Search
Thursday 25 April 2024
  • :
  • :

17 ragazze: apologia di una gravidanza collettiva | Fuori le Mura

17 ragazze: apologia di una gravidanza collettiva

26 marzo 2012

di Adele de Blasi

Un grido di libertà e amore

Leggi anche:

17 Pancioni (Recensione) di M. Ponte

Il 20 marzo alla Casa del Cinema si è tenuta la proiezione di 17 ragazze seguita dalla conferenza stampa a cui ha partecipato solo la regista Delphine Coulin; la sorella Muriel, che ha contribuito alla realizzazione del film, era assente perché incinta di otto mesi. Il film esce nelle sale italiane il 23 marzo appunto per la regia di Delphine e Muriel Colin, distribuito da Teodora film, prodotto da Denis Freyd produttore storico dei fratelli Dardenne. Il film che escirà in 32 copie, ha avuto grandi consensi al Festival di Cannes, a Torino Film Festival è stato premiato con il Premio speciale della giuria. 17 ragazze nasce come il gioco provocatorio di alcune adolescenti che restano incinte tutte insieme lanciando una  richiesta di aiuto e amore. La bella notizia degli ultimi giorni è che la pellicola, precedentemente vietata incomprensibilmente ai minori di 14 anni, dopo il ricorso in appello presentato dai distributori e vinto, può essere liberamente visionata da tutti.

La scelta delle ragazze può essere interpretata come scelta di ribellione o come scelta dettata dalla noia del luogo?

Delphine Coulin:  La ribellione delle ragazze va vista in un utopia collettiva. Le ragazze vogliono altre cose, non vogliono il mondo che gli adulti propongono. Il film è nato dal nostro interesse per un fatto di cronaca verificatosi nel Massachusetts Usa riportato con poche righe dal giornale Liberation. Lo spunto per il film è questo ma in realtà noi raccontiamo la ribellione di adolescenti che non sono sodisfatte  e sono alla ricerca di altro. Una gravidanza collettiva da un senso di amore. Il film è stato girato a Loriane una piccola cittadina di mare dove non c’è nulla, Loriane in qualche modo è molto simile a Gloster nel Massachusetts dove è accaduto il fatto di cronaca.

In Francia è stato applicato il divieto per la visione ai minori di 14 anni come in Italia? (Divieto in seguito cancellato per quanto cencerne l’Italia, ndr)

Delphine Coulin: No, confesso sono molto sorpresa da voi italiani, avete avuto un presidente del consiglio che per il suo compleanno ha avuto una 17enne in dono, non capisco questo divieto. Il film è stato visto in 20 paesi e non ci sono stati questi problemi. Ritengo che applicare la censura con adolescenti non funzioni, maggiori sono i divieti più forte è la curiosità. Sono dispiaciuta per la censura fatta con la motivazione pericolo di emulazione, ci sono spinelli e la guida pericolosa. La psicologa della commissione ha sollevato tutto questo vespaio. La cosa peggiore è stato per noi non avere più spot per radio, nè in televisione in orario di fascia protetta.

Delphine e Muriel Coulin

La storia di cui parla è americana, lei ne ha dato una versione europea?

Delphine Coulin: Si l’America è un paese molto diverso dalla Francia, noi abbiamo solo preso come base il fatto e poi abbiamo iniziato a scrivere mettendo in primo piano la parte psicologica. I personaggi sono inventati, quello che è documentaristico è la sanità francese, gli assistenti sociali e i medici.

Il film non è un progetto educativo, ma si parla di contaccezione, di aborto, sesso sicuro, voi come avete affrontato il problema nella realizzazione della pellicola?

Delphine Coulin: Noi donne ci siamo poste il problema con grande serietà, non abbiamo sviscerato argomento per argomento per non cadere in una soap. Abbiamo tracciato il profilo di adolescenti che seguono il loro mito a scuola, tutti noi abbiamo seguito qualcuno a scuola che era un leader. Sicuramente trattare temi forti ci ha dato un grande senso di responsabilità. Il film non finisce con una visione rosea ma neppure finisce in maniera negativa abbiamo scelto una via di mezzo facendo scomparire il leader.

Ma queste ragazze sono abbandonate, nessuno le aiuta?

Delphine Coulin: Il problema è collettivo sono 17 ragazze molto unite tra loro, la loro forza è nel gruppo, gli adulti non sono presenti, gli adulti sono persi. L’unica che tenta di parlare è l’infermiera ma non si riesce a contenere il fenomeno. Gli adulti non hanno armi per contenere un fenomeno collettivo.

In Francia ci sono state critiche fastidiose?

Delphine Coulin: Forse qualcuno non ha capito il film. La grandezza della pellicola è nella forza della collettività. Ci accusano di apologia di gravidanza collettiva. Quello che ci piace è che le ragazze vogliono altro, poi c’è la ribellione collettiva che non è la soluzione. Queste ragazze vogliono una vita diversa, forse sono delle pazze, è un grande atto di rivolta. In Francia non ci sono mai stati fenomeni del genere.

Il film è stato portato nel Massachusetts?

Delphine Coulin: No, ho portato il film a New York e il produttore ha detto che lo porterà nel Massachusetts, non mi sembra una buona idea, le ragazze francesi sono molto diverse dalle americane. Il film esce a luglio negli Usa.

Share