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Villino Ximenes, gioiello liberty capitolino | Fuori le Mura

Villino Ximenes, gioiello liberty capitolino

6 febbraio 2012

di Rachele Mannocchi

Tutto il fascino della Roma dei primi anni del Novecento rivive nelle ville e nei palazzi del quartiere Nomentano. In particolare nel Villino Ximenes, caratterizzato da dettagli architettonici leggeri e fiabeschi

Villino Ximenes

Un autentico museo all’aperto della rivoluzione artistica che investì l’Europa al passaggio tra Ottocento e Novecento. Benvenuti nel quartiere Nomentano, dove l’architettura riflette il dinamismo del decollo industriale coniugando modernità ed eleganza. Come nel Villino Ximenes, prima casa d’artista in stile liberty. La denominazione deriva dallo scultore palermitano Ettore Ximenes che nel 1902, grazie alla collaborazione di Ernesto Basile e Leonardo Paterna Baldizzi, decise di farne la sua residenza. Autore delle ricche e fantasiose decorazioni sia all’interno che all’esterno del villino, Ximenes mirò ad un’eclettica fusione di pittura, scultura ed architettura in un’opera d’arte unica.

Costruito in mattoni di tufo siciliano, dalla caratteristica colorazione terrosa, il massiccio edificio è alleggerito dalla compresenza di materiali differenti: un espediente per conferire vivacità ad una struttura dalla volumetria semplice e lineare ispirata all’architettura normanna. Sul prospetto principale, che si affaccia su piazza Galeno, un alto fregio in stucco scolpito a rilievo separa i due piani e raffigura un corteo di artisti di ogni epoca e cultura che procedono verso l’Ara delle Arti. Sovrasta il fregio una loggetta successivamente affrescata con una Madonna con Bambino dall’Istituzione Teresiana, un ente laico spagnolo di indirizzo religioso a cui il villino appartiene dal 1930.

Ettore Ximenes

Una decorazione di mattonelle in ceramica con motivi floreali stilizzati è posta a coronamento dell’edificio, appena sotto il cornicione, sormontato da due parafulmini in ferro e da un originale comignolo. Gran parte degli ornamenti sono frutto di un accurato restauro orientato al ripristino delle parti mancanti ed un’importante modifica è stata apportata al lato sinistro dell’edificio, sede dell’atelier di Ximenes denominato “Galleria delle Statue” oggi del tutto scomparso. L’interno è finemente decorato con un’attenzione particolare al Medioevo, in opposizione all’età classica, immerso in un ambiente naturale in aperta polemica con il modernismo industriale. Vi si respira un’atmosfera fiabesca; l’ingresso presenta affreschi di storie medioevali mentre il fumoire è decorato da un astratto motivo di ghirlande e farfalle. Le pitture parietali del salone mostrano una raffigurazione romanzata di grandi maestri della scultura come Gian Lorenzo Bernini, insieme ad un busto di Luigi XIV, e Donatello intento a scolpire il San Giorgio.

L’estroso gioco dei diversi materiali, tipico dell’arte del primo Novecento, si ritrova in particolare nella sala da pranzo, l’ambiente più completo anche nel mobilio originale. Pannellature in legno, vetro, cuoio e finto oro sono presenti lungo tutte le pareti insieme a ripiani sorretti da deliziose mensole floreali. Al soffitto una danza di splendide ninfe rese a rilievo sorreggono il cerchio a cui era appeso il lampadario originale. Accanto al tavolo una vetrata si affaccia su quello che un tempo era il giardino, pensato a naturale continuazione degli elementi decorativi vegetali presenti all’interno.

Il Villino Ximenes accoglie attualmente la sede dell’Istituto Teresiano a Roma; al piano superiore si trovano alloggi e servizi riservati dall’associazione alle studentesse universitarie,  mentre in quello inferiore  una sala multimediale di 100 posti ospita proiezioni e convegni.

Villino Ximenes, un particolare della facciata

 

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