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L’educazione del bambino al rispetto | Fuori le Mura

L’educazione del bambino al rispetto

30 gennaio 2012

di Valentina Sabatini

Dopo oltre ottant’anni l’opera di Korczak viene rispolverata in onore dei bambini e del loro diritto ad essere felici

È il 1912. Un uomo di Varsavia, medico con la passione per l’educazione, decide di realizzare il suo sogno: dare vita ad una struttura che possa ospitare bambini e ragazzi orfani. Quest’uomo è Janusz Korczak e le sue idee semplici, nate dalle preziose intuizioni scaturite dalle proprie esperienze, si diffondono agli inizi del ‘900 in diverse parti d’Europa, tentando di offrire degli spunti efficaci per la definizione di un nuovo sistema educativo. A cavallo tra i due secoli, in paesi apparentemente distanti socialmente e culturalmente, diversi pedagogisti giungono alla stessa conclusione rivoluzionaria di Korczak, ponendo al centro del proprio pensiero il rispetto del bambino in quanto essere umano. L’idea rivoluzionaria del medico polacco, nel 1929, viene condensata dallo stesso nel panplet Il diritto del bambino al rispetto – oggi edito dalle Edizioni dell’Asino – dove espone con forza provocatoria la necessità di una revisione del sistema educativo del suo tempo, a favore del benessere del bambino.

‘La Casa degli Orfani’ di Varsavia, costituita grazie all’aiuto di amici facoltosi, ha permesso a Korczak di offrire a tanti giovani una casa luminosa, che non somiglia ad una caserma né a una scuola, ma piuttosto concepita come una ‘piccola repubblica’, dove gran parte del lavoro è svolto dai circa cento ragazzi ospitati. Korczak, attraverso la sua idea vuole affermare il valore delle esperienze personali e il rispetto a esse dovute, allo stesso tempo dimostrare l’efficacia del ‘mutuo insegnamento’, lo scambio e l’aiuto reciproco tra ragazzi anche di diversa età, maschi e femmine.


“Nella Casa le regole di vita sono uguali per tutti, senza privilegi di sorta; il clima, mai punitivo, è impostato sul perdono, sul dare sempre un’altra opportunità. Korczak vuole trasmettere un’idea sana di giustizia: il tribunale non è la verità, ma questo è il suo fine. Sua intenzione è allenare i ragazzi a non fermarsi alle apparenze, ma a capire le ragioni dell’altro con l’obiettivo di stabilire la realtà dei fatti, senza cercare cavilli e scuse”.

Korczac pone particolare attenzione alla formazione degli educatori dei ‘suoi’ ragazzi, cercando di trasmettere loro la struttura portante di tutto il suo lavoro, basato sull’osservazione. Il medico polacco raccomanda infatti ai suoi collaboratori, di evitare nelle proprie annotazioni giudizi sommari, ma stabilire con la massima precisione possibile quello che accadeva, per giungere all’osservazione accurata e obiettiva che permettesse davvero di comprendere i bisogni del singolo. “Nessun ragazzo è difficile o cattivo, ma lo diventa perché è infelice. Dovere dell’educatore è scoprire che cosa lo tormenta. La cosa peggiore è che un ragazzino abbia paura dei suoi genitori, dei suoi maestri”.

Lo scopo principale dell’opera di Korczak è aiutare i ragazzi a diventare individui liberi, capaci di affermare i propri diritti senza alcun desiderio di vendetta, di sviluppare ‘pensieri calmi’ piuttosto che esplodere in gesti irrazionali. “La medicina non era sufficiente a soddisfare la passione riformatrice di questo scrittore/esperto di salute che si batte a favore di qualsiasi bambino o ragazzo come persona di oggi e non di domani. L’attenzione al qui e ora previene soprusi e indifferenze colpevoli nei confronti di individui in crescita.”
Esistono forti assonanze culturali e ideali tra il medico polacco e altri come Makiguchi, educatore giapponese o la grande pedagogista italiana Maria Montessori. Entrambi infatti, come il loro collega polacco, evitarono ogni dipendenza dai chiusi e reazionari cenacoli universitari ed elaborarono delle teorie educative partendo dall’esperienza e dal contatto diretto con i bambini. Entrambi furono ostacolati nella realizzazione dei propri intenti e perseguitati dai regimi che opprimevano i loro paesi, entrambi si opposero fermamente in prima persona, gettando le basi per un sistema educativo rivolto alla pace.

Korczak, come Makiguchi sostiene che lo scopo principale dell’educazione è la felicità e che ogni programma o pianificazione didattica deve basarsi su questo assunto fondamentale, egli ha in mente qualcosa di più del vuoto egocentrismo che spesso il sostantivo ‘felicità’ evoca. La vera felicità dell’uomo e ancor più del bambino è possibile partendo da un confronto e un dialogo costruttivo con chi lo circonda, vivendo una vita creativa orientata al rispetto e alla pace.

Immagine anteprima YouTube

Gli ultimi, tragici tempi della sua vita e di quella dei suoi bambini sono stati mirabilmente narrati dal grande Andrzej Wajda nel film Dottor Korczak (1990).

Il diritto del bambino al rispetto
Janusz Korczak
Casa Editrice: Edizioni dell’asino, 2011
Pagine: 66
Prezzo: 10,00 €

http://www.asinoedizioni.it/

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