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Scalfaro, l’impegno e l’amore per l’Italia e la Carta Costituzionale | Fuori le Mura

Scalfaro, l’impegno e l’amore per l’Italia e la Carta Costituzionale

6 febbraio 2012

di Clara della Valle

Una vita dedicata alla politica, l’ex Presidente della Repubblica è venuto a mancare la notte tra il 28 e 29 gennaio. Rimangono le battaglie condotte con lucidità e dedizione. Da portare avanti.

“Dobbiamo essere noi stessi. Nella democrazia, nella libertà. Facendo spazio a noi stessi. Eliminando le patologie che s’inseriscono terribilmente e, allora, le troviamo anche a casa nostra. Bisogna essere spietati. Non c’è amnistia. E buon Natale, non arrendetevi mai, mai! ”

Oscar Luigi Scalfaro in uno dei suoi ultimi messaggi ai giovani italiani lo scorso dicembre; un filo di voce, ma un sorriso ancora molto vitale.

L’ex Presidente della Repubblica si è spento nella notte tra il 28 e il 29 gennaio, a 93 anni, lasciando un’immagine di sé che, amata o temuta, ne riconosce unanimemente l’impegno e l’amore per l’Italia e la sua Carta Costituzionale. Nelle parole di Napolitano “esempio di coerenza ideale e integrità morale”, in quelle di Monti “difensore dei valori fondanti della Repubblica contenuti nella Carta Costituzionale”; Cicchito lo ricorda come “coerente e agguerrito avversario”; Bersani parla di “una decisione, una lucidità e un equilibrio impossibili da dimenticare”, aggiungendo che “verso di lui come democratici ed italiani abbiamo un grande dovere: quello di non abbandonare le sue battaglie, ricordando sempre che la nostra è la Costituzione più bella del mondo”.

La vita di Oscar Luigi Scalfaro è quasi interamente dedicata alla politica.

Fervente cattolico, formatosi nelle fila della Democrazia Cristiana, dopo un incipit come magistrato, Scalfaro viene eletto deputato all’Assemblea Costituente il 2 giugno del 1946, partecipando in prima persona alla stesura di quella Carta per la quale avrebbe lottato tutta la vita.

Eletto deputato al Parlamento in tutte le legislature dal ’48 al ’92, Scalfaro ricopre tutte e tre le più alte cariche dello Stato: Presidente della Camera e, provvisoriamente, anche del Senato, viene eletto alla Presidenza della Repubblica nel 1992, carica che ricoprirà fino al 1999.

È l’anno della strage di Capaci, dello scoppio di Tangentopoli, dell’erosione della Prima Repubblica.

Nel ’94  il famoso “ribaltone”, cui grida Silvio Berlusconi. Scalfaro, invece di sciogliere le camere, su richiesta del Premier appena dimessosi, decide di formare un nuovo Governo, appellandosi al principio costituzionale  secondo cui la funzione di deputati e senatori della Repubblica è esercitata senza vincoli di mandato, quindi è consentito cambiare schieramento ed appoggiare formazioni politiche diverse dalla lista in cui si è stati eletti.

Di qui il Governo tecnico Dini e il progressivo spostamento verso il centro-sinistra, con la vittoria di Prodi nel ’96.

Di qui, anche, la crescente ostilità nell’ambito del centro-destra verso il Capo dello Stato, accentuata anche dalla legge sulla par condicio, sentita come un tentativo di limitare il potere mediatico di Berlusconi.

Nel ’93 lo scandalo Sisde, sulla controversa gestione dei fondi riservati e il “non ci sto” di Scalfaro, nel momento in cui Riccardo Malpica, ex direttore del Sisde, lo accusa di averlo costretto a mentire, aggiungendo che il Sisde avrebbe versato ogni mese 100 milioni di lire ai ministri dell’Interno. “Non ci sto al gioco al massacro”, che per Scalfaro altro non è che una rivolta della classe politica, lacerata da Tangentopoli, nei suoi confronti.

Terminato il suo mandato, l’ex Presidente della Repubblica diventa Senatore a vita e sostiene più volte il centro-sinistra, votando la fiducia al secondo Governo Prodi e aderendo nel 2007 al Partito Democratico, pur non iscrivendosi.

Da allora si ritira dalla vita politica, pur continuando a presiedere l’associazione “Salviamo la Costituzione”. Ed a questa missione dedica gli ultimi suoi anni, in cui lo ricordiamo, con le parole di Filippo Ceccarelli, come “lo strenuo difensore della Carta Costituzionale, che a un certo punto è andato in giro per i teatri a propagare, come un predicatore, un profeta, di quelli che si capiscono fino in fondo solo quando non ci sono più”.

Immagine anteprima YouTube

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