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Hotel du Lac | Fuori le Mura

Hotel du Lac

26 marzo 2012

di Erminio Fischetti

Il capolavoro demodé di Anita Brookner è in realtà un’accusa a quel femminismo che ha fatto propri i comportamenti maschili

Edith Hope non sembra affatto un’eroina letteraria degli anni Ottanta, non appare come una donna moderna capace di prendersi con le unghie e con i denti tutto quello di cui ha bisogno – amore compreso – come il modello femminista di quegli anni lasciava intendere. Lei è una scrittrice fuori moda che pubblica educati romanzi femminili, anche il suo editore le ha detto di modernizzare le sue storie, ma queste sono destinate ad un modello di “ragazza senza pretese, con il muso da topo, quella che conquista il protagonista, mentre la tentatrice altezzosa, con la quale lui ha avuto una tempestosa relazione, si ritira scornata dalla mischia per non ricomparire mai più. È la tartaruga a vincere ogni volta. È una menzogna, naturalmente… Le lepri non hanno tempo per leggere, sono troppo impegnate a vincere la gara”.

Questa Edith è una donna alla soglia della mezz’età – ha 39 anni, ma si considera già vecchia – che ha appena rifiutato, a detta di molti, l’ultima possibilità di sposarsi. La donna, così, decide di andare via da Londra per passare un periodo presso l’Hotel du Lac, un albergo per un turismo borghese d’altri tempi situato sulle sponde del lago di Ginevra. Qui sullo sfondo della malinconia di fine estate, forse la donna avrà un’altra possibilità, ma anche questa non priva di amarezze. Ma, come le sue eroine, anche la vita di Edith sembra anni luce lontana da quella delle donne contemporanee, così come il romanzo stesso dove i suoi pensieri prendono forma. Infatti, Hotel du Lac, premio Man Booker Prize del 1984, non sembra proprio frutto di quel momento storico e la sua autrice, Anita Brookner, classe 1928, sembra più vicina per stile, struttura e temi narrativi a colleghe cronologicamente precedenti come Barbara Pym, Elizabeth von Arnim, Muriel Spark, Elizabeth Taylor, Rebecca West e alla stessa Virginia Woolf, a cui più volte nel romanzo si fa riferimento definendo l’aspetto di Edith decisamente “Bloomsbury”.

Anita Brookner

Virginia Woolf non è citata a caso nel romanzo; proprio come l’immortale scrittrice inglese suicidatasi nel 1941, Anita Brookner – attraverso gli sguardi della sua protagonista – fa suoi gli ideali espressi nei saggi Una stanza tutta per sé e Tre ghinee, nei quali la Woolf sottolinea, già nei lontani anni 20 e 30, come l’ottenimento dell’uguaglianza dei diritti formali fra uomo e donna non deve permettere un’uguaglianza in comportamenti e ideali. Di conseguenza, proprio nella sua atemporalità, Hotel du Lac diventa un atto di ribellione a quel femminismo post-anni 60 dove le donne avevano fatto propri quei valori dominanti maschili invece che combatterli.

Ancora una volta la scrittrice inglese affronta il tema del tempo come una visione ancestrale della vita che si allontana dalla visione contemporanea per trovare una dimensione del tutto personale. E per questo il romanzo diventa estremamente attuale. I suoi personaggi vivono le proprie esperienze in un sussulto di emozioni, che però fanno fatica ad essere espresse, magari per pudore o per semplice timidezza. Le donne, in particolare, sono individui all’apparenza deboli, privi di personalità, ma alla fine trovano un riscatto attraverso una dignità che ha fatto i conti con la lacerante consapevolezza della perdita e della solitudine. Gli uomini non possono che deludere sempre perché si affidano nel rapporto di coppia, più che all’amore, ai meccanismi affettati e alle promesse di un’esteriorità privilegiata. L’apparenza della classe borghese diventa l’involucro per cristallizzare i sentimenti, tra cortesie sociali e conversazioni affettate la giovinezza scivola lentamente in una maturità di inquietudini inesplorate.

La scrittura della Brookner è elegante, raffinata, come la storia è ricca di un’estetica squisitamente classica, ma non per questo atemporale, perché Edith Hope è connessa con la contemporaneità di cui non è protagonista proprio in quanto consapevole di non farne parte. Hotel du Lac è come un mobile antico, costruito per dimostrare che tutta la sua imponenza non passa mai di moda.

Hotel du Lac
Autrice: Anita Brookner
Casa editrice: Neri Pozza, 2011
Collana: I narratori delle tavole
Pagine: 183
Prezzo: 15€

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