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Cinema, teatro e spettacoli dal vivo: industrie di serie B | Fuori le Mura

Cinema, teatro e spettacoli dal vivo: industrie di serie B

11 giugno 2012

di Francesca Caruso

Cultura, Ossigeno per l’Economia del Paese

L’Agis Lazio (Associazione Generale Italiana dello Spettacolo) ha sentito la necessità di affrontare nuovamente la tematica della cultura, che sta a cuore a molti: agli addetti ai lavori e al pubblico fruitore della stessa. Lo slogan utilizzato – Cultura, Ossigeno per l’Economia del Paese centra perfettamente il punto: bisogna iniziare seriamente a considerare la cultura un mezzo attraverso il quale ridare ossigeno all’economia italiana. Da lungo tempo in Italia i diversi settori culturali sono considerati di serie B, settori nei quali invece di investire, si taglia e spesso con superficialità.

Cinema, Teatro, Spettacoli dal vivo sono considerati delle risorse marginali, sulle quali non si vuol puntare e a soffrirne è la cultura stessa e le persone che, per mancanza di fondi, vedono cancellare progressivamente dai cartelloni non solo un intrattenimento, ma un arricchimento culturale.
Il resto del mondo ha già iniziato a guardare alle industrie culturali e creative come a uno dei settori che traineranno l’economia, l’Italia si ostina a fare riferimento agli stessi settori industriali di trenta e più anni fa, che oggi sono in perdita.
Ci vuole una diversa e nuova visione d’insieme, ci vuole un cambiamento, come capita spesso nella vita sociale ed economica di un Paese. Solo l’Italia sembra voler rimanere ancorata al vecchio e stantio modo di pensare, e purtroppo non solo in campo economico.

La volontà dell’Agis Lazio è di tutelare, in primis, lo Spettacolo dal vivo che si svolgono nella regione, dove operano 1.800 imprese che danno lavoro, direttamente o indirettamente, a circa 27 mila persone, coinvolgendo quasi 6 milioni di spettatori per un volume di affari di oltre 140 milioni di euro. L’Associazione non chiede più soldi, ma la disponibilità ad assegnare quelli già stanziati attraverso criteri certi e trasparenti, provvedendo anche a sanare il blocco dei pagamenti da parte della Regione Lazio, per attività in alcuni casi svolte nel 2008. “È un ritardo che sta mettendo in ginocchio moltissime realtà imprenditoriali dello spettacolo che oggi rischiano la chiusura lasciando disoccupati molti lavoratori del settore” – ha dichiarato Stefano Marafante – Presidente Consulta dei Teatri del Lazio – alla recente conferenza romana tenutasi al Teatro de’ Servi.

Non solo gli artisti, ma tutti gli operatori dello spettacolo – coloro che lavorano nell’ombra: dagli attrezzisti agli addetti alle luci, dal fonico a decine di altre figure – starebbero a spasso a ingigantire il tasso di disoccupazione già troppo alto, che l’Italia non si può più permettere.
La scarsità di film prodotti è un altro danno. I soliti volti noti sono gli unici che riescono ad avere delle parti e spesso a discapito della qualità. In tutti i Paesi ci sono film di scarso rilievo, in Italia questi si notano di più, non solo perché annualmente si gira un numero di pellicole irrisorie rispetto alle altre cinematografie, ma anche perché chi potrebbe dimostrare il proprio talento e far vedere a tutti le proprie storie con un piglio più fresco e che faccia concorrenza internazionalmente, magari non è preso in considerazione, tantomeno finanziato.

Il Presidente dell’Agis Lazio Pietro Longhi spiega: “Protestiamo ma anche proponiamo e abbiamo la determinazione atavica per portare avanti le cose in cui crediamo e la metteremo al servizio di tutte quelle realtà che ne hanno bisogno. Faremo sentire la nostra voce ogniqualvolta sarà possibile.” – e aggiunge – “Speriamo che questo lavoro quotidiano faccia capire alla politica che deve mettersi a fare politica, una politica seria, trasparente e onesta.”
Marafante incalza sottolineando che i fondi stanziati agli altri settori economici vengono chiamati investimenti e/o agevolazioni, mentre quelli indirizzati al Cinema, al Teatro e agli Spettacoli dal vivo sono denominati contributi (in quanto ritenuti meno produttivi) “Noi vogliamo che anche i nostri fondi vengano chiamati investimenti e/o agevolazioni, è tempo”.
Il pubblico dimostra di saper apprezzare tutto ciò che concerne la cultura, che conferisce una più alta qualità della vita a ciascun individuo, aumentando la propria presenza a ogni evento. Ci si augura che chi ha il potere decisionale inizi a utilizzarlo al meglio. L’Agis Lazio non si fermerà, cercando il dialogo e facendo proposte.

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