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Take Shelter | Fuori le Mura

Take Shelter

2 luglio 2012

di Michele Ponte

Michael Shannon continua a dar prova di doti attoriali fuori dal comune

È un misto di sensazioni quelle provate dopo la visione di Take Shelter, sensazioni strane e contrastanti che a tratti ci fanno gridare al capolavoro, a tratti il contrario. Viene da chiedersi: cos’è che ha fatto applaudire la critica di tutto il mondo? Dov’è questa poesia tanto ostentata? Poi però ci si accorge che qualcosa c’è, ma non troppo. Andare in sala dopo aver letto titoloni ovunque, magari – anzi, di sicuro – crea aspettative esagerate, anche perché Take Shelter è una pellicola un po’ troppo “artistica” per il grande pubblico, uno di quei lungometraggi che vai a vedere con la consapevolezza che una persona come Jeff Nichols avrà creato qualcosa di sicuramente metabolizzabile, sì, ma allo stesso tempo pesante e lento.

La storia è quella di Curtis La Forche, marito, padre di una bambina sorda e gran lavoratore. Quest’uomo ha una vita modesta, ad esempio la moglie per arrotandare le entrate è costretta a cucire degli oggetti da vendere al mercatino domenicale, ma lui la ama ed ama sua figlia. Sono una famiglia felice. Tuttavia una sera Curtis vede un strano temporale la cui pioggia è come, cito questa frase abbastanza strana da trovare in un film e che comunque in Take Shelter viene detta: “Olio da macchina nuovo.”

Durante il temporale il suo cane impazzisce, abbaia, ringhia e compie un gran balzo verso Curtis e la figlia. Lui reagisce d’istinto e si frappone tra il cane e la bambina. Il cane gli mozzica il braccio e un dolore atroce lo percuote e lo fa urlare. Si sveglia. A questo punto per una qualsiasi persona sarebbe tutto finito, solo un brutto sogno, invece a Curtis succede qualcosa da primi stadi di pazzia: sentirà il dolore al braccio per tutto il giorno e deciderà di rinchiudere il cane all’interno di un recinto.

Con il passare del tempo, Curtis farà preoccupare la famiglia e i conoscenti con delle reazioni sempre peggiori, sino a che lui non si metterà a costruire un rifugio anti tempesta, come se dovesse finire il mondo da un momento all’altro. Ed è incredibile come questi incubi siano realizzati in maniera perfetta, viscerale, in grado di creare un’ansia pazzesca in scene che ricordano le opere realizzate da gente del calibro di Alfred Hitchcock e Stephen King, e ciò stupisce perché il budget di Take Shelter è stato di soli 5 milioni di dollari.

Gli attori sono stati davvero bravi. Michael Shannon, intrepretando un uomo sull’orlo della sanità mentale (come al solito aggiungeremmo!), è sorprendente (come al solito). Le sue espressioni che ritraggono calma e allo stesso tempo disperazione, diventano qualcosa di tangibile agli occhi dello spettatore. Jessica Chastain è ottima, anche perché il ruolo è lo stesso di The Tree of Life, e adesso non dispiacerebbe vederla intepretare qualcosa di diverso.

Take Shelter è una pellicola con un finale che lascia basiti, e lo spettatore non sa bene dove andare a parare forse perché è un film un po’ troppo a libera interpretazione. La percezione fisiologica è quella d’aver visto un’opera d’arte di buona fattura, un gran bel dipinto che però è pieno di bruciature di sigaretta.

Immagine anteprima YouTube

Take Shelter
Regia e sceneggiatura: Jeff Nichols
Intepreti: Michael Shannon, Jessica Chastain, Shea Whigham, Kathy Baker, Ray McKinnon, Katy Mixon, Lisa Gay Hamilton, Robert Longstreet, Tova Stewart
Durata: 120′
Produzione: USA
Distribuzione: Movies Inspired, 29 giugno 2012

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