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La donna che sbatteva nelle porte | Fuori le Mura

La donna che sbatteva nelle porte

30 gennaio 2012

di Orlando Felici

Marina Massironi al Teatro Sala Umberto, fino al 5 febbraio, porta in scena la vita disperata di Paula Spencer

La donna che sbatteva nelle porte, il toccante romanzo di Roddy Doyle, adattato per la scena teatrale dal regista Giorgio Gallione, regala agli spettatori una grande attrice, Marina Massironi. Inutile negarlo, quando si parla di Marina Massironi il pensiero corre inevitabilmente alla sua lunga e fortunata collaborazione con Aldo, Giovanni e Giacomo. Forse è anche per questa ragione, sicuramente superficiale, che dopo aver assistito al monologo della signora Paula Spencer, interpretata ovviamente da Marina Massironi, si resta ancor più colpiti e spiazzati.

La storia di Paula Spencer è un pugno allo stomaco. C’è l’ingenuità dell’adolescenza, le prime esperienze di vita di una ragazza vissuta in un ambiente difficile e inospitale, c’è il primo incontro con l’uomo che diventerà suo marito, il bello e maledetto Charles Spencer, detto Charlo. La vita di Paula grazie a flashback continui e ininterrotti, scorre in tutta la sua drammaticità, componendo, poco alla volta, il quadro completo che Paula rappresenta.

Una vita difficile, in cui una ragazza ancora bambina, deve già fare i conti con etichette e definizioni che l’accompagneranno per tutta la vita. L’amore di Charlo è il raggio di sole che illumina un’esistenza incolore. Paula si sente amata e a sua volta ama alla follia il suo uomo. Dopo la nascita dei quattro figli, però, qualcosa cambia per sempre. Charlo perde il lavoro e diviene un’altra persona. La vita di Paula si tramuta in un incubo senza fine, fatto di violenze continue, di torture, di crudeltà.

Un inferno che Paula vive per molti anni, senza neanche una parola di conforto dal mondo esterno. Un solo appiglio: l’alcol. Tra continui ricoveri in ospedale e l’indifferenza della gente che non mostra alcuna attenzione o, quantomeno, curiosità per le sorti della povera e disperata condizione della donna, la vita di Paula si trascina così finché non trova il coraggio di cacciare il marito da casa.
Il titolo del romanzo e quindi dello spettacolo, è proprio la giustificazione che Paula utilizza per spiegare i lividi e i segni delle percosse presenti sul suo triste volto
. La disperazione di Paula è trasmessa da Marina Massironi in tutta la sua potenza. Un monologo difficile, amaro, complesso, ma al tempo stesso autentico e sincero.

La rabbia e la desolazione della giovane donna che urla al mondo tutta la sua infelicità e chiede con tutto il fiato che ha in gola: “Chiedetemelo”, rivolto a tutti coloro, medici compresi, che pur vedondo sul suo volto i segni inequivocabili della violenza  non rivolgono a Paula nemmeno una domanda sul perché di quei segni.

Un monologo che tocca al cuore e alla pancia lo spettatore, coinvolto totalmente dalla prova eccezionale offerta da Marina Massironi, semplicemente perfetta nel ricostruire un personaggio così difficile, stretto in una morsa formata da una parte dalla violenza e dall’altra dall’alcol, con il suo volto triste e disincantato, che nonostante tutto, dopo la morte di Charlo, non ha paura di dichiarare il suo amore verso colui che per anni l’ha seviziata e torturata.
Una prova di livello assoluto che riesce a mettere in mostra lo straordinario talento di un’attrice che a quanto pare non ha solo la comicità nelle sue corde.

Molto belle e appropriate le canzoni che accompagnano il racconto di Paula, così come la scenografia, in cui un prato verde ricopre interamente, interno ed esterno, la casa degli Spencer.
Uno spettacolo insolito, un testo difficile da digerire, crudo ma sorprendentemente intenso, in cui Roody Doyle, riesce a scavare come pochi sanno fare, nel più intimo e profondo essere di una donna sfortunata come Paula. Da non perdere.

La donna che sbatteva nelle porte
di Roddy Doyle
con Marina Massironi
regia di Giorgio Gallione
al Teatro Sala Umberto fino al 5 febbraio

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