Il leader dell’Udc, accodandosi alle parole del Papa, ha ricordato “l’indissolubilità del matrimonio, come unione fra uomo e donna”, cui l’ex parlamentare di Rifondazione comunista ha obiettato: “per coerenza, Casini dovrebbe dichiararsi contrario non solo al matrimonio gay, ma anche al divorzio, altrimenti deduco che è solo egoismo quello che spinge alcuni politici a cedere e non cedere solo ciò che gli fa personalmente comodo”.
Vendola, intanto, non sembra mollare: “Barack Obama ha messo nel suo programma i matrimoni gay, e lo ha fatto anche David Cameron, che è un conservatore. In un Paese come l’Italia sarà difficile chiedere poco per ottenere pochissimo, ma abbiamo diritto a diritti pieni”.

Ma quanto di questo dibattito politico si riflette nella vita di tutti i giorni?
Come non detto sembra domandarcelo, gettando una nota di colore in un mondo in cui l’omosessualità viene vissuta sì con disagio, ma forse più di quanto pensiamo.
Per chiunque abbia visto il film, quel “come non detto” finale di Mattia, dopo il tanto patito coming out è la prova ufficiale di come il protagonista si fosse costruito un mondo parallelo in testa, un universo fatto di cliché cui la società lo aveva abituato dalla nascita e che l’aveva bloccato, impedendogli di vedere i sentimenti più genuini. Tutta la famiglia di Mattia, persino il padre macho e maschilista, aveva accettato e rispettato in silenzio la sua omosessualità, perché mossa da un sentimento d’amore vero. Come Mattia, molti ragazzi oggi probabilmente vivono in questo mondo parallelo. Con questo non voglio dire che il problema dell’accettazione dell’omosessualità non sia forte nel nostro Paese, ma forse non così tanto come pensiamo.

Mattia non è un protagonista patetico e depresso, ma divertente, quasi comico, per quanto insicuro e fragile. Potrebbe essere un qualsiasi gay di oggi, non a caso piace proprio per la sua spontaneità: si guarda allo specchio e parla da solo, ha continui flashback su tutte le mancate (e ridicole) occasioni in cui avrebbe potuto dire la verità alla famiglia, scherza affettuosamente con l’amica Stefania su tutto ciò che gli capita. Come Mattia, tutti gli altri personaggi coinvolgono per la loro spontaneità: per quanto Silvestrini ne esageri volutamente alcuni tratti, potrebbero essere dal primo all’ultimo nostri amici e parenti nella vita reale.
Come non detto, poi, trae origine proprio da una vicenda reale, quella di Roberto Proia, autore dell’omonimo libro nonché sceneggiatore del film, che dalla sua storia personale ricava un perfetto “manuale del coming out”: divertente, delicato, ricco di consigli per chi deve compiere il “grande passo” e per chi, dall’altro lato, lo deve accettare.

Insomma, se Come non detto ha avuto così successo, non è stato tanto per la storia in sé (che non è particolarmente originale), né per la notorietà del cast (composto prevalentemente da nuove, per quanto piacevoli, scoperte), ma per il messaggio positivo, di apertura, direi di normalità (finalmente) sul mondo omosessuale. Normalità che, forse, pian piano si sta raggiungendo, per quanto continuiamo a non accorgercene.



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Category: Costume