Search
Friday 29 March 2024
  • :
  • :

G. di John Berger : Fuori le Mura


G. di John Berger





8 ottobre 2012 |



By




More


Share

Qualche anno dopo la morte di Garibaldi nasce un fanciullo che si chiama G. È figlio di un ricco e rozzo commerciante livornese sposato e della sua amante inglese di buona famiglia. G. viene allevato dai cugini di lei nella campagna inglese, cresce a contatto con la natura e quando si affaccia ai primi anni della pubertà conosce finalmente suo padre e si avvicina agli ambienti socialisti della madre. Comincia così il pellegrinaggio del protagonista fra le più importanti città e i letti delle donne più belle d’Europa sullo sfondo dei suoi più importanti eventi politici, dalle rivolte operaie della Milano di fine secolo all’Italia giolittiana, dalla guerra Boera fino alla dichiarazione della Grande Guerra e la lotta per annettere Trieste all’Italia.

G. passa per tutto questo con un atteggiamento sfacciato, privo di rispetto, è fondamentalmente un donnaiolo senza fede politica, senza coscienza etica o sociale. Questo sin da quando poco più che bambino assiste ai moti di Milano del 1898 e vede l’esercito comandato dal generale Bava Beccaris reprimere nel sangue la folla inerme di dimostranti.

Un romanzo che per molti aspetti non può essere definito tale, privo del concetto basilare di trama che, come il suo personaggio non ha nome, non ha un titolo, solo un’iniziale, quella medesima G., come quella di Giuseppe Garibaldi, di Giovanni Giolitti, del don Giovanni, con cui condivide la fede del libertinaggio, o più semplicemente una G. in parte autobiografica, la G. italiana di un John Berger ovvero nella sua traduzione di Giovanni. Quando nel 1972 Berger pubblicò questo romanzo sperimentale (che da lì a poco avrebbe vinto la quinta edizione del Man Booker Prize devolvendo metà del premio alle Black Panthers) era nel suo periodo di maggiore fede marxista e il libro è una valida risposta a quegli ideali già per l’epoca anacronistici.

Con G., Berger trasforma la scrittura, si fa scudo e mescola in maniera totalmente anarchica le convenzioni del linguaggio narrativo: ribalta l’epos della storia, si appropria delle formule poetiche, attraverso un uso smodato di ripetizioni ed evocazioni, della struttura del saggio (storico, giornalistico, biografico, scientifico), paradossalmente non disdegna neppure un certo approccio naturalistico. È lo scrittore stesso John Berger ad invadere le pagine del libro improvvisamente attraverso commenti e analisi personali fatte in prima persona. Berger – che è figura “poliedricissima”, viaggiatore integerrimo, spazia nella sua carriera dal mestiere di scrittore a quello di giornalista, poeta e sceneggiatore – ridefinisce così qualsiasi concetto di scrittura realizzando un “testo” che si impadronisce già nel lontano 1972 del concetto di post-moderno e che forse va pure aldilà della sue definizione stessa. Indifferente, cinico, sessuomane, G. è totalmente intriso nel suo tempo e completamente distaccato al tempo stesso. Finto e vero, forte e folle, contemporaneo e anacronistico, G. (il libro) è una lunga analisi di quell’Europa di grandi cambiamenti dettati dalle trasformazioni politiche e sociali, dal marxismo, dalle scoperte scientifiche, eventi che contrapposti al nostro vacuo protagonista determinano la grande illusione che hanno determinato sul dopo.

Trieste, ultima tappa del racconto, la summa di tutto quel mondo: una città prigioniera del giogo dell’Impero austro-ungarico, divisa fra la sua identità italiana e slovena, un posto dove anche preferire una cameriera slovena alla moglie di un banchiere austriaco può essere un’azione terribilmente politica, un atto anarchico, folle, come l’ultima danza del nostro protagonista. L’etica di quelle illusioni presto dimenticate ha lasciato uno spazio vuoto riempito dalle barbarie, dalle guerre, dalle false ideologie, basta proprio ricordare la storia della città di Trieste negli ultimi 150 anni per capirlo. E il nostro G. è il frutto di tutto questo, lo rappresenta in toto proprio nei suoi geni: quello del figlio bastardo di un commerciante traffichino italiano e di una vacua donna inglese dal futuro politicizzato. Questa nuova edizione del romanzo, tradotto dall’amica dell’autore Maria Novelli (che ha anche recentemente curato una monografia di Berger in un numero interamente dedicato a lui della rivista Riga, pubblicata da Marcos y Marcos), giunge a noi a seguito della decisione di Neri Pozza di pubblicare tutte le opere dell’autore. A G. seguirà a breve Il taccuino di Bento.

G.
Autore: John Berger
Traduttrice: Maria Novelli
Casa editrice: Neri Pozza, 2012
Collana: I narratori delle tavole
Pagine: 416
Prezzo: 18,00 €

 



Tags: , , , , , ,

Category: Libri