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Daniela Dellavalle ci apre le pagine del suo Diario Affatto Segreto di una Precaria | Fuori le Mura

Daniela Dellavalle ci apre le pagine del suo Diario Affatto Segreto di una Precaria

5 marzo 2012

di Salvatore Carruba

Astro nascente di un nuovo modo di fare teatro, Daniela Dellavalle debutta al Teatro Manhattan con un testo ironico e intelligente

Una ragazza come tante, non meglio identificata come lei, racconta se stessa attraverso le pagine di un diario, cui affida la quotidianità, i sogni, le speranze.

Lei è una ragazza tra i venti e i venticinque anni che, come molti coetanei, divide la sua vita tra l’università e un lavoro precario; il suo è un contratto a chiamata, chiaramente inesistente tra le formule contrattuali, che la costringe a turni di lavoro massacranti e permessi giustificativi di ferie e malattie poco credibili. Il suo, però, è un lavoro che le piace perché le permette di avere un contatto con ciò che lei più ama: i libri.

Lei ha deciso di dar vita alla sua mente, chiamandola Daisy, e da quel momento Daisy è diventata autonoma e ha dato nomi e caratteri ben delineati a tutto il fisico di lei: il corpo Jack, lo stomaco Philip, i piedi Tip e Tap e le gambe Georgie e Candy, etc. Lei e Daisy hanno un rapporto conflittuale di odio e amore, in cui spesso è Daisy ad avere la meglio sulle scelte di Lei; del resto Daisy è Lei e Lei è Daisy, e le due devono convivere all’interno di Jack. Le cose, però, si complicano quando Daisy si innamora di un ragazzo e Lei si interessa a un giovane pianista laureando in Lingue… Ma quando ha avuto inizio tutto ciò? Perché Lei si è lasciata sopraffare dalla sua mente reprimendo o tacendo tutto il resto, Tom (cuore) compreso?

Dal Diario Affatto Segreto di una Precaria è l’interessante debutto della promettente autrice/attrice Daniela Dellavalle. Sul palco del Teatro Manhattan di Roma la giovane Dellavalle è indiscussa protagonista della commedia, una sorta di diario teatrale semiautobiografico in cui duetta – tra ironia e sarcasmo – con Tonia Polla, nei panni di Daisy. L’affiatamento tra le due ragazze è notevole, e la bravura delle due attrici spicca nel genuino lavoro dell’artista triestina: tra battute condite da un acuto e originale cinismo, e momenti musicali (semi) improvvisati sulle note dei leggendari The Beatles, Polla e Dellavalle dimostrano professionalità e passione per l’ancor più precario mestiere di attore. E la precarietà è il tema predominante della pièce, spunto di riflessione su un universo (quello dei giovani) in cui predomina l’incertezza del futuro e dove anche una bolletta da 35 euro può essere difficile da pagare.

Forse ancora acerbo, ma sicuramente ricercato, lo stile dell’autrice non passa inosservato e lo spettacolo, concentrato in un atto unico, riesce a farsi seguire e apprezzare dal pubblico in sala che si diverte e si lascia conquistare e trascinare dall’originale interpretazione delle due attrici.

Al termine della serata di debutto di Dal Diario Affatto Segreto di una Precaria, Fuori le Mura ha incontrato un’emozionatissima Daniela Dellavalle.

Conosciamo l’autrice/attrice Daniela Dellavalle. Daniela, raccontaci un pò di te

Un giorno mi sono svegliata e ho cominciato a scrivere. Così. In forma teatrale. Non so perché. C’è ‘sta compagnia teatrale mentale che mi sveglia nel cuore della notte e non mi lascia riaddormentare finché non butto giù quel che mi hanno mostrato. Perciò da un lato mi sembra sempre di plagiare. Ma in fondo, plagio me. E siccome non sono iscritta alla SIAE, non posso denunciarmi. Da poco, invece, ho rispolverato delle poesie che scrivevo alle elementari. Quindi forse ho sempre scritto. Mah. Vorrei tornare brava come allora.

