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“Made in Love”: l’amore gay di scena in tv | Fuori le Mura

“Made in Love”: l’amore gay di scena in tv

5 marzo 2012

di Nicolamaria Coppola

Dodici aspiranti innamorati cercano di far breccia nel cuore di uno dei due protagonisti di questo innovativo show televisivo che mira a combattere i pregiudizi e l’omofobia

Napoli è senz’ombra di dubbio una della città più gay friendly d’Italia: il successo inaspettato del Gay Pride nazionale del 2010, prima, e l’introduzione del Registro delle Unioni Civili voluto dalla giunta De Magistris, poi, sono solo gli esempi più lampanti di un’apertura mentale che nessuno si aspetterebbe da una città dipinta sempre nel peggiore dei modi. Nonostante l’immagine di Napoli venga continuamente e costantemente accostata solo e soltanto alla spazzatura, alla camorra, agli scippi, alle faide tra clan, ai ragazzi in motorino senza casco, al contrabbando, e a chi più ne ha più ne metta, il capoluogo campano ha dimostrato ancora una volta di essere una della città più all’avanguardia d’Italia e ha messo a segno un altro importante colpaccio nell’intricata questione del rispetto dei diritti civili delle cosiddette “minoranze”.

Napoli si pone come capolista nell’accettazione, nella promozione e nella divulgazione di quelle che sono considerate delle “differenze”, e lo fa nel modo più semplice possibile, mandando in onda su un’emittente locale il rifacimento di un programma déjà-vu rivisitato e corretto, però, che vede protagonisti giovani single gay in cerca dell’amore della propria vita. Made in Love ha portato sugli schermi quella svolta che parte dell’opinione pubblica e dei fan di Maria De Filippi chiedono a gran voce a Uomini e donne: il trono gay. Se fino ad ora, però, la regina incontrastata di Canale 5 ha fatto finta di non sentire continuando lungo il percorso intrapreso 10 anni fa ormai, ci ha pensato Lina Carcuro, ex gieffina di chissà quale edizione del reality, in qualità di conduttrice a sfondare il muro dell’indifferenza e a mettere la propria faccia su questo nuovo programma dedicato all’amore.

In onda dallo scorso 12 gennaio ogni giovedì alle ore 23.00 su NapoliTv e contemporaneamente in streaming Internet su www.madeinlove.tv, il plurichiacchierato “Made in Love” è un talk show dedicato a ragazzi
single, in età compresa tra i 18 ed i 40 anni, omosessuali e in cerca dell’amore
. Il format prevede la presenza di due Protagonisti, Luigi Butti e Ciro Oppressore, e di una serie di partecipanti che rivestono il ruolo di veri e propri Cacciatori, ciascuno con una caratteristica psicofisica specifica che li contraddistingue l’uno dall’altro. Ed ecco, quindi, che Giuseppe, 19 anni di Castellammare di Stabia è il fashion victim mentre il 23enne Luigi l’artista; Mario è il discotecaro, Paolo il romantico, e Andrea il mammone; Salvo, 20 anni della provincia di Caserta, è l’amante della natura, Luca è il brioso, mentre il 23enne impiegato Giuseppe ha come caratteristica quella dello studioso. In ogni puntata i vari Cacciatori sono sottoposti da una giuria a dei test di compatibilità, studiati  appositamente da uno psicologo, che aiutano a stabilire se vi è feeling  con i  due  protagonisti, e in base a tali test i giurati possono decidere di eliminare chi si è dimostrato poco compatibile con Luigi e Ciro. I ragazzi hanno la possibilità di approfondire la conoscenza con quattro Appuntamenti settimanali, due per ogni Protagonista, che si svolgono in luoghi confacenti alle caratteristiche del Cacciatore. A scegliere chi deve uscire con chi sono non solo i Protagonisti, che decidono un appuntamento a testa ogni settimana, ma anche la giuria che stabilisce, sulla base della  famosa compatibilità  caratteriale, l’altro rendez-vous.

“La grande partecipazione registratasi durante i casting mi ha dato la carica giusta per credere in questo progetto”, ha dichiarato Diego Di Flora, titolare della Società di Comunicazione BeeGlam che ha ideato il programma.
“Per me Made in Love – ha più volte ribadito Lina Carcuro, conduttrice della trasmissione – non è un semplice programma, è dimostrazione di tenacia, coraggio e soprattutto voglia di combattere qualsiasi tipo di discriminazione. È soprattutto affermare a gran voce che l’amore è un diritto per tutti, senza più la ridicola distinzione tra eterosessuali ed omosessuali. L’amore è degno di essere vissuto e raccontato in tutte le sue sfumature, avendo rispetto per chiunque provi un sentimento tanto nobile”. Made in Love è riuscita a sdoganare anche un altro tabù: nella terza puntata del programma, quella del 29 gennaio scorso, infatti, è stato mandato in onda il primo vero bacio gay della televisione italiana. I protagonisti sono stati Ciro e Paolo, due bei ragazzi dall’aspetto aitante e dal fare semplice, pulito e genuino. Vuoi perché non si era mai vista un’effusione così spontanea tra due uomini, vuoi perché curiosare nella vita delle persone piace, questa puntata ha segnato una svolta nella storia della tv  italiana, sfondando una porta che da tempo andava oltrepassata: quella dei pregiudizi. Senza censura NapoliTv ha trasmesso il primo bacio omosessuale mai visto prima d’ora nei palinsesti nazionali, e Diego Di Flora ha dichiarato entusiasta: “Due persone che iniziano a conoscersi lo fanno anche con un bacio… sarebbe stato poco corretto escludere il nostro pubblico da una simile emozione”.

Mentre il Grande Fratello, pur di accalappiarsi qualche telespettatore in più in un’edizione sfigata, mette in scena lo stereotipo del gay tutto pailettes, piume, movenze femminee e gridolini isterici all’ascolto della hit della popstar-idolo, e mentre la Rai continua a censurare il famosissimo film Brokeback Mountain trasmettendolo in seconda serata e tagliando minuziosamente anche solo uno sguardo fra due protagonisti maschili, la poco fastosa NapoliTv ci propone un reality dichiaratamente gay, sbeffeggiando del tutto il bigottismo italiano. In un’Italia in cui recenti notizie riportano di politici (leggi Carlo Giovanardi) che paragonano il bacio di due persone dello stesso sesso alla pipì fatta in pubblico, di sacerdoti (leggi Monsignor Simone Scatizzi, Vescovo Emerito di Pistoia) che rifiutano la comunione agli omosessuali, di medici e dirigenti sanitari (leggi ex Ministro della Salute Girolamo Sirchia) che non accettano di prelevare sangue da donatori gay perché, secondo la loro visione medioevale, portatori di Hiv, di fondamentalisti cattolici (leggi Pontifex) che dichiarano quotidianamente guerra ai sodomiti peccatori, ecco arrivare un’emittente locale, che da sola ha provocato una grande rivoluzione, “un boato muto che si configura come un piccolo spiraglio di luce nell’oscurità dell’omofobia italiana”.

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