Nuovo tour invernale per Il Teatro degli Orrori

A quanto pare 53 date non sono ancora sufficienti per Il Teatro degli Orrori. Non sono stanchi di un tour che da marzo fino alla scorsa settimana ha portato il quartetto veneto nelle sale dei club e sui palchi dei festival, registrando il tutto esaurito. Forse, non sono certi che neanche le 10 mila copie vendute dall’ultimo album, Il mondo nuovo, siano state adeguate a far recepire il messaggio. Oppure, semplicemente amano fare musica, farla bene e il live è la maggiore espressione della qualità artistica di un gruppo. D’altronde è il loro lavoro, e lo eseguono a dovere.

Il 9 novembre parte la seconda tranche del tour del Teatro degli Orrori. Undici le date previste nei club. Tre nuove città inserite in questa tournèe rispetto alla prima, Cortemaggiore (PC) al Fillmore (9 novembre), Trieste all’Etnoblog (16 novembre) e Verona all’Auditorium Malkovich (14 dicembre).
Riconfermati i palchi del Flog a Firenze (17 novembre), dell’Hiroshima a Torino (23 novembre) e dell’Orion a Ciampino (1 dicembre).
Non poteva mancare l’appuntamento al Rivolta a Marghera (8 dicembre), dove Il Teatro degli Orrori e gli altri gruppi de La Tempesta Records sono ormai di casa.

Il Teatro degli Orrori è senza dubbio la band del momento. Suona come una frase fatta, allora definiamolo il gruppo che rappresenta al meglio questo periodo storico, sia nazionale che internazionale. Lo si capisce dai sold out, e dall’eterogenia del pubblico sotto il palco. Non hanno un età definibile che va per la maggiore. Hanno tra i venti anni e i capelli bianchi. Sono giovani con un presente incerto e un futuro indefinito. Sono cinquantenni che a sentire le parole di È colpa mia, annuiscono e comprendono ciò che il quarantaduenne Pierpaolo Capovilla canta e che suona come un mea culpa laico. Ed è proprio qui che Il Teatro degli Orrori ha una sostanziale differenza rispetto ai gruppi di nuova formazione (non si possono definire emergenti), la corposità dei pezzi, accompagnato dalla musica noise rock penetra tra i pensieri e nelle viscere dell’ascoltatore. I testi di Capovilla (quasi tutto il paroliere è composto da lui, la musica da Mirai, Favero e Valente) hanno sempre una dimensione sociale, non si soffermano mai sul particolare caso, ma un brano personale come La canzone di Tom oppure Io cerco te, divengono, uno, un inno alle morti bianche, l’altro, un tormento non solo di amore ma di claustrofobico alienamento cittadino. E ci terrei a precisare che questi sono solo due esempi basti leggere i testi presenti sul loro sito.

Capovilla, Mirai, Favero e Valente, il quartetto base, sarà ancora una volta accompagnato da Kole Laca, di 2Pigeons, al synth e rhodes, e Marcello Batelli, di Planet Brain e Non Voglio che Clara, alla chitarra. Nessuna notizia ancora su eventuali sorprese di special guest come agli scorsi concerti, di Ciampino all’Orion e Torino all’Hiroshima, in cui ha vibrato il violino di Rodrigo d’Erasmo.

Presto per poter parlare di una scaletta dei brani. Questo tour invernale, però, rientra sempre nella promozione del disco Il mondo nuovo, suonato quasi per intero nella tournèe di primavera. Quasi, perché non rientravano nelle tacklist dei concerti, il manifesto Gli Stati Uniti d’Africa, la speranzosa Nicolaj, la malinconica Vivere e morire a Treviso e infine Cuore d’Oceano cantata in coppia con Caparezza e collaborazione musicale degli Aucan, che verrà presentato come singolo e video nella seconda metà di Ottobre.

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