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Scacciata dal paradiso di Gianna Manzini: testimonianze di un mondo che non c’è più | Fuori le Mura

Scacciata dal paradiso di Gianna Manzini: testimonianze di un mondo che non c’è più

23 luglio 2012

di

Da uno sguardo lucido, attento, intellettuale e solo un po’ frivolo

Cominciamo dalla postfazione di Sarah Sivieri, intitolata “Gianna Manzini, una protagonista nell’ombra”. Protagonista lo è davvero negli anni del secondo dopoguerra e in due ambiti completamente diversi tra loro, opposti: mentre i suoi romanzi e i suoi racconti sono apprezzati dai grandi nomi della letteratura (Eugenio Montale, Carlo Bo, ad esempio), Gianna Manzini intrattiene il pubblico femminile con articoli di moda, alternando gli pseudonimi Vanessa e Pamela e conduce alla radio la rubrica “La fiera della vanità” (che diventerà poi uno spazio tutto femminile con il nome più esplicito “Per la donna”). Intenso anche il decennio successivo e lo sarebbero stati anche gli anni Settanta, se l’autrice non fosse morta nel 1974 (nel ’71 vince il premio Campiello con Ritratto in piedi di cui Amedeo Nazzari avrebbe voluto la trasposizione al cinema). Insomma, senza dubbio, Gianna Manzini protagonista lo è stata davvero.

L’ombra, invece, a cui il breve saggio di Sarah Sivieri si riferisce è il silenzio caduto su di lei nel decennio ancora successivo, almeno da parte del grande pubblico. Ora questo suo libro così lieve potrebbe darle un po’ di luce, meritatamente. Scacciata dal paradiso è una raccolta di articoli comparsi nell’arco di un trentennio (dal 1941 al 1971/72), su riviste e quotidiani vari: Milano sera, Oggi, Radiocorriere Tv, La Gazzetta del popolo e altri. Il paradiso del titolo, e di un brano della raccolta, il paradiso da cui la donna è stata scacciata, è quello dell’attenzione. È il 1963 quando Gianna Manzini sulle pagine del Corriere della sera parla di mancanza di dialogo, o peggio, delle elementari risposte. “Nel vivere a due, le capita di restare come chi bussa a una porta, sapendo che rimarrà chiusa. Sì che muore perfino la domanda; e con la domanda una speranza d’aiuto: perché l’intesa, la conoscenza, l’arricchimento che perfino nel dissenso la risposta porta con sé, è sempre aiuto; e contiene una scintilla d’amore”. È una fotografia della condizione femminile che a volte l’autrice si limitava a descrivere, più spesso ad interpretare, senza la rinuncia alla possibilità di miglioramento nella realtà sconfortante che vive la donna alla fine degli anni ’50, ma anche nei primi anni ’60: “A noi resta, e non è poco, il vantaggio di una valorosa e riconosciuta serietà. L’attenzione che ci è stata sottratta la irradiamo generosamente; e, qualche volta, con profitto”.

Non solo di donne scrive Gianna Manzini sui giornali. Anche di nuovi genitori (quelli di allora: fine anni Sessanta); dei nuovi giovani di allora (1956); di nuove consuetudini (l’uso del telefono, per esempio, che avrebbe modificato le relazioni); e ancora di rapporti tra le persone, di sentimenti: “Meglio sbagliare cento volte per avere immeritatamente accordato fiducia, che una volta sola per averla sottratta a chi ne era degno”. Sembrerebbe una frase di quelle pronunciate dal padre anarchico nel suo romanzo, forse il più bello, Ritratto in piedi: “Finché esisterà anche solo un mendicante nessuno avrà il diritto d’essere felice”; “Non basta averlo un ideale; bisogna esserne degni: capaci di sacrificargli ogni cosa, a cominciare da se stessi”. Dal padre anarchico sicuramente Gianna Manzini ha ereditato la serietà, il rigore, la fiducia nel mondo; doti e valori che ha saputo integrare con una piacevole leggerezza della scrittura.

Il saggio di Sarah Sivieri, di cui parlavamo in apertura, coglie tutti gli elementi di continuità tra la Manzini scrittrice ed intrattenitrice, tra il suo ruolo di intellettuale e il continuo sperimentarsi  su argomenti di costume e i diversi aspetti della contemporaneità. A noi basta leggere Scacciata dal paradiso anche solo come testimonianza di un mondo passato che può dare qualche suggerimento per affrontare questo difficile, difficilissimo presente. Chissà cosa avrebbe scritto lei di una società come la nostra, così altamente indecifrabile; o meglio, in alcuni casi, tristemente decifrabile.

Scacciata dal paradiso
autrice: Gianna Manzini
Casa Editrice: Hacca Edizioni
pag: 225
Prezzo: Euro 14