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Venite a conoscere “Le sorelle Soffici” di Pierpaolo Vettori | Fuori le Mura

Venite a conoscere “Le sorelle Soffici” di Pierpaolo Vettori

27 febbraio 2012

di Maria Cristina Costanza

Una storia semplice, ma unica per il punto di vista narrativo, sospeso fra immaginazione e realtà

Il racconto è semplice. La famiglia Soffici è, da generazioni, proprietaria di una delle fabbriche di marmellata più importanti del Paese, l’Italia, ma gli affari cominciano ad andare male. Al contempo Ernesto, capofamiglia, si ammala, lasciando in mano della moglie, Olga, il futuro dell’azienda. Questo perché le figlie legittime, Veronica e Cecilia, definite “speciali”, non godono, in sostanza, di una salute mentale forte abbastanza da garantire la successione. Casa Soffici, così, si popola di affaristi e arrivisti che, all’alba dello scandalo italiano di Tangentopoli, con strategie sempre più subdole, cercano di prendere una fetta della fortuna di famiglia.

La forza del racconto, Le sorelle Soffici (elliot edizioni), di Pierpaolo Vettori, sta però nel punto di vista del narratore. A descrivere la vicenda, spiandola da fuori, infatti, è Veronica, figlia di Ernesto, che vive in simbiosi con la sorella Cecilia. Affetta da una devianza psicologica  – forse strumento di difesa dal decadimento che accade intorno a sé – che non le fa distinguere il mondo immaginario da quello reale, Veronica intervalla il disvelamento dei fatti, giorno dopo giorno, con visioni allucinanti di santi incarnati, animali parlanti, creature fantastiche. Nella sua immaginazione, profondi colloqui con grandi scrittori ormai defunti e immaginarie avventure in cui, sempre accompagnata da Cecilia, si perde, a dispetto dello sfacelo che sta accadendo in famiglia e in casa.

Questo stratagemma narrativo compie volute sempre più importanti fino a quando le parentesi di pura fantasia vanno a includere tutti i personaggi e gli stessi fatti, lasciando il lettore titubante di quanto letto e appreso. In questo senso, la grande capacità creativa di Vettori, che gli è valsa un posto fra i finalisti del Premio Calvino 2011, rischia di diventare, se non letta con l’adeguata sensibilità, rispetto allo scritto e alla natura psicologica del narratore, uno strumento complicato per il lettore. Questo perché si incorre nella facilità di perdere il filo narrativo e non riuscire a  ricostruire la vicenda. Quello che certamente si deve riconoscere all’autore, però,  è una creatività di inestimabile ricchezza, capace di costruire mondi dal nulla. La fervida fantasia di Veronica, letta con il giusto tatto, finisce per dare uno spessore al racconto che lo rende unico. Pertanto, forse, si può riconoscere nella seconda impresa letteraria di Vettori una grande fiducia nel lettore e nella sua capacità empatica con lo scorrere dei fatti.

Il testo, dunque, merita per le sensazioni, più che per le parole, per gli scenari onirici, più che per la descrizione dei fatti, per l’originale forza di raccontare le bassezze umane attraverso l’innocenza fantastica. Un aspetto, questo, che denota bene la sensibilità dello scrittore che, nel testo, compie il miracolo di tramutare una patologia psichiatrica in un eccesso di fantasia, in un distacco voluto dal mondo che colora tutta la vicenda, fino alla fine. Fino, cioè, al momento di chiusura, dopo oltre 170 pagine lette, in cui se lo scopo si dirà raggiunto, il lettore non si interrogherà più solo su ciò che vero e ciò che non lo è, ma si dirà certamente soddisfatto di aver compiuto un viaggio di inestimabile arricchimento nella fantasia di una bambina-ragazza, Veronica, e nel suo mondo sospeso fra sogno e realtà.

Le sorelle soffici
Autore: Pierpaolo Vettori
Casa Editrice: Elliot
Pagine: 175
Prezzo: 16 €

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