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Il resto è silenzio di Chiara Ingrao | Fuori le Mura

Il resto è silenzio di Chiara Ingrao

14 maggio 2012

di Danilo Supino

Un romanzo al femminile con due coppie di sorelle che ricordano Antigone e Ismene

A vent’anni dall’assedio di Sarajevo, Dalai Editore ripropone nella collana Le Tascabili della costola La Tartaruga il romanzo Il resto è silenzio di Chiara Ingrao. Lontano dal sensazionalismo delle immagini della guerra civile, l’autrice coglie l’aspetto tragico nei rapporti interpersonali, nelle invidie, nelle gelosie, nelle fragilità del mondo femminile.

Tre coppie di sorelle. Sara e Roberta, Musnida e Svetlanka, Antigone e Ismene. Intorno ad esse è costruita tutta la storia. Colte da tre luoghi diversi – Pesaro, Sarajevo e la mitica Tebe – una è l’opposto dell’altra. Come le sorelle della più nota tragedia di Sofocle, Roberta e Svetlanka sono le Antigone contemporanee, combattive, eroiche, sempre a testa alta. La prima ha cresciuto una figlia completamente sola, l’altra, tipica bellezza balcanica, è morta ammazzata per salvare il fratello sparato da un cecchino. Esse sono bilanciate da Sara e Musnida, dal carattere mite, pacato e per alcune situazioni sentimentali particolarmente confuse. Sara è una interprete, donna ansiosa, insicura con un divorzio alle spalle che ha affossato la sua autostima. Musnida è sua collega, meno bella della sorella, ma con un marito avvenente dal quale si separa, e membro del SDA (il partito nazionalista bosniaco).

L’azione narrativa parte da una frase ascoltata per caso in autobus “Ma perché te la sei presa in casa?”. Da qui la mente di Sara piomba nei ricordi e con un lungo flashback si viene a conoscenza del rapporto di amicizia tra la protagonista e Musnida, sin dagli anni ’80; della conflittualità con la sorella Roberta e delle problematiche personali. Fino all’accoglienza a casa sua di Musnida, con la quale avrà una iniziale conflittualità, dovuta alla scarsa loquacità della ragazza, e alla non comprensione di Sara. Durante le pagine con i ricordi di Sara si verrà a conoscenza della storia di Musnida e sua sorella.

Essendo Sara la protagonista principale, ed avendo un carattere particolarmente depresso e confuso, questa caoticità psicologica la si ritrova nella scrittura. Le fasi riflessive lunghe, colme di interrogativi, risposte e ripensamenti, immedesimano il lettore nella coltre di pensieri che occupano la mente di Sara. La mancanza però di un filtro letterario provoca, in chi si approccia al libro, la perdita temporanea dell’orientamento della trama.
Inoltre le pagine dedicate alla tragedia di Antigone e Ismene suonano più come un impreziosire gratuitamente, sono quasi superflue o perlomeno poco chiare ai fini della narrazione.
Altri passaggi soffrono di eccessivo didascalismo: “Perché i miei sono drammi da niente, in confronto ai tuoi” è un’affermazione che la protagonista potrebbe risparmiarsi (tra le tante), la sua sensibilità è già resa in altre frangenti e situazioni letterarie, come quando smonta i luoghi comuni della gente che esprime pareri qualunquistici su Musnida o si relaziona con lei con la tipica compassione con cui si trattavano “i profughi” delle guerre balcaniche.

Il resto è silenzio
Autore: Chiara Ingrao
Casa editrice prima edizione: Dalai editore (prezzo 16,00 €)
Nuova Edizione: La Tartaruga (prezzo 5,90 €)
Pagine: 156

 

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