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A Fukushima per salvare gli animali | Fuori le Mura

A Fukushima per salvare gli animali

6 febbraio 2012

di Andrea De Angelis

L’incredibile storia di un uomo innamorato della sua terra e degli animali

L’agricoltore Naoto Matsumura

Il piano di evacuazione ordinato dal governo giapponese dopo la catastrofe nucleare dello scorso marzo non mostrava alcun dubbio: tutti coloro che abitano nel raggio di venti chilometri dai reattori della centrale danneggiata dal terremoto dovevano essere immediatamente allontanati. C’è però un uomo di nome Naoto Matsumura, agricoltore giapponese, che ha deciso di non rispettare la legge, rimanendo nel luogo il cui nome, in poche ore, fece il giro del mondo.

Naoto inizia la sua disobbedienza proprio il giorno dopo il terremoto. Mentre le decine di migliaia di residenti dell’area a maggiore rischio di contaminazione radioattiva lasciano le loro case, il cinquantaduenne organizza la sua resistenza in nome degli amati animali, poiché il piano approntato dalle autorità non prevedeva alcuna misura per evacuarli. A dieci mesi ormai dal disastro nucleare, l’area di venti chilometri di raggio che si estende attorno a Fukushima è un cimitero a cielo aperto. Le carcasse di cani e gatti, di mucche e maiali sono sparse ovunque e nonostante numerose associazioni animaliste abbiano fatto pressione sul governo giapponese per tentare di salvare gli animali, le autorità si sono rifiutate, ritenendo l’operazione di salvataggio troppo rischiosa per la salute degli incaricati. “Sono pieno di rabbia, io resto qui”, dichiara Matsumura, intervistato dalla Cnn, “questo è il motivo per il quale non vado via. Piango ogni volta che guardo la città nella quale sono nato. Il governo e la gente di Tokyo non sanno quello che sta succedendo”.

In molti, in realtà, pensano che si tratti della conseguenza inevitabile di un’emergenza nucleare, eppure sarebbe stato possibile intervenire per mettere in salvo almeno una parte degli animali vittime delle radiazioni e dell’abbandono, se soltanto il governo giapponese l’avesse voluto, ed immediatamente dopo il sorgere della crisi.

Un gatto di Fukushima salvato lo scorso mese di dicembre

Di fronte alle accuse, le autorità giapponesi hanno risposto sostenendo che fin dall’inizio era prevista un’azione per mettere in salvo gli animali, ma che essa non è stata portata avanti fino in fondo a causa dei gravi rischi per la salute a cui i soccorritori sarebbero potuti andare incontro attraverso una prolungata permanenza all’interno dell’area contaminata. Soltanto un mese fa il governo ha permesso ad un gruppo di animalisti, però, di varcare i confini della zona proibita per soccorrere tutti quegli animali eventualmente sopravvissuti. Uno dei primi interventi effettuati dai volontari ha portato al salvataggio di alcuni cuccioli miracolosamente sopravvissuti per mesi all’interno di un’abitazione abbandonata. Ora i circa 100 gatti e i 250 cani tratti in salvo dai volontari sono ospitati all’interno di un apposito rifugio. I padroni della maggior parte di essi sono stati rintracciati, ma non tutti potranno accoglierli nuovamente con sé, essendo rimasti privi della propria abitazione.Il merito della loro sopravvivenza è, in buona parte, proprio di Naoto Matsumura, il quale di fatto vive in una città fantasma, senza elettricità, e beve l’acqua estratta da un pozzo vicino casa. Dopo gli esami clinici per misurare i livelli di contaminazione il suo organismo è risultato “completamente contaminato”.

Parliamo di un luogo irreale, con case intatte, nessun essere umano e branchi di cani che vagano per le strade. Quelli che una volta erano animali da compagnia sono diventati magri, e diffidano degli esseri umani a quasi un anno dal disastro. La storia dell’agricoltore che non ha voluto abbandonare le creature della sua terra natia resterà per sempre una testimonianza di amore per questa sfortunata città.

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