Search
Tuesday 23 April 2024
  • :
  • :

Una lunga notte di sogni | Fuori le Mura

Una lunga notte di sogni

27 febbraio 2012

di Erminio Fischetti

Alla scoperta di James Laughlin, poeta visuale e raffinato uomo di cultura del Novecento, in una raccolta che va dal 1945 al 1997

Amico di Tennessee Williams e Dylan Thomas, allievo del controverso Ezra Pound, James Laughlin (nato nel 1914 e morto nel 1997) è una figura di spicco del mondo culturale del XX secolo pur non essendo mai stato ricordato nel novero dei grandi scrittori del suo tempo. Il suo più grande talento è stato quello di saper riconoscere il valore dei suoi colleghi e amici e pubblicare con la sua casa editrice New Directions negli Stati Uniti i Modernisti, la Beat di Ferlinghetti, e poi Vittorini, Montale, Lorca, una femminista come Denise Levertov e tanti altri. La sua figura di editore oculato, capace di rientrare velocemente nelle spese dopo la nascita della sua casa editrice, forse per le capacità imprenditoriali dalla famiglia, industriali dell’acciaio nonché presbiteriani facenti parte di quella solida e rigida borghesia di Pittsburgh di inizio Novecento, è tanto risoluta e concreta quanto ricca di aneddoti romantici. Esperto sciatore, passava spesso periodi nello Utah, Laughlin è una figura nel suo rigorismo accademico quantomeno bizzarra sotto il punto di vista di autore più defilato di prosa, saggi e poesia.

Le sue opere non sono state granché celebrate parimenti alla sua figura di mecenate e intellettuale, ma approcciandosi alla raccolta di poesie Una lunga notte di sogni (edizione di Guanda curata da Massimo Bacigalupo), che contengono una vastissima produzione che supera un arco temporale di oltre cinquant’anni (dal 1945 al 1997) non si può non osservare come la concretezza della sua persona si rispecchia anche nei suoi componimenti. I suoi versi sono infatti legati ad una forma comunicativa funzionale, certamente non astratta, quasi discorsiva, che racconta in maniera sintetica semplici episodi di vita vissuta.

Sono quadretti, soggetti descritti nei minimi dettagli che si configurano come ritratti di un mondo violento, ma anche ricco di semplici sentimenti. L’amore è il termometro principale della sua scrittura, che si staglia su momenti storici ben definiti che vanno dagli anni Trenta agli anni Quaranta della seconda guerra mondiale fino agli anni Cinquanta, Sessanta, Settanta, Ottanta e Novanta, dove fra i fatti più tragici della sua esistenza c’è il suicidio del figlio Michael, descritto in una poesia dal titolo Experience of Blood con toni inquietantemente asciutti. Versi che sembrano prosa dove l’autore utilizza un plurilinguismo che non trascende mai nel bozzettismo dei luoghi descritti (come nella poesia In Another Country sulla sua storia d’amore con Leontina nei mesi passati a Rapallo nel 1935 quando era allievo di Pound).

Il costante viaggio di Laughlin nella sua giovinezza, l’ossessione per i classici latini, come Catullo e Marziale – che omaggia con alcuni componimenti dai quali riprende gli affascinanti retroscena erotici nonché il loro linguaggio – è una forma tanto banale contro il puritanesimo della sua generazione e del suo retaggio. In quelle concretezze narrative si sente tutto il suo atto di ribellione agli schemi forzati della società eppure le sue prose poetiche sembrano così educate, così prive di sussulti, composte anche nei versi più tragici. E le vediamo come un fotogramma di un film attraverso la musicalità della scrittura.

Una lunga notte di sogni (Poesie 1945-1997)
Autore: James Laughlin
Curatore e traduttore: Massimo Bacigalupo
Casa editrice: Guanda, 2011
Collana: Poeti della Fenice
Pagine: 304
Prezzo: 22 €

Share