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Henry | Fuori le Mura

Henry

5 marzo 2012

di Erika Di Giulio

La notte a Roma è nera nera nera

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Un duplice omicidio insanguina un condominio di periferia. Nina (Carolina Crescentini) tira coca e pugni in palestra, tra una lezione di aerobica e l’altra. È fidanzata con Gianni (Michele Riondino), tossico poppante che se ne va sempre in giro con Rocco (Pietro De Silva), a rota da mattina a sera. Lui con la droga ci è davvero rimasto sotto e si ficca in un impiccio di quelli brutti e grossi, che si sa sempre come va a finire. Rocco ha cinquant’anni e una volta faceva il fotografo. Intanto una gang di africani e una banda di malavitosi meridionali che sembra saltata fuori da un fumetto, si litigano a colpi di lama e piombo il mercato dell’eroina. Una coppia di poliziotti indaga sul delitto tentando di mettere ordine nella realtà volubile e fuori controllo che ogni giorno torce nervi e pazienza. Il commissario Silvestri (Claudio Gioè) ha tutto da perdere, una moglie e una dieta macrobiotica che lo aspettano tutte le sere e sta pure per diventare padre, mentre il collega Bellucci (Paolo Sassanelli) ogni tanto ripulisce perquisizioni e laboratori e si mette un po’ di bianca nel taschino. Così, gli va.

Microcriminalità, guerre tra clan, infami di sempre. Roma spaccia esistenze fragili e deliranti, parla lingue straniere, diverse, incomprensibili. È la città bastarda che inghiotte silenziosa chi la attraversa fugace, chi si nasconde, chi ci muore dentro naufragado nel mare dolce dell’eroina.

Henry è vecchio e nuovo, ieri, oggi e domani. Henry è vagabondo, mezzosangue, non ha padroni, tutti lo vogliono. Henry è quando i documenti non ce l’hai e al massimo tiri fuori la tessera sanitaria, quando alla legge dello Stato preferisci quella dei cognati di Civitavecchia (Abbrescia-Santagata) che almeno ti fanno passare un pò di tempo buono.

Dark movie casereccio e ben girato, è un noir all’italiana a redenzione zero, percorso da una vena umoristica e giallonera, dalla prospettiva notturna e sfocata, con il Tevere che ingoia delusioni e restituisce cadaveri. È una macchia che si allarga, la crepa nel muro bianco appena intonacato. Rifugge la dicotomia fin troppo semplicistica e preferisce puntare sulla contaminazione delle categorie, che si mescolano, confondendosi nei piani stretti, scivolati, soffusi, nelle spruzzate accecanti di luce pallida. È insieme bene e male, alto e basso, luci e ombre, centro e periferia.

Alessandro Piva si conferma un regista attento e talentuoso nella gestione dei caratteri e della realtà minuta, spicciola, dialettale, in cui gli umori spazio temporali si schiacciano sui bisogni contingenti dei personaggi. Una comunità cianotica di zombie che si muovono nel crogiolo linguistico e razziale, di giovani bambini mai cresciuti che masticano ancora il ciuccio, di guardie pure un pò simpatiche e di boss mangiaspaghetti e sgangherati. Qualche incertezza nei raccordi (spesso lievemente didascalici per effetto della matrice letteraria) e rischio di approssimazione specie nell’amalgama dell’impasto. Ma nel complesso un cast di ottimo livello e una colonna sonora davvero niente male. Un film di genere che è una boccata d’aria e una piacevole sorpresa.

Henry
Regia: Alessandro Piva
Sceneggiatura: Alessandro Piva
Cast: Carolina Crescentini, Claudio Gioè, Aurelien Gaya, Pietro De Silva, Paolo Sassanelli, Michele Riondino, Alfonso Santagata
Paese: Italia, 2012
Durata: 86′
Produzione: Seminal Film in associazione con Bianca Film – con il contributo del MiBAC
Distribuzione: Iris Film
Data di uscita: 2 marzo 2012
Sito Ufficiale

 

 

 

 

 

 

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