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La sorgente dell’amore | Fuori le Mura

La sorgente dell’amore

5 marzo 2012

di Simone Arseni

L’ultimo film di Radu Mihaileanu è meno ironico e incisivo dei precedenti, ma profondo e affascinante

Dopo i successi di Train de vie e de Il Concerto, è in uscita nelle sale cinematografiche italiane La sorgente dell’amore, ultimo film di Radu Mihaileanu. Le donne di un piccolo villaggio del Medio Oriente salgono quotidianamente in cima alla montagna per accedere alla sorgente e rifornire d’acqua le proprie famiglie. Il sentiero che la conduce alla fonte è impervio e dissestato, ma la tradizione vuole che siano le donne a portare l’acqua a villaggio in grandi secchi, sotto il sole cocente, risalendo l’arida montagna. In seguito all’ennesimo incidente che causa l’aborto di una donna incinta, vittima di una brutta caduta fra i massi, la giovane Leila convince le donne del villaggio a indire lo sciopero dell’amore: niente più sesso con i propri mariti, fino a che gli uomini non si decideranno ad andare a prendere l’acqua in cima alla montagna. Le conseguenze e l’impatto che lo sciopero ha su una comunità fortemente tradizionalista non si riversano  solamente sulle donne che lo indicono, picchiate e insultate dai mariti più violenti, ma anche i pochi uomini di più ampie vedute che appoggiano più o meno velatamente le ragioni delle proprie mogli.

Il film è bello per le immagini, le musiche e il suo significato profondo. È suggestivo il paesaggio arido e roccioso, la vita condotta in assenza di comodità e tecnologia. Per i trasporti vengono utilizzati asini testardi e i telefoni cellulari sono una rarità. Tutti questi elementi di una genuinità e di una tradizione affascinante e dorata, hanno tuttavia il loro risvolto oscuro nella mentalità degli uomini del villaggio, arida e primitiva come il paesaggio, ma meno affascinante. La moglie è subordinata alla volontà del marito in nome di una male interpretata tradizione coranica: non ha la possibilità di leggere e di istruirsi, di pensare e di desiderare.

L’importanza del tema rende forse retorici alcuni dialoghi e appesantisce la sceneggiatura, decisamente meno esilarante e ironica di quelle cui il regista francese ci aveva abituato. Eppure le musiche e i canti coinvolgono eappassionano, dando al film una leggerezza di fondo che lo rende digeribile e piacevole.

La vicenda  è ispirata a un fatto di cronaca avvenuto in Turchia nel 2001. Racconta Mihaileanu: “Fin dalla notte dei tempi, le donne di un villaggio tradizionale andavano ogni giorno a prendere l’acqua alla sorgente in cima a una montagna vicina e la riportavano al villaggio in pesanti secchi colmi fino all’orlo che spezzavano loro le spalle. A seguito di una serie di incidenti, le donne decisero di prendere in mano il loro destino e iniziarono uno sciopero dell’amore per convincere gli uomini a costruire una rete idrica nel villaggio […]. La diatriba fu risolta dal governo. A livello più metaforico”, ha concluso il regista, “mi sono anche ispirato a Lisistrata di Aristofane, in cui una donna, di fronte all’indifferenza degli uomini, indice lo sciopero dell’amore per mettere fine alla guerra. Mi è parso un soggetto ricco di problematiche molto attuali”.

Il corpo femminile diventa nel film un’arma con la quale la donna può rivendicare i propri diritti, ma è anche considerato come un bene da preservare e di cui godere. Negare all’uomo il proprio corpo significa, in quest’ottica, negargli la possibilità di intervenire da padroni sulle loro vite e significa anche appropriarsi dei propri diritti e desideri. In proposito Mihaileanu ha raccontato che in molte comunità rurali, “nel nome della tradizione,  molte donne sono state educate con l’idea che non sono altro che fattrici. Alcune arrivano a definirsi, con una certa brutalità, delle «vacche da ingravidare» […]. Va da se che molto spesso ignorano il significato del concetto di piacere, malgrado siano il prodotto di una civiltà molto sensuale, a partire dalla musica e dalla danza, fino ad arrivare alla cucina molto speziata”.
Un film intenso che, nonostante qualche caduta circostanziata, risulta davvero piacevole.

Immagine anteprima YouTube

La sorgente dell’amore
La source des femmes
Regia: Radu Mihaileanu
Sceneggiatura: Alain- Michel Blanc, Radu Mihaileanu
Interpreti: Leila Bekhti, Hafsia Herzi, Hiam Abbass, Seleh Bakri, Sabrina Ouazani, Mohamed Majd
Produzione: Belgio/Italia/Francia, 2011
Durata: 136′
Distribuzione: Bim, 9 marzo 2012

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