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L’estate di Giacomo | Fuori le Mura

L’estate di Giacomo

23 luglio 2012

di Simone Arseni


L’estate di Giacomo è il primo film di Alessandro Comodin, regista nato in Italia, ma cresciuto professionalmente tra il Belgio e la Francia. Frutto di una coproduzione franco-belga- italiana, il film narra una storia più che semplice, essenziale. Durante un’estate calda e dal cielo limpido, Giacomo e una sua amica decidono di passare alcuni giorni di vacanza insieme. Si incamminano sul sentiero di un bosco del Friuli, si addentrano, son graffiati dai rovi e toccati dall’ortica. Infine si perdono e  dentro la vegetazione scoprono una splendida distesa d’acqua: la riva del Tagliamento. Il tempo trascorre lento e le ore si susseguono senza motivo. Più che l’agire dei personaggi assumono importanza la luce, i paesaggi, la sabbia e l’acqua. Non c’è una trama, ma un susseguirsi di scene incentrate sui giochi adolescenziali e sugli scherzi che uniscono i corpi giovani dei protagonisti in modo casto e malizioso insieme. La vacanza trascorre nel far niente spensierato così tipico dell’adolescenza, in atmosfere, e in ritmi che chiaramente richiamano il cinema realista italiano e francese.

L’insieme delle immagini chiuse, la lunghezza delle inquadrature, l’assenza quasi totale di una colonna sonora, la scarsità dei dialoghi che interrompono un silenzio fitto e protagonista  sono il frutto di una scelta registica precisa per il cinema documentario. Ciò che avrebbe potuto rimanere  una vicenda quotidiana, persino noiosa, è resa interessante e divertente dalla delicatezza dello sguardo di Comodin, la cui sensibilità descrittiva risulta chiaramente da questo film. Proprio la delicatezza e la sensibilità del regista hanno fatto de L’estate di Giacomo un’opera pluripremiata: il film ha infatti ricevuto il Pardo d’oro – Cineasti del Presente 2011 al Festival del Film Locarno, il Grand Prix 2011 al Belfort Int’l Film Festival, la Menzione Speciale 2011 al Festival dei Popoli, l’Ovidio d’argento Miglior Film 2011 al Sulmona Film Festival, il Grand Prize 2012 al Jeonju Int’l Film Festival e il TvCine Distribution Award 2012 all’IndieLisboa. Niente male come inizio.

Forse alcuni passaggi sono eccessivamente lenti e prolungati, ma anche questa può considerarsi una scelta registica che rende bene il modo in cui i due giovani protagonisti si studiano, si cercano e si scoprono. L’indugio e l’attrazione sono entrambi racchiusi in quei corpi che s’affacciano all’età adulta e che ancora non la conoscono. Il primo incontro con un’esperienza è sempre pieno di un’ingenuità che svuota e arricchisce al tempo stesso. E l’ingenuità che si sofferma sulle “piccole cose”, come dice Stefania a Giacomo, è la sola via che conduce alla felicità. Il regista si sofferma sulle piccole cose, sui sentimenti confusi,  sui minuti senza scopo riempiendoli silenziosamente di significato e di umanità. L’assenza di dialoghi diventa così un punto di forza, anche in considerazione del fatto che i pochi che ci sono, in alcuni punti non  appaiono all’altezza delle immagini. Insomma, il film fa parlare bene di sé e Alessandro Comodin se non una promessa, è quanto meno una speranza che illumina il deserto dei tartari del cinema italiano contemporaneo.

Immagine anteprima YouTube

L’estate di Giacomo
Regia: Alessandro Comodin
Interpreti: Giacomo Zulian, Stefania Comodin, Barbara Colombo
Produzione: Italia/Francia/Belgio, 2011
Durata: 78′
Distribuzione: Tucker Film, 20 luglio 2012

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