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Lo Hobbit: un viaggio inaspettato, il ritorno nella Terra di mezzo | Fuori le Mura

Lo Hobbit: un viaggio inaspettato, il ritorno nella Terra di mezzo

30 gennaio 2012

di Valerio Del Croce

Alla scoperta del nuovo film di Peter Jackson, prequel del Signore degli Anelli

“In te c’è più di quanto tu non sappia, figlio dell’Occidente cortese. Coraggio e saggezza, in giusta misura mischiati. Se un maggior numero di noi stimasse cibo, allegria e canzoni al di sopra dei tesori d’oro, questo sarebbe un mondo più lieto” (Thorin sul letto di morte a Bilbo Baggins in Lo Hobbit)

Ormai ci siamo! Tra poco meno di dodici mesi conosceremo il segreto del momento esatto della sua forgiatura, del potere da esso sprigionato, di come finì nelle mani di Bilbo Baggins. E poi in quelle più famose di Frodo. E’ lui, l’Anello del potere: “Un Anello per domarli, un Anello per trovarli, u n Anello per ghermirli e nel buio incatenarli”.

Esce infatti il 14 dicembre 2012, in cotemporanea mondiale, Lo Hobbit: un viaggio inaspettato, prequel sia letterario che filmico del famosissimo Signore degli Anelli. Il progetto prevede due pellicole in uscita al cinema a distanza di un anno l’una dall’altra (2012, 2013).

Lo Hobbit o la riconquista del tesoro (titolo originale The Hobbit,There and Back Again) è un romanzo fantasy scritto da John Ronald Reuel Tolkien . La sua prima pubblicazione risale al 21 settembre 1937 e rappresenta il punto di partenza nella narrazione della Terza Era e degli eventi accaduti nella Terra di mezzo. La notizia più confortante per i fans è Peter Jackson alla regia. Ecco cosa ha dichiarato recentemente il regista: “Mi sto godendo il film proprio come un fan, che è la cosa che mi entusiasma maggiormente. Sono felice di tornare sul set ogni giorno, adoro girare questo film. A febbraio inizieremo altri 100 giorni di riprese, quindi intorno a luglio avremo finito. A quel punto avremo girato entrambi i film. Abbiamo sempre voluto che Lo Hobbit facesse parte di una serie di cinque film. Fortunatamente Tolkien ha scritto moltissimo materiale aggiuntivo nelle appendici de Il Signore degli Anelli, dove ha ricollegato assieme le due storie,  e così siamo riusciti a utilizzare un po’ di quel materiale. Il film non sarà una storia per bambini come il romanzo originale, ma conterrà un po’ di umorismo. Alcune delle canzoni del romanzo sono state inserite nel film”

Jackson, nella sua veste di regista perfezionista, sta preparando nel dettaglio questi due nuovi episodi i quali, come i loro rispettivi adattamenti letterari, rappresenteranno un viaggio metaforico e onirico al centro della natura umana. La guerra, il coraggio e la capacità di superare i propri limiti (si vedano le dimensioni ridotte degli hobbit) saranno le tematiche principali che, come satelliti, ruoteranno intorno al nucleo cardine della storia: l’ambizione, il potere assoluto e la prevaricazione.

Molti saranno gli interpreti che già conosciamo, da Ian McKellen (Gandalf) passando per Christopher Lee (Saruman) e infine Andy Serkis, che riprenderà il ruolo dello psicotico Gollum, che sul lavorare col regista a dichiarato: Peter è per me tutto, fenomenale mentore, sostenitore, amico e collaboratore. Brindo al fatto di essere tornato a lavorare con lui e a questo incredibile viaggio per il quale mi ha rivoluto a bordo. Anche perché sto lavorando a Lo Hobbit non solo nei panni del Gollum, ma anche in veste di regista della seconda unità. Ero partito per la Nuova Zelanda pensando di rimanerci solo due settimane, e invece mi sono fermato un anno intero a dirigere la seconda unità. È stato emozionante. Sono davvero grato di avere avuto la possibilità di lavorare con Peter anche da un altro punto di vista che non fosse quello propriamente attoriale. Sono stato letteralmente i suoi occhi e le sue orecchie per quanto riguarda le riprese della seconda unità. Siamo stati a zonzo per la Nuova Zelanda per due mesi girando nelle location più suggestive. È stata un’esperienza straordinaria. Amo lavorare con Peter e avere a che fare con tutto ciò che è stato creato dalla WETA.  Tutta la squadra, tutta la sezione produzione di Wellington, un posto e delle persone davvero speciali alle quali mi riunisco sempre volentieri”.

E’ inoltre una notizia ufficiale la presenza in un cameo di Elijah Wood nel ruolo di Frodo Baggins e di Iam Holm nei panni del vecchio Bilbo.

C’è dunque un’aria di attesa e speranza intorno a questo nuovo kolossal (distribuito dalla New Line Cinema) che in una chiave di lettura letteraria è stato associato ad una rappresentazione immaginifica della prima guerra mondiale, simbolo di viaggio, (fisico e avventuroso è solo la meravigliosa metafora di un viaggio altamente importante, quello interiore) di eternità e di ricerca filosofica ed empirica della razza umana.

Un’epopea fantasy grandiosa, quella di Tolkien, (affascinante il Silmarillion, la descrizione della nascita dell’universo) la quale, nell’eterno confronto tra letteratura e cinema, tra epica e favolistica, ha di fatto creato, attraverso il mezzo cinematografico, un nuovo genere e dei nuovi punti di riferimento per scrittori e cineasti. In questa realtà oscura e mitologica vanno a convergere stimoli letterari e mediatici, intrinsecamente americani, che si palesano in striature gotiche, dall’ispirazione fiabesca, dal tono emozionale ed “espansionistico”, eterna metafora della lotta tra bene e male per la supremazia di un territorio preciso: la Terra di mezzo (un continente che, secondo la leggenda, sarebbe ormai scomparso dalle carte geografiche).

L’elemeto più interessante dello Hobbit è quindi racchiuso nel rapporto dimensionale che lega interno ed esterno dell’individuo: Gollum, con il suo sdoppiamento di personalità, è l’esempio nefasto del lato oscuro mentre la contrappopsizione tra le altezze di nani e hobbit e la grandezza degli eventi affrontati lo è della possibilità di trascendere il dato fisico per attribuire valore a ben altre caratteristiche dell’essere “umano”. La relazione è riequilibrata solo dalla presenza di Gandalf il quale, come nel Signore degli Anelli, è promotore del viaggio. Un percorso che egli propone e che ha la sua valenza morale proprio perchè affrontato da un mezz’uomo, da un essere che dovrà sempre metterci un fattore in più: la volontà. Gandalf vede negli Hobbit una ricchezza maggiore rispetto alla piccolezza offerta dalla loro immagine, scruta nelle loro coscienze e nelle loro anime.

Una curiosità riguarderà la voce di Gandalf: nel doppiaggio italiano sarà purtroppo diversa da quella della celebre trilogia, qualche mese fa è infatti scomparso Gianny Musy, storico doppiatore dello stregone e del mago Albus Silente (Harry Potter).

Immagine anteprima YouTube

 

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