Da dove nasce l’idea di raccontarsi attraverso un diario?

Beh, diciamo che non è affatto un’idea originale. Sicuramente mi trovo, anzi, in una situazione meravigliosa rispetto ad Anna Frank, ad esempio… Questo testo in realtà è un adattamento da una serie di raccontini che vorrei mettere insieme per pubblicare un vero e proprio libro, un giorno. Sentito tutti, editori in ascolto? Ho detto LIBRO. Eh sì: ho usato il maiuscolo, poi. La cosa strana, piuttosto, è che la protagonista non possa raccontare di sé, può solo riportare le varie versioni che sente, da ogni parte del corpo. Sente tutti, tranne se stessa. È in piena confusione. E secondo me non è lontano dagli effetti conseguenti alla situazione che stiamo vivendo.

La protagonista del tuo spettacolo affronta il principale problema di molti giovani d’oggi: il precariato. Secondo te come si sopravvive a questa piaga sociale?

Ecco, appunto, il modo così vicino alla schizofrenia in cui sopravvive Lei la dice lunga. La verità è che in parte per generazione, in parte per sfiga – diciamolo pure (si può dire sfiga, vero?) – cresciamo col terreno che ci frana sotto i piedi. Stiamo sempre all’erta, senza il tempo da dedicare a cose come l’influenza. Non è un lusso, ma sembra quasi che lo sia. Come siamo fortunati a non correre il rischio di annoiarci, noi! Generazione in nero, che per fortuna sta bene con tutto…

Il mondo del teatro, e della cultura in generale, ultimamente ha subìto tagli ai fondi e ai finanziamenti. Quanto è difficile vivere di arte in Italia?

In Italia è difficile vivere. Punto. Il precariato ha sempre caratterizzato questo ambito artistico, ora è arrivato da un bel po’ di anni anche nei lavori cosiddetti “normali”. Il punto è che – come dice Dario Fo – il pubblico va anche educato al teatro. Se lo si abitua a mero intrattenimento, a un certo punto sono d’accordo sui tagli. Diventa un lusso, tanto vale privatizzarlo. La questione è che non è un lusso, né una forma d’arte, se vogliamo. È un mezzo di comunicazione, come altri. Solo, a mio avviso, meno controllabile. Per questo è importante, per questo bisognerebbe approfittarne per raccontare cose in maniera più attendibile di quanto non facciano, che so, i telegiornali – ma ho fatto un esempio casuale eh… La cultura fa paura, e non so perché. Ma questo mica da adesso, ora si è solo amplificata la situazione. Già quand’ero a scuola era così. Ma non credo sia la sede per parlarne, chiudo solo dicendo che gran parte delle persone che fanno questo mestiere, ne fanno anche un altro. Durerà a lungo. E non lo trovo sbagliato, o giusto. Trovo che sia così.

Progetti per il futuro?

Ho come precipua (senti che parola figa!) intenzione quella di diventare brava. E di vivere di quel che scrivo. Non famosa; brava. Certo, una volta questa distinzione non avrebbe avuto modo di esistere, ma tant’è… Se arriverò a fine mese con quello che scrivo sarò contenta, e per arrivare a fine mese intendo permettendomi cose NORMALI, come la famiglia, il medico di base, figli a scuola e una settimana di ferie… Ho bisogno di fare qualcosa in cui credo. Di poter dormire sonni tranquilli (compagnia mentale a parte, s’intende.). Ho la fortuna di collaborare con Internoenki, che con inizative quali Voci a Rischio affronta temi sociali, civili. Passate anche lì.

Dal Diario Affatto Segreto di una Precaria
Di Daniela Dellavalle
Con: Daniela Dellavalle e Tonia Polla
Regia: Daniela Dellavalle
In scena il 1° e 2 marzo 2012 alle 21
Teatro Manhattan – Via del Boschetto 58, Roma

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