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Ora vola in Piazza Grande | Fuori le Mura

Ora vola in Piazza Grande

5 marzo 2012

di Andrea De Angelis

Scompare all’età di sessantotto anni Lucio Dalla, uno dei più grandi cantautori italiani di sempre

A Sanremo nel febbraio del 2012

A metà febbraio, nello splendido scenario di Sanremo, ha fatto il corista, il direttore d’orchestra, il cantante. “Mi diverto tantissimo”, ripeteva ai giornalisti. Due giorni prima di morire ha detto in un’intervista: “Sono felice del tour europeo che mi aspetta, pensare di andare in Svizzera, in Belgio, in Germania, a provare, cantare, e visitare musei e strade, lo desidero molto”.

Lucio Dalla è morto all’età di 68 anni lo scorso 1 marzo a Montreaux, in Svizzera, a soli tre giorni dalla data resa celebre dalla canzone scritta per lui da Paola Pallottino, tra le collaboratrici più stretti dell’artista bolognese insieme a Roberto Roversi.

Artista, sì, perché Dalla non era soltanto un cantante. Chi lo ha conosciuto ricorda il suo talento, la curiosità, la continua ispirazione, frutto di una vocazione per la musica e non solo per un particolare genere. Un uomo modesto, che parlava così dell’umiltà: “Senza non si può essere grandi, no davvero”. Anche questa è arte.

Lucio Dalla amava le persone. Non la gente, ma le persone. “Senza gli altri io sarei nulla, non avrei mai potuto scrivere una sola canzone: solo grazie alle persone che incontro e conosco in strada, nei concerti, al supermercato posso scrivere”. La vita per lui era il giusto equilibrio tra l’oggi ed il domani, tra la capacità di godere del presente, e la speranza nel futuro. “Aspettiamo senza avere paura, domani”, recita una sua canzone.

Il disco DallAmeriCaruso

Le canzoni. Appare difficile provare a stilare una classifica dei suoi più grandi successi, di certo è possibile riconoscere il brano più conosciuto fuori dai confini nazionali: Caruso. Scritto nel 1986, merita di esserne ricordata la genesi. Al ritorno da un memorabile tour negli Stati Uniti con gli Stadio, prima di registrare il disco in preparazione, Dalla decise di prendersi una breve pausa dal lavoro. A bordo della sua barca parte da Sorrento, ma dopo poco un guasto lo costringe alla sosta. Così, carta e penna alla mano, nascerà il capolavoro, proprio “Lì dove il mare luccica e tira forte il vento”, dedicato al grande tenore italiano. Presentato alla trasmisisone televisiva “Fantastico”, sarà la punta di diamante del disco “DallAmeriCaruso”, oltre un milione di copie vendute e dalla critica italiana ritenuto il miglior live della storia.

Lucio Dalla non ebbe subito un grande successo, specialmente all’inizio della sua carriera, votata ad un genere come il jazz difficilmente commerciabile.

Un giovane Lucio Dalla

I trionfi si succederanno però con il passare degli anni, anche grazie alle brillanti collaborazioni con Ron, gli Stadio, Gianni Morandi e soprattutto Francesco De Gregori. “Non ho la forza di parlare, preferisco il silenzio”, il breve comunicato del Principe dopo la scomparsa dell’amico bolognese.

La città di Bologna è l’habitat naturale del celebrato cantautore, il quale però amava definirsi cosmopolita. “Sono siciliano, ma anche un po’ americano e napoletano”, aveva detto di recente. Lo sport era una delle sue più grandi passioni: solo se impossibilitato ad assistervi, rinunciava ad una partita della Virtus Bologna o del Bologna calcio. Allo stadio Olimpico, qualche anno fa, mandò un suo sosia pur di non perdere la partita della sua squadra del cuore. Uno scherzo del quale il regista dell’evento si accorse solo alla fine dello stesso.

La canzone dedicata ad Ayrton Senna è ricordata come uno dei pezzi più alti, “Ho capito che un vincitore vale quanto un vinto”, è uno dei versi più celebri. Ha scritto d’amore, di amicizia, sfiorando con leggerezza i cuori dei milioni di spettatori che l’hanno applaudito nel corso dei decenni. Ha saputo tutelare la sua vita privata, con una naturalezza propria dei grandi.

Allo stadio con Gianni Morandi

Una storia artistica lunga quasi cinquanta anni, “L’importante non è vincere, neanche gareggiare, quel che conta è fare, fare, fare”, ha detto di recente a chi gli ricordava il traguardo del mezzo secolo di carriera ormai vicino.

Bologna e l’Italia intera lo hanno ricordato il 4 marzo del 2012 a Piazza Maggiore, dopo l’interminabile fila di persone che hanno voluto porgergli il loro ultimo saluto. I suoi versi hanno superato le mode del momento, divenendo un monumento alla musica. Ora può volare, lassù, nella piazza più grande di tutte.

 

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