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Hunger, Il primo lungometraggio di Steve McQueen | Fuori le Mura

Hunger, Il primo lungometraggio di Steve McQueen

23 aprile 2012

di Simone Arseni

Il film è essenziale e significativo e ha una potenza delle immagini tale da annullare quasi del tutto la necessità dei dialoghi. Con un Michael Fassbender scoperto dal mondo

Hunger significa “affamato”.  La fame può essere materiale e nascere da povertà o digiuno, oppure può essere  ideologica e nascere da un bisogno di verità e giustizia. In entrambi i casi è uno stato di necessità e può condurre alla morte. È dall’intrecciarsi di queste due correnti (fame materiale e fame ideale) che nasce l’esordio di Steve McQueen, Hunger, in uscita nelle sale cinematografiche il prossimo 27 aprile dopo ben quattro anni di attesa e il successo di ShameIl regista racconta la vita dei detenuti del carcere di Long Kesh, nell’Irlanda del Nord, un istituto di pena nel quale vennero reclusi i combattenti dell’Irish Republican Army (IRA) in uno dei periodi in cui lo scontro tra gli indipendentisti irlandesi e il governo inglese era divenuto violento e sanguinoso. Il regista offre un punto di vista sugli eventi che precedono lo sciopero della fame del 1981, avviato da Bobby Sands e rimasto tristemente celebre oltre che per i risultati ottenuti, anche per il numero delle vittime. L’obiettivo dello sciopero (preceduto dalla protesta delle coperte e dello sporco) fu di ottenere per i detenuti il riconoscimento dello status di prigionieri politici, allora negato dal governo britannico.

Il film è silenzioso e ha atmosfere cupe. La tetraggine dei luoghi fa da sfondo alla disumanità del trattamento cui erano sottoposti i detenuti. I corpi nudi dei protagonisti si muovono all’interno di celle piccole e sudice, in corridoi stretti e privi di luce,  in un carcere conosciuto come The Maze (labirinto), nel quale sembra altrettanto facile perdere la fede che ritrovarla.  Alla violenza sadica delle guardie carcerarie fa da contraltare la bellezza e la forza interiore dei detenuti, circondata da un’inquietudine scura e profonda. Una lunga serie di immagini silenziose e di vicende sanguinose conducono alla parte centrale del film, nella quale il protagonista ha un lungo dialogo con un sacerdote carismatico, suo vecchio conoscente, dal quale vorrebbe un parere sullo sciopero della fame che sta per iniziare e che qualora lo dovesse condurlo alla morte, sarebbe stato proseguito da altri detenuti.

Fassbender in una scena del film Hunger

La divergenza di pareri trasforma presto il dialogo in una discussione accesa intorno alla natura del sacrificio. I punti di vista sono contrapposti: il leader politico guarda alla propria vita e a quella degli altri combattenti come a uno strumento, l’unico, di cui si possa ancora disporre, al fine di ottenere i risultati sperati. Bobby Sands è disposto a sacrificare la vita propria e quella degli altri pur di vincere la battaglia avviata.  Il sacerdote, invece, considera  la vita come un valore supremo e inattaccabile, che non può, dunque, essere degradata a strumento di negoziazione politica.

Questa ed altre questioni emergono in maniera diretta. Il silenzio che accompagna il protagonista fino all’ultima scena del film stimola la riflessione: cosa significa essere eroi e cosa significa essere martire? C’è differenza tra l’essere martire ed l’essere eroe? Come si può distinguere la coerenza nel perseguimento di un ideale di giustizia dall’ottusità e dal fanatismo? La lunga agonia del protagonista, ridotto a un cumulo di ossa a causa del digiuno, confonde i piani e sbiadisce i confini tra ciò che è giusto e ciò che è sbagliato. Violenza e bellezza si mescolano, coerenza e fanatismo sono due correnti dello stesso mare.

Un film essenziale e significativo dall’impatto emotivo notevole, anche grazie alla potenza delle immagini e al carattere dei protagonisti, animati da una grande forza di volontà e da una enorme determinazione che gli consente di sopportare il dolore e le privazioni. Privo della banalità e della carica ideologica con la quale troppo spesso vengono affrontate queste tematiche, il film ha davvero  meritato i premi di cui è stato insignito (tra cui la Caméra d’Or al Festival di Cannes 2008).

Immagine anteprima YouTube

Hunger
Regia:  Steve McQueen
Cast:  Michael Fassbender, Liam Cunningham, Liam McMahon, Rory Mullen, Stuart Graham, Helena Bereen, Larry Cowan
Produzione: UK/Irlanda
Durata: 96 minuti
Distribuzione italiana: Bim, 27 aprile 2012

 

 

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